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Yale, trovato un corpo murato: "Forse è il cadavere della studentessa"

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 19:35
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14/09/2009 11:35

Tensione e paura nel campus della prestigiosa università Ivy League
Il messaggio del rettore. Nel 1998 un caso analogo non è mai stato risolto


Un cadavere nascosto a forza dietro la parete di un laboratorio della facoltà di farmacia dell'università di Yale. La squadra anticrimine del Connecticut è quasi certa che si tratti del corpo di Annie Le, la studentessa 24enne di origine vietnamita scomparsa martedì a cinque giorni dal suo matrimonio.

E' la terribile conclusione del giallo della prestigiosa università dell'Ivy League. Il cadavere era in un'intercapedine dove passano cavi e tubature nell'edificio al numero 10 di Amistad Street nella sezione "Hill" del campus del New Haven a nemmeno mezzo miglio dalla struttura principale, quella dall'architettura neo gotica, resa famosa in tanti film.

Annie Le è stata vista per l'ultima volta martedì scorso mentre entrava in un laboratorio. La studentessa aveva timbrato il suo tesserino magnetico all'ingresso, ma non risulta la timbratura di uscita. Ci sono le immagini di una telecamera che la inquadrano mentre entra nel'edificio. La sua borsa con la carta di identità e il telefonino è stata trovata in un altro edificio, nell'ufficio dove Annie lavorava. Avrebbe dovuto sposarsi ieri con Jonathan Widawsky, uno studente laureato alla Columbia University di New York.

Richard C. Levine, rettore di Yale ha scritto un messaggio e-mail a tutti gli studenti: "I nostri cuori sono vicini alla famiglia di Annie Le, ai suoi amici e al suo fidanzato che, adesso, devono subire anche il dolore dell'attesa per l'identificazione del corpo".

Allo stato non ci sono persone sospettate per quello che, ormai, sembra un omicidio. Ma questa tragedia ricorda un caso simile del dicembre 1998 quando un'altra studentessa di Yale, Suzanne Jovin, venne pugnalata a morte. Il suo corpo fu ritrovato nei pressi del campus. Il caso non è mai stato risolto.

Annie Le veniva da Placerville, un centro californiano di diecimila anime ai piedi della Sierra Nevada. Prima di Yale aveva frequentato l'Università di Rochester dove aveva ottenuto il diploma di primo grado per poi passare a Yale. A Rochester aveva incontrato Jonathan Widawsky, studente della Columbia University con il quale doveva sposarsi ieri. Tutto era pronto al North Ritz Club di Syosset (New York) per la festa di nozze che, venerdì, è stata cancellata.

Parenti, amici e fidanzato ormai quasi speravano che Annie Le, presa da una sorta di panico prematrimoniale fosse fuggita. La scoperta del cadavere ha aperto il tempo del dolore e della paura.

Qualche mese fa la ragazza aveva scritto un pezzo su una rivista studentesca a proposito della sicurezza nel campus: "New Haven è una città - aveva scritto - e tutte le città hanno i loro pericoli. Ma con un po' di attenzione e scaltrezza si può evitare di entrare a far parte delle statistiche sui crimini".

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16/09/2009 11:59

Chi ha ucciso Annie Le?

Paura e sospetti nelle aule dell'università Usa. Il cadavere è stato nascosto in un laboratorio supercontrollato dove possono entrare in pochissimi. La polizia: "L'assassino è qualcuno di voi"


Chi ha ucciso Annie Le? Se lo chiedono a Yale, nella grande navata centrale con lunghi tavoli di legno, alle pareti i ritratti dei rettori degli ultimi 208 anni e candelabri giganti carichi di piccole luci.

La caffetteria dell’Università di Yale assomiglia alla «Great Hall» di Harry Potter con la differenza che qui gli studenti non discutono di magia ma dell’omicidio commesso dal «killer del campus».

La vittima era una di loro. La chiamano «Annie Med ‘13» perché si sarebbe dovuta laureare in medicina nel 2013 ma la sua salma è stata trovata domenica sera, il giorno del suo previsto matrimonio, nel seminterrato di uno degli edifici più protetti, il laboratorio della «Medical School» al numero 10 di Amistad Street. «Qui si mangia di fronte a quel cartello» dice Laura Vrana, classe 2011, indicando la scritta «Be Happy» (Siate felici) che pende sopra il buffet, «ma qui di felice non c’è proprio nessuno, siamo terrorizzati». E’ stata un’email del presidente dell’ateneo, Richard Levin, a far sapere ad ogni studente che «il corpo ritrovato nel laboratorio è quello di Annie Le», 24enne studentessa di farmacologia. Da quel momento «tutto è cambiato per noi - continua Laura, seduta vicina al coetaneo Zach - perché qui a Yale la mentalità è di sentirsi a casa dentro ogni edificio dell’università, ed ora non sarà più così».

