Esame da avvocato: scuola forense obbligatoria con esami intermedi e forse a numero chiuso. Verrà valutata la carriera accademica

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Davide
00domenica 29 maggio 2016 17:55
Prima di leggere l'articolo e iniziare a cantare il "De Profundis" occorre specificare tre cose...

1) La Marconi è una delle due uniche private "telematiche" ad essere stata valutata positivamente dall'ANVUR, senza contare il successo nella classifica U-Multirank e altri traguardi raggiunti.
2) Non si poteva pensare che fino all'esame abilitante non ci sarebbero stati paletti, prima o poi sarebbe dovuto succedere qualcosa.
3) Le decisioni sono ancora in itinere e molto dipenderà dai vari Ordini, quindi calma, sangue freddo e non arriviamo subito a conclusioni.

Capito tutto? E allora andiamo...

Esame di avvocato: CNF dà l'ok sui corsi obbligatori a numero chiuso

Non solo saper fare, ma anche saper essere avvocato: parte da questo assunto il parere che il CNF ha reso al Ministero della Giustizia sullo schema di decreto ministeriale recante disciplina dei corsi di formazione per la professione forense in attuazione dell’articolo 43 della Legge 247/2012.

I corsi, la cui frequenza è obbligatoria, potranno essere a numero chiuso, tenuto conto del numero degli iscritti al registro, delle concrete possibilità di assicurare l'effettività della formazione, e delle offerte formative alternative esistenti nei circondari interessati. La selezione per l'accesso ai corsi potrà avvenire esclusivamente secondo criteri di valorizzazione del merito, con riferimento agli studi universitari o a prove scritte, e orali o informatiche.

Il parere, redatto a seguito della consultazione condotta presso Ordini, OUA e Associazioni forensi e tenendo conto delle considerazioni operative suggerite dai Laboratori Scuole forensi promossi dalla Scuola superiore dell’Avvocatura, suggerisce modifiche allo schema di dm affinché i corsi, destinati ad integrare obbligatoriamente la pratica presso lo studio legale:

- concorrano a far conseguire al tirocinante le capacità professionali per difendere i diritti (con attenzione particolare alla deontologia) e per gestire uno studio (grazie a materie finalizzate alla sapiente organizzazione);
- siano omogenei nei contenuti per facilitare eventuali trasferimenti da una scuola ad un’altra;
- accompagnino il tirocinante nel percorso formativo sino alla prova d’esame;
- siano il più possibile disponibili sul territorio nazionale ed accessibili (anche tramite la corresponsione di borse di studio).

Per il CNF è importante che questi corsi non rappresentino una replica del percorso universitario finalizzata esclusivamente al superamento della prova di abilitazione; ma rappresentino una occasione concreta di formazione professionalizzante. I contenuti degli insegnamenti, inoltre, devono distinguersi per efficacia e devono rispondere - ad avviso del parere - ad una omogeneità a livello nazionale anche al fine di evitare sperequazioni al momento delle verifiche intermedie (2 alla fine di ogni semestre) e finali.

Il parere suggerisce di fissare in 160 ore distribuite nei 18 mesi di tirocinio previsto per legge la durata del corso, che dovrà essere organizzato con modalità tali da non pregiudicare l’assistenza in udienza e la frequenza dello studio legale.
Spazio alla maggiore offerta formativa anche tramite la collaborazione tra più Istituzioni forensi e con le Associazioni ed a corsi di soggetti terzi, che però siano accreditati.

La conoscibilità dell’offerta dovrebbe essere garantita dalla pubblicazione di tutti i corsi disponibili sui siti della Istituzioni forensi.

