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Allarme SIAE

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2010 16:19
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20/01/2010 22:38

Pubblicato da G. Giardina su www.dday.it
I compensi SIAE per copia privata vengono ridefiniti, ricomprendendo una serie di categorie di prodotti che fino a ieri erano escluse. Il decreto che ha scatenato il grande cambiamento è stato firmato dal Ministro Bondi lo scorso 30 dicembre e il suo testo ha iniziato a diffondersi ieri: la questione è già diventato l’ennesimo “bubbone” pronto a esplodere tra popolo della rete e i cosiddetti detentori dei diritti che percepiscono i proventi della raccolta SIAE. Ma andiamo per gradi.

Cos’è il compenso SIAE per copia privata?
Il discussissimo compenso SIAE per copia privata è un balzello che viene applicato alla fonte (da chi produce in Italia o importa nel nostro Paese) su determinate tipologie di prodotti come apparecchi di registrazione e supporti vergini, per remunerare i detentori dei diritti di opere tutelate dall’ingegno rispetto ai mancati proventi generati dall'attività di copia privata. Il diritto di copia privata è quello che viene riconosciuto all’utente che possiede legittimamente una di queste opere, per esempio un DVD, di farsene una copia per uso privato. Come ha recentemente chiarito il Tribunale di Milano, però, va detto che il diritto di copia non può essere esercitato se il contenuto è protetto contro la copia con un qualsiasi sistema di protezione, che non può, a norma di legge, essere rimosso. Come dire che il diritto di copia si esaurisce nell’istante in cui il detentore dei diritti dispone che il proprio contenuto non sia copiabile. Però il dententore del contenuto protetto e quindi non copiabile resta – per noi misteriosamente - tra i percipienti dei proventi per copia privata.
Attenzione: il compenso per copia privata nulla ha a che vedere con le copie di materiale di origine pirata o con le copie di dischi o file non acquistati direttamente. Tanto per fare un esempio, il fatto di pagare il compenso di copia privata su masterizzatori e supporti non legittima un utente a copiare un disco, anche se originale, comperato da un proprio amico; come anche non è legittimo fare una copia di un proprio disco da dare a un amico.

Ma se non uso i supporti per audio e video coperto da diritto d’autore?
L’imposizione SIAE è prevista su tutti i prodotti che rientrano nelle categorie previste, a prescindere dall’uso che ne fa l’utente. Quindi una chiavetta di memoria USB, tanto per fare un esempio, è soggetta al compenso SIAE anche se il suo possessore la utilizza per trasportare semplicemente documenti di lavoro o fotografie personali. Il legislatore, nel determinare i compensi – così viene chiarito – ha già tenuto conto del fatto che non tutti i supporti verranno usati per copia privata di materiale tutelato e quindi, non potendo determinare chi copia musica e chi si copia i propri documenti, si sceglie di far pagare tutti.

Al compenso SIAE va sommato il ricarico e l’IVA
Il compenso SIAE, come determinato dal decreto Bondi, deve essere pagato da chi produce o importa il bene in Italia e come tale va ad accrescere il valore del bene. Quindi è logico che sul compenso tutta la filiera distributiva (distributori, intermediari e negozianti) applicherà i propri ricarichi. A questi va sommata anche l’IVA. Quindi su un compenso SIAE pari a un euro, l’utente finale vedrà ricadere sulle proprie spalle almeno un euro e mezzo di aumento di prezzo reale, tenuto conto appunto di IVA e ricarico. Questo aspetto è sfuggito pressoché a tutti i mezzi di stampa che hanno ripreso in queste ore la notizia del decreto Bondi.

Le categorie soggette e i nuovi compensi previsti
Con decreto firmato dal ministro Bondi lo scorso 30 dicembre, vengono riderifiniti i compensi SIAE per copia privata, cambiando l’entità degli stessi ed estendendo non poco le categorie di prodotti soggetti. Infatti, prima di quest’ultimo intervento, in buona sostanza, il compenso SIAE veniva applicato sugli apparecchi di registrazione “tradizionali” e sui CD e DVD vergini. Oggi il compenso viene esteso anche agli hard disk integrati negli apparecchi, ai telefonini, ai PC, agli MP3 e MP4 player, alle schede di memoria e alle chiavette USB. Nel caso di CD e DVD il compenso pre-esistente viene leggermente rimodulato verso il basso; ma molto più rilevanti sono le nuove imposizioni previste dal recente decreto. Da segnalare come in molti casi si passa dalla tariffazione della funzione (lettore audio) alla tariffazione della memoria, ovviamente in maniera proporzionale alla dimensione della stessa.





in claris non fit interpretatio
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25/03/2010 16:19

Sono entrate in vigore le nuove tasse SIAE

colombom.altervista.org/blog/2010/03/25/nuova-tassa-s-i-a-e/





in claris non fit interpretatio
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