I concorsi? Buona fortuna!

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Francischiello
00mercoledì 5 febbraio 2020 15:16
Re:
S@yaka, 10/08/2019 15.06:

Dopo la laurea alcuni miei conoscenti mi hanno preso in giro per la mia scelta di diventare avvocatessa, dopo 3 anni loro sono ancora al decimo concorso di cui 4 rimandati e 4 annullati.
Stanno a fare crocette tutto il giorno, spendono centinaia di euro per andare a Roma e quando tornano a casa si ritrovano ancora una volta con un pugno di mosche.
Non ho niente contro chi fa concorsi, ma personalmente li sconsiglio.


Nell'amministrazione dove lavoro io, negli ultimi concorsi la stragrande maggioranza dei concorrenti, e un buon numero di vincitori, era laureata in Giurisprudenza e abilitata alla professione di avvocato, che evidentemente avrebbe abbandonato volentieri pur di ottenere il tanto agognato posto pubblico.
E parlo di concorsi non solo per funzionari (dunque laureati), ma anche per istruttori (diplomati).
Francischiello
00mercoledì 5 febbraio 2020 15:28
Re:


Nessuno vince concorsi per caso.


Infatti c'è qualcuno che li vince per merito.
Io ne ho vinti tre.

Francischiello
00mercoledì 5 febbraio 2020 15:32
Re:
UniMarconcino, 27/08/2019 19.31:

Assolutamente d'accordo con Sayaka.
Mi piacerebbe che uno dei tanti impiegati pubblici iscritti al forum ci spiegasse con la massima onestà come ha fatto a passare il suo concorso e soprattutto come ne è venuto a conoscenza.


Per legge tutti i bandi relativi a concorsi pubblici sono pubblicati in Gazzetta ufficiale. Solo questo strumento di pubblicazione assolve al requisito della pubblicità legale; prima della pubblicazione in GURI è come se non esistessero, fossero anche già apparsi sugli albi pretorî (ora dematerializzati e resi disponibili online nelle sezioni "amministrazione trasparente" dei siti istituzionali) e sui bollettini ufficiali delle regioni.
La IV serie speciale della Gazzetta, quella dedicata a concorsi ed esami, è consultabile gratuitamente qui: www.gazzettaufficiale.it/30giorni/concorsi.
S@yaka
00mercoledì 5 febbraio 2020 17:53
Re: Re:
Francischiello, 2/5/2020 3:16 PM:

Nell'amministrazione dove lavoro io, negli ultimi concorsi la stragrande maggioranza dei concorrenti, e un buon numero di vincitori, era laureata in Giurisprudenza e abilitata alla professione di avvocato, che evidentemente avrebbe abbandonato volentieri pur di ottenere il tanto agognato posto pubblico.
E parlo di concorsi non solo per funzionari (dunque laureati), ma anche per istruttori (diplomati).



Per esperienza diretta posso dirti che gli avvocati che "non ce la fanno" si possono dividere in due categorie: chi ha fatto male il tirocinio (quindi chi non sa da che parte girarsi) e chi, senza offesa, non è portato.
C'è anche chi ha avuto sfortuna vuoi per voto di laurea (in pratica chi non riesce a ottenere l'accesso a studi legali di un certo livello), vuoi perchè semplicemente non è in un ambiente in cui può lavorare (un penalista o un giuslavorista in una piccola città).
Oggigiorno è molto difficile spiccare nel mondo forense e spesso la laurea e l'abilitazione non bastano: sono molti i ragazzi che partono per l'estero a fare LLM.
Detto questo, il lavoro pubblico non è il Sacro Graal: bravo chi ce la fa, ma è una vita da impiegati.
lupusalfa
00giovedì 6 febbraio 2020 12:30
Re: Re: Re:
S@yaka, 05/02/2020 17.53:



Per esperienza diretta posso dirti che gli avvocati che "non ce la fanno" si possono dividere in due categorie: chi ha fatto male il tirocinio (quindi chi non sa da che parte girarsi) e chi, senza offesa, non è portato.
C'è anche chi ha avuto sfortuna vuoi per voto di laurea (in pratica chi non riesce a ottenere l'accesso a studi legali di un certo livello), vuoi perchè semplicemente non è in un ambiente in cui può lavorare (un penalista o un giuslavorista in una piccola città).
Oggigiorno è molto difficile spiccare nel mondo forense e spesso la laurea e l'abilitazione non bastano: sono molti i ragazzi che partono per l'estero a fare LLM.
Detto questo, il lavoro pubblico non è il Sacro Graal: bravo chi ce la fa, ma è una vita da impiegati.



E poi c'è chi, come me, è ben felice di fare la vita da impiegato (nel settore privato) dopo avere lavorato per tanti anni da autonomo nel campo commerciale e delle vendite. Alle volte nella vita bisogna sapersi accontentare.


fabianaclemente
00giovedì 6 febbraio 2020 12:53
certo, rispetto ad un commerciale sto meglio io
anche io ho fatto il commerciale, mai stata portata, eppure l'ho fatto (quando non c'era altro). Non sono daccordo sull'accontentarsi. Se ci dobbiamo accontentare, perchè tanti sacrifici? Certo, da disoccupato, prendi ciò che trovi. Da questo punto di vista, ho dato abbondantemente
Francischiello
00venerdì 7 febbraio 2020 12:49
Re: Re: Re:
S@yaka, 05/02/2020 17.53:



Per esperienza diretta posso dirti che gli avvocati che "non ce la fanno" si possono dividere in due categorie: chi ha fatto male il tirocinio (quindi chi non sa da che parte girarsi) e chi, senza offesa, non è portato.
C'è anche chi ha avuto sfortuna vuoi per voto di laurea (in pratica chi non riesce a ottenere l'accesso a studi legali di un certo livello), vuoi perchè semplicemente non è in un ambiente in cui può lavorare (un penalista o un giuslavorista in una piccola città).


