Napoli, universitaria suicida a 26 anni: «Si è lanciata dal tetto». Lezioni sospese

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Davide
00giovedì 12 aprile 2018 21:51
UniMarconcino, 12/04/2018 01.12:

Stasera ne ha parlato perfino la Sciarelli durante "Chi l'ha visto?".


patrizia(14)
00giovedì 12 aprile 2018 23:51
E qua devo darti ragione :D purtroppo ho solo questo mezzo al momento,l'importante è capirsi lo stesso, nonostante i mille errori ;) ;) e mi sembra abbiano capito tutti quindi...rimedierò spero con un bel pc funzionante! Cmq il mio non era un outing, chi mi conoscse sa tutto x bene e ne parlo molto volentieri qui perchè è un'esperienza xchi magari legge e non trova il coraggio x fare lo stesso. Buona serata anche a te ;)
S@yaka
00venerdì 13 aprile 2018 01:23
Re: Re:
Iuzzolino, 4/10/2018 1:22 AM:

Questi ragazzi di oggi sono troppo emotivi (li chiamano addirittura "emo" da "emotional"), non sanno gestire le difficoltà perchè non ne hanno mai avuta una e soprattutto non hanno principi, è la generazione della resilienza, del "va bene tutto", del relativismo.



Stavo per controbatterti per l'ennesima volta questa teoria anti-giovani, ma dopo aver letto ciò che hanno detto i suoi amici al funerale mi sono parzialmente ricreduta.

«Eri più avanti di tutti, il tuo non è stato un gesto dettato dalla paura, ma di protesta contro una società che ci vuole tutti perfetti e invincibili»

Questa è resilienza bella e buona.
Pessimo messaggio per tutte le persone che stanno vivendo una vita di bugie.
E poi: "una società che ci vuole tutti perfetti e invincibili"?
Siamo il penultimo paese per numero di laureati in Europa, come si inserisce una frase simile nel contesto di Giada e della laurea?
Davide
00venerdì 13 aprile 2018 14:07
Secondo me l'ultimo saluto degli amici non era in ottica-laurea, ma generico.
Scusate se generalizzo molto, ma viviamo in un mondo dove per superare i concorsi vengono messi dei criteri omnicomprensivi quando alle generazioni precedenti erano richieste solo determinate competenze.
Siamo aumentati di numero, non c'è più lavoro e la competizione è diventata spietata.
La "virtualità" poi non aiuta: i social network ci spronano ad essere perfetti e a mettere in vetrina ciò che non siamo.
Se non sbaglio Giada era nata nel 1993, ebbene, la generazione nata negli anni '90 ha passato parte dell'adolescenza in internet e molti di loro non sono in grado di capire cos'è reale e cosa virtuale.
Spesso quando su Facebook vedo delle foto di vacanze in cui alcuni miei conoscenti "tirano in dentro" le pance e fanno sorrisi forzati, magari ritoccate con qualche app, mi metto a ridere e so che quella non è la realtà.
Ma non è così per tutti.
Tanti adolescenti e giovani d'oggi hanno questa concezione per cui se non appari e soprattutto se non appari bene non sei nessuno o, peggio, non sei degno di vivere.
Giada era una bellissima ragazza che poteva fare ciò che voleva, purtroppo c'è questa tendenza a vivere da dissociati, fra ciò che si è e ciò che si pensa di dover essere... e prima o poi la tragedia capita.
Dovremmo imparare tutti a vivere alla giornata ma con più responsabilità, ad essere onesti con gli altri ma soprattutto con noi stessi.
patrizia(14)
00venerdì 13 aprile 2018 16:11
Si, i social su una generazione che ha conosciuto principalmete questo modo per interagire, sono devastanti. O meglio, l'uso che se ne fa è pericoloso, come dici tu. Noi della generazione precedente abbiamo vissuto tutto in modo diverso. Hai proprio centrato il problema...e poi, senza i social le amicizie erano più profonde, per forza di cose. Capita a tutti di vedere gruppi di ragazzi in cui nessuno parla e anzi ognuno è preso dal suo cell. Ed è una scena proprio triste. Bella la possibilità di un centro psicologico di ascolto che hai postato. Tutte le università ne hanno uno? Perchè in caso contrario, dovrebbero provvedere...mi è rimasta impressa una cosa di questa storia: il suicidio davanti a tutti e sopratutto la domand aal fidanzato: "sono qui, non mi vedi?" Sembra quasi un ultimo disperato tentativo di dire sono qui, avevo un problema, possibile che nessuno lo abbia capito.. io l ho interpretato così. Se per vare ragioni non si accorgono fidanzato e familiari, trovo giustissimo che ci siano dei centri appositi nelle università che seguano situazioni strane come quella di giada offrendo magari un sostegno psicologico,nel caso lo studente avesse voglia di parlarne. 0 esami in 3 anni è un campanello di allarme
Davide
00sabato 14 aprile 2018 17:52
patrizia(14), 13/04/2018 16.11:

Bella la possibilità di un centro psicologico di ascolto che hai postato. Tutte le università ne hanno uno? Perchè in caso contrario, dovrebbero provvedere...mi è rimasta impressa una cosa di questa storia: il suicidio davanti a tutti e sopratutto la domand aal fidanzato: "sono qui, non mi vedi?" Sembra quasi un ultimo disperato tentativo di dire sono qui, avevo un problema, possibile che nessuno lo abbia capito.. io l ho interpretato così. Se per vare ragioni non si accorgono fidanzato e familiari, trovo giustissimo che ci siano dei centri appositi nelle università che seguano situazioni strane come quella di giada offrendo magari un sostegno psicologico,nel caso lo studente avesse voglia di parlarne. 0 esami in 3 anni è un campanello di allarme