La caffetteria si trova dentro la neoclassica Memorial Hall sulle cui pareti sono incisi i nomi dei caduti di Yale in tutte le guerre americane e sul lato opposto della strada c’è il cimitero con le tombe centenarie di cui si favoleggia come meta delle sedute notturne delle sette segrete che da queste parti significano potere subito e successo in futuro. Gli studenti dell’ateneo con il motto «Lux et Veritas» sono abituati a vivere in un’atmosfera dove il mistero si sovrappone a libri e svaghi ma questa volta l’equilibrio si è rotto perché il killer ha «usato le regole di Yale per uccidere a Yale» come riassume Peter Reichard, vicecapo della polizia di New Haven, che presidia il «luogo del delitto» lungo il tratto di Amistad Street dal laboratorio di medicina alla adiacente scuola di infermieria.

Siamo a dieci isolati di distanza dal campus, vicino alle torri in mattoni rossi dove hanno sede i «Cavalieri di Colombo» e alla «Sterling Hall» dove la ragazza californiana di origine vietnamita aveva lo studio. L’8 settembre vi lasciò gli oggetti personali e andò a piedi fino al laboratorio, entrando alle 10 esatte del mattino per sparire subito dopo.

Chiunque sia stato in grado di aggredirla, ucciderla e portare l’esile corpo nel seminterraneo nascondendolo in un anfratto fra le pareti conosceva l’edificio a menadito. Il killer non è un estraneo, sapeva come muoversi in fretta e non farsi vedere dalle 75 telecamere di sorveglianza. Per questo ogni titolare di una tessera d’accesso al laboratorio è un sospetto. Si tratta di insegnanti, specialisti, medici, studenti e personale di servizio. Polizia e Fbi hanno in campo cento agenti, assicurano di aver raccolto «molte prove fisiche» e vi sarebbe «curiosità» nei confronti di un docente che annullò la lezione nel laboratorio in maniera imprevista quella stessa mattina. Ma si parla anche di uno studente che presenterebbe «ferite da difesa» e che, interrogato, non ha convinto la macchina della verità. Il movente però ancora non c’è e dunque ogni ipotesi è valida: qualcuno voleva impedire il matrimonio, Annie Le si era fatta dei nemici o forse si tratta di un maniaco. Le indagini sono solo all’inizio e lo scenario degli agenti impegnati a interrogare dozzine di docenti e studenti profila per Yale l’incubo di venire setacciata aula per aula, dormitorio per dormitorio, in coincidenza con l’inizio dell’anno accademico.

Ironia della sorte vuole che in febbraio la vittima aveva pubblicato sul magazine della scuola di medicina uno studio intitolato «Crimine e sicurezza a New Haven» con un’analisi comparata sulla violenza nelle città che ospitano gli atenei dell’esclusiva Ivy League. Annie Le voleva esplorare le radici della criminalità urbana nelle capitali del sapere e per riuscirci scelse di intervistare lo stesso capo della polizia di Yale che ora indaga sulla sua morte, James Perrotti. Le diede due consigli: «Fare sempre attenzione a dove ci si trova» e «evitare di comportarsi da potenziale vittima». In conclusione dell’articolo Annie scriveva, con una certa sicurezza, che «New Haven è una città e in quanto tale comporta dei pericoli ma con un po’ di intelligenza di strada si può riuscire ad evitare di diventare il numero di un’altra statistica».

Lette a posteriori queste righe assomigliano ad una drammatica beffa che si aggiunge alla coincidenza fra l’omicidio e le previste nozze sulla North Shore di Long Island con lo studente della Columbia University, Jonathan Widawsky, del quale aveva scritto su Facebook: «Sono felice di sposare il mio migliore amico, non poteva andare meglio».

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17/09/2009 11:01

La polizia ha fermato uno dei dipendenti dell'università di Yale, sospettato di aver ucciso la studentessa Annie Le, il cui corpo è stato ritrovato domenica. Il giudice ha emesso nella notte un mandato di perquisizione nei confronti di Raymond Clark, un inserviente di 24 anni, per identificare eventuali prove nella sua abitazione e la polizia scientifica ha già iniziato i test sul dna dell'uomo, i cui risultati dovrebbero essere resi noti tra oggi e domani. L'arresto è avvenuto alle 22.30 ora locale ma la polizia non ha ancora reso noto il possibile movente dietro l'omicidio che ha sconvolto la città di New Haven, dove si trova il campus. Ieri gli agenti avevano invece perquisito la casa di uno dei tecnici del laboratorio, dopo aver interrogato oltre 150 persone nell'ambito delle indagini. Il fermo di Clark è arrivato dopo che gli inquirenti hanno spulciato circa 700 ore di registrazioni del circuito interno dell'università. Il cerchio si era ristretto già nel pomeriggio quando il rettore dell'università, Richard Levin, aveva fatto sapere che solo "una manciata" di persone erano entrate nei laboratori dove è stato trovato il corpo di Annie Le. La ragazza era scomparsa lo scorso 8 settembre e dalle immagini delle telecamere di sicurezza non risultava che avesse mai lasciato i laboratori.

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21/09/2009 19:25

Qualcuno sa novità?
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22/09/2009 19:35

Non mi pare, strano. [SM=g1944849]
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