Guarda, forse il tuo ragionamento può andar bene a Trento.
In circoscrizioni forensi come quelle di Milano, Monza, Prato, Firenze, Roma, Santa Maria Capua Vetere, Napoli nord, Napoli, Torre Annunziata, Salerno e forse pure Bologna gli avvocati sono talmente tanti che puoi essere bravo quanto vuoi, ma non c'è lavoro. Se sei bravo vai a lavorare in uno studio importante, certo, dove il grande capo si prende tutti i meriti, e i soldi, e tu ti fai il lavoro sporco a stipendiuccio fisso mensile, come se fossi un dipendente. E così per chissà quanti anni.


Detto questo, il lavoro pubblico non è il Sacro Graal: bravo chi ce la fa, ma è una vita da impiegati.


Nella pubblica amministrazione non esistono solo impiegati; anzi un laureato non dovrebbe accedere proprio alle posizioni di impiegato (per la carriera di concetto basta il diploma; per quella esecutiva, che comprende gli impiegati d'ordine, neanche quella). Per quanto il pubblico impiego mi faccia abbastanza schifo e ci sia finito per disperazione, guardo ai miei conoscenti, i miei amici e i miei cugini che fanno gli avvocati – e parlo di mediocri come di persone brillanti, a volte geniali – e penso che siano più frustrati di me. Loro sì che fanno gli impiegati, a parte qualcuno (per colpo di fortuna e non per merito). Se la passa non benissimo pure un mio amico malgrado sia discendente di una generazione di avvocati.
lupusalfa
00sabato 8 febbraio 2020 09:23
Re: Re: Re: Re:
Francischiello, 07/02/2020 12.49:

S@yaka, 05/02/2020 17.53:



Per esperienza diretta posso dirti che gli avvocati che "non ce la fanno" si possono dividere in due categorie: chi ha fatto male il tirocinio (quindi chi non sa da che parte girarsi) e chi, senza offesa, non è portato.
C'è anche chi ha avuto sfortuna vuoi per voto di laurea (in pratica chi non riesce a ottenere l'accesso a studi legali di un certo livello), vuoi perchè semplicemente non è in un ambiente in cui può lavorare (un penalista o un giuslavorista in una piccola città).


Guarda, forse il tuo ragionamento può andar bene a Trento.
In circoscrizioni forensi come quelle di Milano, Monza, Prato, Firenze, Roma, Santa Maria Capua Vetere, Napoli nord, Napoli, Torre Annunziata, Salerno e forse pure Bologna gli avvocati sono talmente tanti che puoi essere bravo quanto vuoi, ma non c'è lavoro. Se sei bravo vai a lavorare in uno studio importante, certo, dove il grande capo si prende tutti i meriti, e i soldi, e tu ti fai il lavoro sporco a stipendiuccio fisso mensile, come se fossi un dipendente. E così per chissà quanti anni.


Detto questo, il lavoro pubblico non è il Sacro Graal: bravo chi ce la fa, ma è una vita da impiegati.


Nella pubblica amministrazione non esistono solo impiegati; anzi un laureato non dovrebbe accedere proprio alle posizioni di impiegato (per la carriera di concetto basta il diploma; per quella esecutiva, che comprende gli impiegati d'ordine, neanche quella). Per quanto il pubblico impiego mi faccia abbastanza schifo e ci sia finito per disperazione, guardo ai miei conoscenti, i miei amici e i miei cugini che fanno gli avvocati – e parlo di mediocri come di persone brillanti, a volte geniali – e penso che siano più frustrati di me. Loro sì che fanno gli impiegati, a parte qualcuno (per colpo di fortuna e non per merito). Se la passa non benissimo pure un mio amico malgrado sia discendente di una generazione di avvocati.



Ribadisco quanto ho già scritto in altri post pubblicati in altre discussioni. L'impiego pubblico può essere una soluzione ai mali ma non è più l'eldorado di una volta. Quanto al titolo di studio io penso che bisogna studiare non tanto e non solo per il titolo in sè, ma anche, e soprattutto, per la passione verso le materie.
Francischiello
00sabato 8 febbraio 2020 10:48
Re: Re: Re: Re: Re:
lupusalfa, 08/02/2020 09.23:


L'impiego pubblico può essere una soluzione ai mali ma non è più l'eldorado di una volta.


Su questo sono pienamente d'accordo; io stesso se potessi cambierei mestiere.


Quanto al titolo di studio io penso che bisogna studiare non tanto e non solo per il titolo in sé, ma anche, e soprattutto, per la passione verso le materie.


Ancora più d'accordo.


FRANCESCA.TRETTO
00sabato 8 febbraio 2020 16:18
La pacchia è finita da un pezzo ragazzi...concordo con l'affermazione dell'Eldorado. E soprattutto con quella della passione verso talune materie.
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