Non tutte le università hanno un servizio di counselling psicologico... una volta la Marconi aveva un "centro di consulenza motivazionale" che offriva colloqui e a volte telefonava se saltavi 3/4 appelli, probabilmente hanno dato per scotato che, essendoci un tutor a materia, lo studente può aprirsi con loro.
Non che voglia dire chissà cosa, ma dal 2004, anno di riconoscimento da parte del MIUR del nostro ateneo (fondato nel 2002 come "Libera Università Telematica Guglielmo Marconi", in pochi lo sanno), non c'è stato un solo suicidio di un marconiano e fai conto che siamo stati per lungo tempo una delle "private" più grandi d'Europa per numero di studenti (in parte lo siamo ancora, lunga storia).
Concordo su tutto il resto.
UniMarconcino
00lunedì 16 aprile 2018 00:41
Sì, però er Pelliccia è nostro. [SM=g1944682]
Studente di psicologia alla Marconi, chissà se si è laureato. [SM=g1944782]
FRANCESCA.TRETTO
00lunedì 16 aprile 2018 16:55
E chi è questo?!
Davide
00lunedì 16 aprile 2018 17:10
Iuzzolino
00lunedì 16 aprile 2018 21:16
Il famosissimo marconiano campione di lancio degli estintori.
Davide
00mercoledì 18 aprile 2018 13:09
Comunque, tornando al topic, si può finire così per delle bugie sugli studi e sulla laurea?



Dai ragazzi, cercate di scuotervi e di reagire se avete problemi.
Io spero davvero che questa tragica vicenda abbia risvegliato un po' di coscienze sopite.
Almeno stavolta se n'è parlato per più di due giorni (come succedeva sempre).
UniMarconcino
00venerdì 20 aprile 2018 15:42
Adesso che si sono spenti i riflettori posso dire la mia più serenamente.
Io ho sempre pensato che dietro i suicidi per balle sulla laurea ci sia qualcosa di malsano che trascende gli studi e che tocca più la persona e la personalità del suicida.
Anno 2014, quasi la stessa città, probabilmente la stessa università, anche in questo caso si parla di una ragazza e ci sono solo 3 anni di differenza fra le due.

www.omninapoli.com/news_visualizza.php?Id=2257

Questa studentessa non solo si è suicidata, ma ha anche campato scuse su un tumore che non le era stato diagnosticato proprio per giustificare il suicidio.
Ora io mi domando.

- Perchè lasci un biglietto dove dici che ti suicidi per un tumore quando è ovvio che con una telefonata degli inquirenti si viene a sapere quanti esami hai fatto?

- Puoi suicidarti a -5 dalla laurea solo perchè hai scelto le bomboniere e hai prenotato il ristorante?

E qui si torna al mio ragionamento iniziale: quando c'è un suicidio per balle sulla laurea non è solo per le bugie, ci dev'essere qualcosa a livello mentale che può essere una tara, una fissazione, un'ossessione o un problema genetico (come dicono Davide e Iuzzolino) che ti spinge a farla finita.
E proprio oggi un quindicenne di Mantova si è suicidato per un brutto voto a scuola.
Vedete che non è un problema che riguarda tutti ma solo alcune persone predisposte?
S@yaka
00domenica 29 aprile 2018 22:56
Secondo me tanti vivono una vita troppo spensierata, in Italia non è passato il messaggio "no pain, no gain".
Tutti noi per arrivare alla laurea o per ottenere un lavoro abbiamo passato notti insonni sui libri.
Io leggendo questo

www.consumatrici.it/13/04/2018/genitori-e-figli/000128111/giada-suicida-per-la-laurea-inventata-il-ricordo-della-cugina-eravamo-in-...

mi faccio un'idea precisa della ragazza che non è esattamente di studiosa nottetempo, chiedo scusa se posso sembrare troppo dura.
Non lo vedo come un problema generazionale o di predisposizione, ma di un paese intero.
E' vero che in tanti altri paesi, specialmente nelle uni dell'UK, ci sono tantissimi suicidi (inquietante la catena dei suicidi di Bristol), ma lì il motivo è un altro, cioè il sistema troppo competitivo.
Comunque è evidente che Giada avesse un equilibrio labile.
Iuzzolino
00lunedì 7 maggio 2018 18:40
Vedo che la pensiamo tutti un pò diversamente ma siamo d'accordo che le balle sulla laurea non valgono la vita di una persona.
Sul fatto che i social facciano mettere in mostra ciò che non siamo sono d'accordo ma la gente comincia ad essere vaccinata a Facebook: ormai chi carica immagini di vacanze e "felicità" è visto come l'ultimo degli sfigati.
S@yaka
00martedì 15 maggio 2018 19:22
Iuzzolino, deduco che di recente non sei stato spesso su Instagram...
Davide
00lunedì 24 dicembre 2018 18:35
Iuzzolino
00mercoledì 26 dicembre 2018 15:19
Re:
S@yaka, 15/05/2018 19.22:

Iuzzolino, deduco che di recente non sei stato spesso su Instagram...



Ci sono stato e confermo: sfigati.
La vita reale è un'altra cosa.
S@yaka
00giovedì 7 febbraio 2019 22:10
Io non tifo per nessun social ma spero che tu sia cosciente del fatto che hai dato dello sfigato a un buon 70% di internet.
Davide
00martedì 26 febbraio 2019 16:26
Ragazzi, basta begare, soprattutto su Instagram, suvvia... [SM=g1944742]
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