Il CNF suggerisce, tra le altre cose, di inserire una norma transitoria che stabilisca che le nuove norme si applicano ai tirocinanti iscritti dal 1° giorno del primo semestre successivo all’entrata in vigore del regolamento (il giorno dopo dalla sua pubblicazione in GU).

www.altalex.com

Che dire? Buon divertimento... [SM=g1944738]
Mi auguro che i futuri tirocinanti avvocati siano dotati di ubiquità come Sant'Antonio. [SM=g1944682]
Iuzzolino
00domenica 29 maggio 2016 21:57
Re:
Davide, 5/29/2016 5:55 PM:

Mi auguro che i futuri tirocinanti avvocati siano dotati di ubiquità come Sant'Antonio. [SM=g1944682]



[SM=g1944826]

Mi sembra un tentativo di limitare l'accesso all'avvocatura: 160 ore spalmate in 18 mesi non sono tante ma sono una bella spina nel sedere considerando che i tirocinanti devono lavorare negli studi legali a tempo pieno.
La cosa che più mi rende perplesso sono gli esami obbligatori: esci dall'università stanco morto, fresco di tesi e oltre al tirocinio devi fare esami obbligatori per l'accesso all'esame finale per diventare avvocato? Io queste scuole le vedrei più utili se facessero esercitazioni non obbligatorie, mi sembra assurdo che obblighino a fare esami aggiuntivi e che addirittura qualcuna sarà a numero chiuso.
La storia della valutazione degli studi universitari per l'accesso è inquietante: ma sarà costituzionale una cosa simile? [SM=g1944746]
Io ho sentito addirittura che saranno a pagamento!!!!!!!!! [SM=g1944847]
Ah, un'altra cosa: ma come si garantirà l'"omogeneità a livello nazionale"? Come potranno essere sicuri che a Crotone faranno la stessa scuola forense di Trento e viceversa? Non si riesce nemmeno ad avere omogeneità alle superiori e all'università!
Come sempre sulla carta tante belle paroline, ma poi......
UniMarconcino
00martedì 31 maggio 2016 17:58
Già, a proposito di omogeneità: le Scuole Forensi sono attive solo in alcune città, in altre si arriva all'esame ridendo e scherzando, sono curioso di vedere come faranno nei prossimi mesi. Manderanno un avvocato controllore per assicurare l'omogeneità in tutta Italia? [SM=g1945008]
Riguardo quello che ha scritto Iuzzolino mi trovo completamente d'accordo: valutare i ragazzi forse bloccandoli prima dell'esame è un disincentivo alla professione forense, se in più aggiungessero il controllo della laurea e dei voti sarebbe una cosa scandalosa.
Non fraintendetemi: sono il primo a parlare di pubbliche, private e private telematiche scarse, ma in quel caso non spetta all'Ordine degli Avvocati giudicare le università, è un compito del MIUR che purtroppo non osa imporsi con chi non garantisce serietà e qualità.
Davide
00mercoledì 1 giugno 2016 18:46
Credo che per controllare l'"omogeneità" avverranno incontri regionali e forse nazionali fra i tutor dei vari Ordini.
Confermo la diceria per cui in Italia c'è stata una disparità paurosa: ad esempio so che in alcune città queste 160 ore sono state spalmate non in 18 mesi ma in 6, vale a dire 8 ore settimanali, so anche di gente che non ha retto e che ha mollato dopo poche settimane, quindi se si lascia la presa adesso, figuriamoci cosa succederà in futuro. [SM=g1944851]
Per ora c'è stata diversità perfino tra Scuole Forensi, non solo sul fatto dell'attivazione: alcune sono state costituite come corsi puramente teorici, altre sono state ideate per simulare letteralmente le prove d'esame; alcune sono state incentrate maggiormente sul diritto penale, altre sul civile, altre ancora sull'amministrativo.
Penso che per adesso le Scuole Forensi siano servite per "traghettare" i praticanti dall'università all'esame abilitante, quindi sarebbero state più un incentivo che un disincentivo, evidentemente alcuni Ordini avevano capito che tanti facevano pratiche fittizie.
Da quest'estate... show time... buona fortuna... [SM=g1944807]
salvatore @
00giovedì 2 giugno 2016 00:29
Unico mio commento: LA VEDO DURA, anzi DURISSIMA la strada per diventare avvocato..... Già dall'anno prossimo il concorso per l'abilitazione alla professione dovrebbe essere riformato e diventare tipo quello per la magistratura, ora anche i corsi e esami anche a numero chiuso....andiamo di male in peggio...Diventare avvocato a breve e di questo passo, diventare avvocato diventerà un'utopia.
Iuzzolino
00giovedì 2 giugno 2016 01:00
Grazie Davide per il quadro chiarissimo, sinceramente concordo con Salvatore, se poi faranno pagare queste scuole si daranno tutti ad altre facoltà perchè già non ci sono i concorsi per entrare nella pubblica amministrazione, figuriamoci se tolgono anche la pratica forense. [SM=g2481269]
