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Qualcosa di serio bolle in pentola

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 09:07
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15/10/2009 22:39

Ritengo sia più giusto copiaincollare la notizia in questa cartella piuttosto che in quella sulle news universitarie perché ci sono novità che potrebbero riguardarci tutti.

Atenei telematici, scatta la tolleranza zero

La Gelmini invoca il regolamento: «Serve un cambio di passo, agire prima che la situazione diventi patologica»


Troppi atenei per un numero esiguo di studenti, che nella maggior parte dei casi si laureano in tempi più rapidi dei loro omologhi delle università tradizionali grazie alla manica larga con cui vengono concessi i crediti formativi derivanti dall'esperienza lavorativa e professionale. E un corpo docente interamente non di ruolo e che raramente vi insegna a tempo pieno. E' la fotografia impietosa degli undici atenei telematici italiani, che fa dire al ministro Maristella Gelmini che è arrivato il tempo della tolleranza zero, delle «regole certe, affidabili e improntate al rigore», regole che consentano un «deciso cambio di passo».

«SITUAZIONE CRITICA» - Il regolamento sulle università telematiche era previsto dalla Legge finanziaria del 2003, ma deve ancora essere varato. La Gelmini chiede ora ai suoi collaboratori di stringere i tempi. «A un primo esame della situazione sulla base di dati già disponibili - scrive il ministro - non posso fare a meno di rilevare alcune criticità molto rilevanti. Mi attendo spiegazioni dettagliate e proposte di soluzione, per evitare che degenerino in una vera e propria patologia generalizzata».

SCORCIATOIA PER LA LAUREA - Insomma, quella che per il ministro dovrebbe essere una «risorsa particolarmente utile per gli studenti lavoratori o fuori sede» che all'estero è comunque garanzia di «formazione di qualità», in Italia rischia di apparire più che altro come una facile scorciatoia. Sono i numeri che circolano in questi giorni al ministero a dirlo. Numeri che generano di riflesso alcuni interrogativi. Perché, ad esempio, in tre anni accademici il numero degli iscritti alle università telematiche - che garantiscono lezioni e prenotazioni di esami online e assistenza telefonica o via Internet - è aumentato del 900%? Erano 1.529 nel 2004-2005, sono quasi 14 mila oggi, e rappresentano lo 0,7% dell complesso degli iscritti totali all'università. E perché negli atenei telematici aumentano gli studenti anche se diminuiscono le matricole al primo anno? La risposta la si trova nel meccanismo dei crediti previsti dalle convenzioni tra università e ordini professionali, enti e organizzazioni sindacali che permettono agli iscritti di evitare un certo numero di esami secondo la logica di «Laureare l'esperienza», il progetto previsto nel dm 509/99 sull'autonomia didattica degli atenei che introduceva, appunto, la trasformazione in crediti formativi di «conoscenze e abilità professionali certificate». Un'opportunità che in molti hanno pensato bene di non lasciarsi sfuggire: nelle università telematiche, la percentuale di quanti se ne avvalgono è del 56,7%, praticamente sei studenti ogni dieci, a cui vengono riconosciuti, in base a valutazioni dei singoli atenei, fino a 60 crediti, «praticamente un anno di corso senza fare esami» sottolineano al ministero. Solo quattro studenti su dieci, dunque, partono realmente da zero. Secondo i funzionari del ministero, in almeno tre università telematiche italiane il numero di studenti che ha ottenuto crediti formativi per l'esperienza supera l'80%.

TROPPI ATENEI, POCHI DOCENTI - Il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnsvu) ha poi criticato la scelta di avere in Italia tanti atenei telematici (sono undici, mentre negli altri Paesi europei sono generalmente solo uno o due) senza specializzazione. «Il bacino di studenti non è così ampio da giustificare la presenza di 11 università. Per questo c'è il rischio che il sistema vada in crisi e che si sacrifichi la qualità del servizio offerto agli allievi». Altra nota dolente: i docenti. Nessuno degli undici atenei, secondo il ministero, può vantare personale di ruolo e spesso gli insegnanti sono docenti ordinari in altre università italiane. Un quadro tutt'altro che incoraggiante, insomma, una situazione che il ministro Gelmini non è più disposta a tollerare. «Non intendo consentire - dice l'esponente del governo -, soprattutto nel permanere del valore legale del titolo di studio, che le lauree rilasciate dalle università telematiche possano discostarsi da parametri di qualità ritenuti inderogabili per tutti gli altri atenei».

Al. S.

www.corriere.it

Da segnalare che nel sito Step1 una certa valentina si è lasciata scappare un commento davvero infelice che deve essere segnalato:


Elenco delle Università telematiche in Italia [da Wikipedia]. Date un'occhiata ai siti - una è addirittura munita di foto del rettore in ermellino - e buon divertimento.



Vediamo se questa Valentina ci trova su Google e poi ha le palle di ripetere le stesse cose qui da noi.

