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Giusto il termine "femminicidio"? Si moltiplicano i flame in internet fra chi lo usa da sempre e i sostenitori del "no"

Ultimo Aggiornamento: 17/07/2019 21:08
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Sesso: Maschile
15/02/2018 01:38

Le parole hanno un loro significato ben preciso e non bisogna utilizzarle con leggerezza.
Con il termine femminicidio si intende identificare l’omicidio di una donna da parte di un uomo. Nel caso di morte violenta di una donna da parte di una donna, non si parla di femminicidio ma di omicidio. Occorre quindi riflettere sul significato che si è inteso attribuire a tale parola. Il termine sta a significare la violenza dell’uomo, del genere maschile perpetrata sulla donna, genere femminile, fino a procurarne la morte. Non a caso parla in tale ambito di “violenza di genere”.
Non sottovalutiamo questi aspetti, perché essi rivelano ben altri intenti ovvero quelli di, discriminare, creare pregiudizi, colpevolizzare sulla mera appartenenza ad un genere piuttosto che ad un altro.
Nessuno qui vuole negare che vi sia purtroppo il triste fenomeno di violenza cui molte donne hanno subito e subiscono fino alle estreme conseguenze. Questo è un dato di fatto che nessuno può negare.
Quello che si contesta è il modo di porre la questione: dividendo e creando antagonismo tra i generi.
Se utilizzassi il termine “italianicidio” per indicare un omicidio perpetrato da un extracomunitario nei confronti di un italiano, non darei forse una chiara indicazione dell’opinione discriminatoria che avrei nei confronti dell'extracomunitario ?
Se dicessi che c’è stato un “padanicidio” non starei secondo voi calcando sulla questione padania contro meridione ?
La parola femminicidio esprime in pieno un concetto di avversità nei confronti dell’uomo, che in quanto tale, sarebbe violento.
Sulla violenza di genere, per chi ne fosse interessato, vi invito a legger il libro di Glenda Mancini, “Uomini vittime di donne. Quando il sesso forte è debole” giusto per avere un punto di vista diverso da quello che i mass media fanno sentire in maniera univoca. Si badi bene che il libro non è scritto da un uomo misogeno, ma è il frutto del lavoro di una ricercatrice.
Giusto per dare altro materiale sul quale riflettere a tal proposito, i mass media parlano sempre di statistiche sulla violenza subita dalle donne. Violenze che come ribadito prima, innegabili dei quali nessuno ne vuole contestare il fenomeno. Non è il numero che fornisce la gravità della situazione. Le statistiche dicono che 1 donna su 3 ha subito delle violenze nel corso della sua vita. Fosse solo anche una donna sola sarebbe sempre inaccettabile.
Ma torniamo all’indagine dell’ISTAT condotta nel 2006 “Violenza e maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia”. Tale indagine, è stata condotta mediante l’intervista telefonica fatta a circa 25.000 donne secondo una serie di domande divise per diverse tipologie di violenze (fisiche, sessuali, psicologiche, etc). Rispondere si ad una di queste domande corrisponde per la donna ad aver subito violenza da parte del partner.
Riporto alcune domande dell’interista:
- La umilia o la offende di fronte ad altre persone, ad esempio trattandola da sciocca, mettendo in ridicolo le Sue idee, o raccontando i Suoi fatti personali
- La critica per il suo aspetto, per come si veste o si pettina ad esempio dicendole che è poco attraente, inadeguata
- La critica per come si occupa della casa, per come cucina, oppure per come educa i figli, ad esempio dicendole non è capace ed è una buona a nulla. La ignora, non le parla, non la ascolta, ad esempio non prendendo in considerazione ciò che lei dice o non rispondendo alle sue domande
- La insulta o la prende a male parole in un modo che la fa stare male
Ora, prendiamo queste domande ed anziché rivolgerle solo alle donne, proviamo ad immaginare di rivolgere le stese domande ad un uomo:
- La umilia o la offende di fronte ad altre persone, ad esempio trattandola da sciocco, mettendo in ridicolo le Sue idee, o raccontando i Suoi fatti personali
- La critica per il suo aspetto, per come si veste o si pettina ad esempio dicendole che è poco attraente, inadeguato
- La critica per come si occupa della casa, per come cucina, oppure per come educa i figli, ad esempio dicendole non è capace ed è una buono a nulla. La ignora, non le parla, non la ascolta, ad esempio non prendendo in considerazione ciò che lei dice o non rispondendo alle sue domande
- La insulta o la prende a male parole in un modo che la fa stare male
Ognuno di noi, nella propria coscienza conosce la risposta a queste domande e non c’è bisogno di dirlo qui.
Scusate ma è un tema a me molto caro, del quale in passato mi sono interessato ed ho in parte approfondito.
Sorry se sono stato lungo ma il tema è assolutamente delicato ed importante. Spero solo di aver fatto sorgere qualche dubbio ...

La fonte ISTAT è qui: www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/2007...
Le domande sugli abusi psicologici a pag 4: www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070221_00/nota_metodolo...




" ... dove invece è la legge padrona dei magistrati e i magistrati suoi servitori, io vedo salvezza e ogni bene."
Platone, Leggi
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