Quanto si arriverà a spendere per fare l'esame? 600-800 euro di soli libri? Se fanno pagare pure la scuola forense otterranno un fuggi fuggi generale e forse è proprio quello che vogliono.
Anche la storia della carriera accademica è importante perchè se il progetto è quello da lì a fare una lista nera di università il passo è breve.
Davide
00giovedì 2 giugno 2016 22:53
... e fu così che Iuzzo seminò il panico più totale. [SM=g1944682]
Scherzi a parte, sostanzialmente sarei d'accordo: alcune università permettono di ottenere una laurea che definire "facile" sarebbe un eufemismo. [SM=g1944736]
Non dico che te la buttano dietro, ma quasi. [SM=g1944742]
salvatore @
00sabato 4 giugno 2016 14:08
Concordo pienamente con entrambi.
salvatore @
00mercoledì 13 luglio 2016 23:37
Spero presto....Almeno così le Università SERIE (private) come la Marconi verranno finalmente APPREZZATE.
Iuzzolino
00lunedì 8 agosto 2016 19:11
Ultimamente ho letto alcuni articoli per cui la selezione non sarà solo sulla valutazione della carriera accademica ma anche sulla base di risultati di prove scritte e orali che saranno effettuate come test d'ingresso.
Quindi è confermato il numero chiuso anche solo per il tirocinio.
Se questo non è un tentativo di limitare l'accesso all'avvocatura io sono Bubba di Forrest Gump.
salvatore @
00martedì 9 agosto 2016 00:13
Questo non è un tentativo, piuttosto è una vera e concreta limitazione per l'accesso all'avvocatura.
Ci saranno, se tale riforma sarà approvata, milioni di ricorsi al TAR. E vai con l'incasinamento dei tribunali amministrativi!
UniMarconcino
00martedì 9 agosto 2016 02:18
Già e siccome l'avvocatura è troppo inflazionata andrà a finire che molte persone rimarranno tagliate fuori anche di poco.
Purtroppo, caro Salvatore, il Tribunale amministrativo non sarà competente perchè non si parla di esame, credo che semmai ci saranno ricorsi al CNF.
salvatore @
00martedì 9 agosto 2016 10:26
UniMarconcino, scusa la mia ignoranza, ma in un certo senso l'accesso non sarà valutato attraverso un test tipo, diciamo, quello previsto per la facoltà di medicina?
FRANCESCA.TRETTO
00sabato 13 agosto 2016 11:41
Sarebbe ora
salvatore @
00sabato 13 agosto 2016 23:35
Francesca, a dire il vero, non sono convinto che un semplice test sia in grado di valutare la preparazione culturale di una persona. L'unica cosa che secondo me sarà in grado di valutare se un individuo sia o non sia un bravo avvocato o magistrato sarò la vita. Non un freddo test a risposta multipla.
FRANCESCA.TRETTO
00domenica 14 agosto 2016 11:10
Questo lo è in tutti i campi
salvatore @
00domenica 14 agosto 2016 12:14
Stiamo parlando di avvocati e di magistrati, ma ciò che ho detto è sì vero in tutti i campi!
FRANCESCA.TRETTO
00domenica 14 agosto 2016 12:41
A nessuno fa piacere essere selezionato in base ad un test dove non si tiene minimamente conto della personalità dell'individuo, delle aspirazioni, dell'esperienza e del bagaglio culturale. Una persona può essere preparatissima e non passare la selezione, oppure al contrario avere la classica botta di culo e passare il test anche se non sa nemmeno cosa sta andando a fare. Il quiz a risposta multipla è stato obbligatorio per anni, e continua ancora ad essere così in altre facoltà. Credo che questo sia solo il magro tentativo di ridurre il numero degli aspiranti avvocati. Non ho mai capito perchè tanta differenza con gli aspiranti medici, sono due professioni importantissime entrambe, eppure l'entrata alla facoltà di giurisprudenza è esentata da qualsiasi prova, se non la ridicola prova di ingresso per accertamento competenze che tutti abbiamo sostenuto e che non serve praticamente a niente.
Si vuole complicare il sistema introducendo paletti a destra e a manca quando basterebbe una scrematura seria e fatta bene. Tenendo conto di tutte le variabili sopra elencate, e non che sei il figlio dell'Avv. Pincopalla et similia. E lo ripeto, questo vale in tutti i campi.
Fai fare 5 anni a un povero disgraziato e poi lo bastoni e lo ostacoli in tutti i modi con i tirocini impossibili o con test che saltano fuori a cose fatte. Io non la vedo bene, ma è un punto di vista personale e quindi soggettivissimo.
UniMarconcino
00martedì 16 agosto 2016 00:56
D'accordo con Francesca però secondo me ci sono delle precisazioni che è meglio fare.

