| | | OFFLINE | | Post: 133 | Età: 17 | Sesso: Maschile | |
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11/10/2019 10:30 | |
Il tema mi è sensibile anche se non mi riguarda direttamente. Sono oltre 15 anni che l'Europa (Commissione, Corte di giustizia, Parlamento), il Fondo Monetario Internazionale e l'Agcm sollecitano la liberalizzazione dell'accesso alla professione forense e, nel nostro Paese, la riforma è stata minimizzata-ridicolizzata limitandola alle tariffe professionali (con distinguo), al preventivo obbligatorio, alle forme societarie degli studi professionali e poche altre novità, più tecniche che sostanziali. La realtà è che vince la gerontocrazia degli avvocati piagnoni ("siamo uno ogni 80 cittadini, si guadagna sempre meno, che c'è da liberalizzare?". E meno male che questi sarebbero giuristi...) ramificata negli Ordini territoriali e nel Parlamento. Sono convinto che tra 10-20 anni questa resistenza corporativa verrà travolta (quando magari, per diventare avvocati riconosciuti anche nel nostro Paese, non servirà più andare in Spagna ma basterà un salto a Mentone o Zagabria) ma intanto continua il martirio dei nostri candidati, ben peggiore (perché più immeritato) dell'ergastolo ostativo. Uno scandalo italiano. |
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