Prevedono carcere per articoli che istigano l'odio
La rappresentante per la libertà di stampa dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), Dunja Mijatovic, ha espresso oggi preoccupazione per le modifiche al Codice penale approvate recentemente in Bulgaria, perché metterebbero in discussione la libertà dei media.
Gli emendamenti, adottati la scorsa settimana dal Parlamento di Sofia, hanno introdotto la possibilità della prigione da uno a quattro anni per i giornalisti condannati per aver istigato l'odio su base razziale, religiosa, sessuale o sociale.
"E' molto importante trovare modi efficaci per impedire l'odio senza minacciare la libertà d'espressione e garantire che la legittima critica possa essere espressa", ha scritto Mijatovic in una lettera al ministro degli Esteri Nikolai Evrimov Mladenov. "Imprigionare i giornalisti per i loro articoli - ha continuato - è eccessivo e viola gli standard internazionali sulla libertà d'espressione".
Mijatovic ha definito legittima la volontà di combattere le discriminazioni e la violenza, ma ha deprecato il fatto che gli emendamenti sono stati adottati senza alcun pubblico dibattito precedente.
"I paesi che partecipano all'Osce - ha scritto la rappresentante - e, tra questi, la Bulgaria hanno affermato che tutti hanno il diritto a esprimere un'opinione a ricevere e fornire informazioni e idee senza interferenze dalla pubblica autorità. Se i giornalisti dovessero temere la prigione per i loro articoli, questo potrebbe portare a fenomeni d'autocensura e minacciare il pluralismo dei media".
Mijatovic, ancora, ha sottolineato che termini come "discriminazione", contenuti nella lettera di questi emendamenti, sono di difficile interpretazione e delimitazione.
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