- Il CNF non ha specificato che test sarà necessario per l'accesso alla scuola forense, non sappiamo se sarà a crocette. Inoltre Iuzzolino ha fatto riferimento a orali, quindi sembra che sarà un esame molto serio. Non scordiamoci che questo test non sarà organizzato da un ateneo ma dall'ordine degli avvocati e dal CNF, non sarà per entrare all'università (studiare) ma per l'accesso a una pratica professionale (da dottori).
Ovviamente il paragone con medicina non calza perchè il loro è un mondo a parte in cui si fa una pratica massiccia da studenti.
Quindi cosa sto dicendo? Si darà per scontato di avere a che fare con laureati, non con giovani ragazzi appena usciti dalle superiori, in quell'ottica escluderei le crocette.

- Le scuole forensi sono una realtà già consolidata in alcune città e in base alle voci che mi sono giunte sembra che qualche ragazzo sia già stato bloccato dopo delle prove scritte (atti e pareri). Quest'anno è stata applicata una disciplina transitoria inquietante che fortunatamente non vedremo più, rimangono tanti dubbi su questo test d'accesso e soprattutto l'incognita sull'esame senza codici commentati del 2017.
Ogni tanto mi domando se i giuristi marconiani si chiedono queste cose, lo spero per loro.

- Il numero chiuso può essere una soluzione, i problemi però diventano due. Prima di tutto in campo lavorativo vedremo qualcosa di buono come minimo fra 30 anni perchè sappiamo che la professione forense porta a lavorare fino alla tomba e in secondo luogo rimane la questione del tirocinio: se vuoi organizzare delle scuole forensi così difficili devi togliere pressione dai doveri del praticante (ad es. farsi mettere a verbale in tot udienze).