Nell'articolo uno dei sottotitoli è "nel mirino la facilità con cui vengono concessi crediti formativi per l'esperienza"... ma guardate cosa succede nelle altre università:

unimarconi.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
[Modificato da Davide 15/10/2009 22:44]
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Post: 307
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16/10/2009 12:46

secondo me si fa finta di non voler leggere la notizia.
Il problema non sono le università telematiche in quanto tali ma le convenzioni fatte x il riconoscimento dei crediti formativi.
Oggi un consulente del lavoro deve studiare solo 2 anni per ottenere la laurea, noi "normali" 3.
Sono assolutamente schifato da chi vuole leggere da questa cosa una presunta "facilità" della nostra università.
Io come tutti voi mi faccio un mazzo come una casa per studiare e continuare ad essere un padre e un marito. Io non ci sto! Non pretendo che la gente comune consideri questo titolo "prestigioso" come quello della Bocconi; voglio solo, anzi assolutamente pretendo, di non essere additato come uno a cui stanno regalando qualcosa.
Che vengano loro a vedere com'è una mia giornata tipo. Dopo il servizio delle Iene glielo scrissi di venire a seguirmi....evidentemente non faceva notizia ed hanno glissato
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16/10/2009 15:59

Vorrei tanto che la il ministro mi spiegasse quali sono i parametri ritenuti inderogabii quando in alcune universita' vi sono raccomandazioni da anni, anche pagate, vedi Universita' di Bari dove vi sono varie inchieste. . Inoltre non mi sembra che nessuno regali nulla in questa universita'dato che credo vengano riconosciute esperienze rilevanti e non tipo corsi con semplici attestati di frequenza. (ne avevo uno di inglese che non mi e' stato giustamente riconosciuto). Il problema e' sempre lo stesso i dane' le universita' "tradizionali" devono mantenersi e mantenere i profumati stipendi dei docenti e quindi un calo delle iscrizioni non puo' fargli che male.
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16/10/2009 16:10

... comunque il problema non ci riguarda. [SM=g1944740]
Il nostro Rettore è intervenuto in tackle scivolato, queste le sue dichiarazioni che faranno discutere:

Università, rettore Marconi: Chiudere chi non rispetta parametri

“Perché non si applica il decreto Moratti-Stanca? La legge stabilisce già i parametri che deve avere un’università on line. Noi li abbiamo rispettati, altri no. E andrebbero chiuse. Quanto ai crediti, il ministro Gelmini può tranquillamente fare un decreto per disciplinare la materia”, dato che “si è fatto un vero e proprio mercato in primis negli atenei statali”. Lo ha detto al VELINO Il rettore dell’Università telematica “Guglielmo Marconi”, Alessandra Briganti, che ha poi definito “una bolla di sapone” la polemica sugli atenei on line, nata dalle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. “Si parla – ha continuato -, ci si fa pubblicità, ma poi la situazione non cambia. La nostra è una vera università telematica, risponde a tutti i parametri fissati dalla legge e, diversamente da altre, ha docenti di ruolo come stabilito dalla legge”. Il rettore della “Guglielmo Marconi” ha chiarito che “i crediti formativi e la possibilità di averli riconosciuti risalgono al dm 509/99. Le prime università che hanno applicato queste concessioni sono state Bologna (la Alma Mater) e poi le altre, soprattutto le statali, che hanno poi fatto un vero mercato, a livelli incredibili”. Il rettore ha raccontato che “hanno iniziato con il riconoscere crediti al personale delle forze armate attraverso convenzioni” e poi sono arrivati “anche persone che avevano fatto due esami”.
Briganti ha rivelato di aver “cercato di convincere gli alti funzionari del ministero affinché fosse cambiata questa situazione". Addirittura, ha spiegato, "c’era chi faceva il giro delle varie università per vedere dove gli venivano riconosciuti più crediti. Il primo a mettere un limite è stato Mussi nel 2006, fissando un numero massimo di 60”. La “patologia” di cui parla il ministro è, secondo il rettore, “iniziata con le statali. Tuttora, serve una legge”. Perciò, in attesa di una nuova norma, si potrebbe procedere facendo rispettare i parametri del decreto Moratti-Stanca, ha suggerito Briganti, “chiudendo gli atenei che non rispettano i parametri”.

www.ilvelino.it

Stretta di mano sincera a Moreno che ha avuto il coraggio di dire la sua ai media.
Ma adesso Moreno non sei più solo!
Faremo sentire la nostra voce.
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21/10/2009 11:08

Credo che ci sia qualcosa sotto riguardo questo attacco.
E questa cosa è www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=18305
Che senso ha iscriverti a una comune università se la telematica costa leggermente di più ma ti mette a tuo agio e ti fa studiare meglio?
Fra il pagare una privata costosissima e ridicola e quello la gente sceglie la seconda possibilità.
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
21/10/2009 11:30

Hai un punto di vista un po' integralistico, ragazzo. [SM=g1944682]
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Post: 3.375
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22/10/2009 14:19

Forse è vero Davide [SM=g1944682] però non capisco davvero come possa la gente spendere 8000 euro di retta. [SM=g1944682]
Mentre le statali sono penose per la maggior parte dei servizi. [SM=g1944738]
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
31/10/2009 09:07

Beh magari c'è chi spende 8000 euro di retta perché può e perché la sua università si chiama Bocconi. [SM=g1944682]
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