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Milano, tempesta alla Bocconi per l'esame con il trucco: sospetti su un assistente

Ultimo Aggiornamento: 30/05/2015 17:53
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26/05/2015 12:57

Fuga di notizie per la prova di Diritto pubblico che si è tenuta il 20 maggio ed è stata sostenuta da 2mila studenti. Alcuni conoscevano in anticipo le domande. L’ateneo ha annullato in parte il test

Un esame di cui si sapevano prima alcune domande, i sospetti su un professore, la decisione di annullare parte della prova. Dopo il caos delle elezioni studentesche - quando tre studenti sono stati deferiti per un episodio di spionaggio fra candidati - un nuovo caso disciplinare (che potrebbe avere anche risvolti penali) scuote la Bocconi. E stavolta al centro dell’attenzione c’è il corpo docente.

I fatti risalgono al 20 maggio scorso, quando circa duemila studenti si sono presentati alla prova scritta dell’esame di Diritto pubblico. Si tratta di una delle prove più importanti per gli studenti del secondo anno, la classica 'bestia nera' che riguarda svariati corsi di laurea. Tutto sembra filare liscio, fra la preparazione per gli altri esami e l’attesa dei risultati, fino al giorno dopo, quando alcuni giovani che hanno sostenuto il test si rivolgono al garante degli studenti e denunciano la fuga di notizie. Documentano le parole con degli screenshot di conversazioni via chat che sembrano inequivocabili, datate prima dello svolgimento dell’esame.

Che le domande circolassero fino a poche ore prima della prova, lo confermano poi anche gli studenti meno informati: in particolare, si sapeva già che fra i temi da affrontare nella prova c’erano 'riserva di legge' e 'libertà d’associazione'. Cosa che si è puntualmente verificata il giorno dello scritto. Venuta a conoscenza dei fatti, l’università guidata dal rettore Andrea Sironi ha deciso di prendere in mano la situazione e in una nota ha annunciato l’annullamento di parte della prova: «La Bocconi dopo aver appreso di irregolarità nello svolgimento dell’esame di Diritto pubblico dello scorso 20 maggio ha provveduto per decreto rettorale ad annullare la prova limitatamente alla parte oggetto di irregolarità e a riprogrammare l’esame il prossimo 3 giugno. Contemporaneamente sono stati avviati i necessari accertamenti al fine di verificare le responsabilità e assumere i provvedimenti disciplinari previsti. Si ricorda che sia gli studenti sia i docenti Bocconi sono tenuti al rispetto di un codice d’onore».

L’indagine interna, quindi, è partita e i nomi dei responsabili non sono ancora noti ai vertici dell’ateneo. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe trattarsi di un assistente. Nel frattempo tra gli studenti sale la rabbia: «È inammissibile un comportamento del genere in un’università così prestigiosa - si sfoga un anonimo sulla pagina Spotted di Facebook, dove gli studenti pubblicano i pettegolezzi dell’università - Si parla tanto di honor code ma quando sono i docenti a non rispettarlo sempre noi studenti dobbiamo rimetterci».

Ma c’è anche chi avrebbe preferito atteggiamenti più 'omertosi' e si scaglia contro chi ha aperto il caso. Scrive un altro anonimo: «Questo messaggio è rivolto a tutti quei geni che hanno avuto la brillante idea di divulgare notizie su notizie e creare caos e problemi non irrilevanti a tutti gli studenti: siete frustrati, riprendetevi!».

Dal canto loro i rappresentanti degli studenti hanno fatto sapere che «la scelta da parte dell’università di annullare l’esame era, anche per noi, l’unica possibile. Pertanto, come rappresentanti degli studenti, abbiamo collaborato strettamente con gli uffici della Bocconi, presentando tutte le problematiche segnalateci dagli studenti in modo da individuare insieme una soluzione che garantisse al meglio i nostri diritti e minimizzasse i disagi».

L’episodio è la seconda - pesante - tegola che nel giro di un mese si è abbattuta su via Sarfatti. A fine aprile il caso di spionaggio fra candidati alle elezioni studentesche aveva sollevato numerose polemiche proprio perché gli studenti sono tenuti, quando entrano in università, a firmare un 'honor code' che li impegna ad avere comportamenti corretti. Stavolta il caso rischia di diventare ancora più imbarazzante perché in dubbio c’è la correttezza dei docenti.

Luca De Vito

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30/05/2015 17:53

Non si può difendere l'indifendibile: è successo un disastro e adesso la Bocconi deve risponderne al MIUR. Possono riempirsi la bocca quanto vogliono di indagini interne ma il fatto è gravissimo.
Chissà se anche Alberto Stasi e Martina Levato hanno firmato l'"honor code"... [SM=g2481219]
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