Rispondo a Salvatore: onestamente non ne ho la più pallida idea. Ho pensato che non essendo un esame di abilitazione non sia necessario ricorrere al TAR, però le vie del diritto sono infinite e spesso incomprensibili. [SM=g1944682]
Davide
00martedì 16 agosto 2016 12:05
Scherzi iniziali a parte, io non la vedo come una cosa impossibile, anzi.
Come ho già detto ci sono Ordini che hanno attivato, diciamo così, Scuole Forensi da 6 mesi per permettere ai tirocinanti di potersele gestire nei 18 mesi di pratica.
Questo ha solo in parte facilitato gli oneri e i doveri, perché, se qualcuno ha fatto l'errore di tenersi quei 6 mesi in un periodo di lavoro impossibile, alla lunga non ce l'ha fatta.
Come giustamente hai fatto notare è stata applicata una disciplina transitoria difficile da capire, e aggiungerei anche non omogenea, che ha pesato solo su alcuni Ordini, quindi mentre in alcune città si è arrivati all'esame finale con pratiche fittizie e perpetuamente in vacanza, in altre ci si è trovati davanti prove con valutazione anche tre volte al mese in aggiunta al lavoro negli studi legali.
160 ore in circa 18 mesi? Direi più che fattibili, le prove saranno simulazioni di atti e pareri, quindi un aiuto ai praticanti.
Unici nei questo test d'ingresso che è difficile da inquadrare e la possibilità di Scuole a pagamento, che francamente eviterei.
A me piace molto questa soluzione perché rimane il libero accesso agli studi giuridici (IMHO sacrosanto), ma non alla professione legale.
Una volta tanto ci dimostriamo più avveduti dei medici. [SM=g1944742]
Ho qualche dubbio sulle prove con valutazione, perché a quanto pare non ci sarà solo il test d'ingresso, ma anche la possibilità di dover ripetere l'anno se queste non andranno bene, il che sostanzialmente fa tornare ai tempi delle superiori/del liceo. [SM=g1944738]
salvatore @
00martedì 16 agosto 2016 15:23
Diciamola tutta: con questi criteri andranno avanti solo i raccomandati.... Non vi sarà più meritocrazia.
Iuzzolino
00martedì 16 agosto 2016 15:32
Lo penso anch'io e secondo me la boiata più grossa sono gli esami intermedi col pericolo di ripetere l'anno.
Uno esce dopo aver fatto circa 30 esami e durante la pratica professionale si trova altri esami.
Ma proprio no, non esiste.
Iuzzolino
00martedì 16 agosto 2016 15:41
Aggiungo (scusatemi per il secondo post): non è che l'esame senza codici commentati del 2017 di cui parla Unimarconcino ha a che fare con questi test d'accesso delle scuole forensi?
Se gli editori guadagneranno meno coi codici è possibile che si rifaranno coi libri di preparazione dei test e degli esami intermedi.
S@yaka
00domenica 21 gennaio 2018 13:57
Alla fine l'esame del 2017 è stato coi codici annotati.
C'è stato un emendamento di proroga il 22 dicembre, stralciato il 27, ora le Camere sono sciolte.
S@yaka
00domenica 21 gennaio 2018 14:01
Re:
Iuzzolino, 8/16/2016 3:32 PM:

Lo penso anch'io e secondo me la boiata più grossa sono gli esami intermedi col pericolo di ripetere l'anno.
Uno esce dopo aver fatto circa 30 esami e durante la pratica professionale si trova altri esami.
Ma proprio no, non esiste.



Non funziona così in tutta Italia. Ci sono Scuole Forensi con esami intermedi e Scuole Forensi con solo seminari. Ci sono addirittura delle Scuole Forensi a pagamento, Scuole Forensi che danno attestati e altre che non li danno.
salvatore @
00mercoledì 24 gennaio 2018 10:21
Siamo in Italia e tutto è possibile purtroppo.
S@yaka
00giovedì 25 gennaio 2018 02:48
Anche diventare magistrato senza esami? [SM=g1944739]
Se è così fatemelo sapere! [SM=g1944682]
salvatore @
00lunedì 29 gennaio 2018 17:15
Mi sa che questo è un sogno.....e tale resterà!
S@yaka
00giovedì 1 febbraio 2018 18:17
Re:
Però ora che ci penso potremmo dare una connotazione positiva a ciò che hai scritto.

salvatore @, 1/24/2018 10:21 AM:

Siamo in Italia e tutto è possibile purtroppo.



