00 15/09/2010 23:16
Il padre lo ha definito un “omicidio di stato”. Sono parole forti, nate dal dolore di un uomo che ha perso il figlio, studente modello, laureato con lode in Filosofia della conoscenza e della comunicazione e dottorando a fine corso a Palermo.
Norman Zarcone, ventisettenne palermitano, si è suicidato buttandosi dal settimo piano della facoltà. “Colpa dei baroni” racconta il padre al Corriere della sera “i prof gli dicevano che non c’erano sbocchi, pare che in un paio di riunioni dei dottorandi non lo avessero neanche convocato. Qualche sera fa aveva confessato agli amici di sentirsi un fallito”.
Norman, giornalista pubblicista che amava le lettere, suonava il piano e la chitarra e coltivava il sogno di diventare ricercatore, prima di buttarsi lascia un appunto “la libertà di pensare e anche la libertà di agire”.
Il padre chiude con questo appello “Presidente Lombardo, rettore, ministro Gelmini: cosa farete per togliere potere ai “baroni” e ridare dignità a questi ragazzi?”
Una tragica notizia di cronaca che torna a far parlare di un’università che concede poco futuro ai nostri giovani cervelli.

Claudia Cervini

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