In pratica siamo in un paese senza limiti dove possiamo fare anche l'impossibile.
Bello! [SM=g1944745]
Davide
00lunedì 5 febbraio 2018 14:20
LA PROTESTA DEGLI AVVOCATI, TROPPA SELEZIONE ALL’INGRESSO

Non sarà un compleanno da ricordare

I cinque anni dal varo della legge forense, compiuti il 2 febbraio scorso, hanno riaperto polemiche e contrapposizioni all'interno dell'avvocatura italiana.
Primo tema di scontro è la riforma dell'esame di abilitazione e l'iter di accesso alla professione. «Il nuovo esame di Stato - ricorda il segretario generale dell'Associazione nazionale forense Luigi Pansini- prevede che per la prova scritta i candidati possano portare esclusivamente testi di legge stampati e pubblicati a cura di un editore. Ma non si potranno usare i codici annotati e questo rende l'esame quasi inaccessibile. Sembra essersi perso il senso di questa prova: non si tratta di un concorso per la magistratura o il notariato. L'esame di abilitazione non deve essere un terno al lotto e nemmeno una prova inaccessibile. Serve meritocrazia ed equità: noi, a suo tempo , avevamo proposto un test a risposta multipla che invece non è stato introdotto».

Le scuole obbligatorie
Altra novità è l'introduzione delle scuole forensi obbligatorie per le quali però mancano ancora i decreti attuativi. «Circola da tempo però la bozza - avvisa il segretario di Anf - e il progetto non ci piace, va nella stessa direzione dell'esame: fare selezione. Le scuole forensi non solo saranno obbligatorie ma avranno un numero chiuso, quindi ci sarà un'ulteriore selezione all'ingresso. Anche per chi verrà ammesso sono previste tre verifiche intermedie prima della fine del corso. Una preselezione è prevista anche per le scuole per cassazionisti e la logica sembra sempre la stessa: ridurre il più possibile il numero di giovani che fanno ingresso nella professione di avvocato, un principio che va in pieno contrasto con la stessa legge forense che sta per compiere cinque anni. Forse si tratta di una questione di concorrenza: qualcuno vuole meno avvocati per avere meno competitor. Oppure c'è chi pensa ancora che un alto numero di avvocati sia la causa di un maggiore litigiosità».

La guerra dei numeri
Proprio la connessione tra numero degli avvocati e arretrato della giustizia civile, ha scatenato la guerra dei numeri che ha visto l'Associazione nazionale forense prendere posizione. «I numeri - continua Pansini - ci consentono di affermare che nel corso di questa legislatura si è consumata un'informazione distorta, che si è caratterizzata più per la "paura" del numero dei procedimenti pendenti, senza spiegare che in essi, però, sono annoverati anche i decreti ingiuntivi, i procedimenti di volontaria giurisdizione diversi da quelli di competenza del giudice tutelare, le separazioni consensuali, le nomine di amministratori giudiziari di condominio».
Però il ministero della Giustizia segnala, dati alla mano, un calo evidente dei procedimenti pendenti nell'ultimo triennio. «Ne capisco il senso ma non ne condivido l'obiettivo - dice il segretario di Anf -. Dobbiamo ricordare che nei rapporti del ministero della Giustizia del 2014, del 2015 e del 2016 , il dato dei 4,5 milioni di procedimenti pendenti al 30 giugno 2014, rispetto ai 5,2 milioni sbandierati negativamente tra il 2007 e il 2013, è stato il frutto soprattutto di una migliore classificazione dei procedimenti pendenti, intendendosi per tali solo quelli in cui il giudice definisce con sentenza un lite tra due o più parti. Non serve dire che tutto è risolto, sarebbe più produttivo potenziare soluzioni efficaci come il processo telematico».

Fonte: "Corriere Economia" del 5/2/18 (autore I. Trovato)

Penso che si andrà incontro a una riforma... al di là delle Scuole Forensi obbligatorie non serve a nessuno un "esame per entrare in magistratura 2".
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