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Severino: «Nuove regole per gli avvocati. Sì a una laurea specifica»

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2014 18:29
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13/08/2012 00:21

Il ministro della Giustizia: separazione delle carriere universitarie, avanti su intercettazioni e anticorruzione

È partita per le vacanze su un affollato volo di linea nazionale e ha portato con sé una borsa piena di carte: «Anche da avvocato non ho mai staccato del tutto la spina, tanto che pure nel periodo di ferie mi capitava, magari durante una passeggiata in montagna, di perdere il passo della guida perché stavo pensando a un processo o alla linea difensiva da predisporre. Ora i pensieri sono ancora più gravosi, perché riguardano interessi ben più diffusi».
Il ministro della Giustizia, l'avvocato Paola Severino, ha appena incassato, con il via libera definitivo del Consiglio dei ministri, la «riforma epocale» della revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Ma per il 24 agosto (giorno in cui rivedrà a Palazzo Chigi il presidente Monti e i suoi colleghi di governo) sulla sua scrivania di via Arenula dovranno essere pronti altri dossier. Sono almeno tre e tutti spinosi - intercettazioni, ddl anticorruzione, riforma della professione forense - ma, contrariamente a quanto è stato scritto fino ad ora, il Guardasigilli annuncia in questa intervista al Corriere che la priorità sono gli avvocati: «La riforma forense è il mio grande pensiero per l'estate...È un passo molto importante perché gli avvocati sono tanti e si aspettano (dal ddl pendente in commissione Giustizia della Camera, ndr ) una legislazione che possa sottolineare e regolamentare il loro insostituibile ruolo».

Fino ad ora, però, dai suoi colleghi avvocati (siete più di 200 mila in Italia) lei ha ricevuto critiche aspre perché ritengono che il governo sia troppo rigido nell'imporre le linee guida impostate dal recente dpr sulle professioni.
«Io rispetto tutte le posizioni fin qui espresse, ma vorrei sottolineare come nella versione definitiva del decreto si siano accolte molte delle osservazioni formulate dalle associazioni di categoria. Rilevo poi che nel Paese c'è un'esigenza molto sentita che riguarda la formazione dell'avvocatura. L'Italia ha bisogno di un'avvocatura preparata, che sia all'altezza di un ruolo costituzionalmente riconosciuto».

A volte, i neolaureati interpretano la professione forense come un ripiego. Scelgono di fare gli avvocati magari dopo aver fallito su altri fronti.
«Eccolo il punto. Qui c'è un'esigenza precisa che riguarda la riforma delle modalità di accesso alla professione forense. Insieme al ministro Profumo (Istruzione, ndr ) vogliamo lanciare l'idea di un nuovo percorso di formazione per gli avvocati. Chi aspira ad esercitare questa professione, infatti, dovrebbe decidere il suo futuro fin dagli anni dell'università. Per evitare che si scelga di fare l'avvocato come ripiego, magari dopo aver fallito un concorso, è auspicabile un percorso universitario diviso in due fasi: un triennio uguale per tutti e un biennio di specializzazione in cui si aprono in alternativa le strade dell'avvocatura, del notariato, della magistratura».

Il ddl anticorruzione è fermo al Senato. Eppure il presidente Monti non si stanca di ripetere che senza norme severe sulla corruzione non si garantisce al Paese un regime di libera concorrenza tra le imprese.
«La logica di una sana e leale concorrenza viene letteralmente sbaragliata quando un'impresa vince un appalto non perché sia la migliore sul mercato, ma solo perché ha pagato una tangente».

Come giudica il gioco di melina che il Pdl in particolare ha esercitato sul ddl anticorruzione che pure porta la prima firma di Angelino Alfano?
«È sempre stato più difficile decidere in materia di giustizia che sui temi del rigore economico, soprattutto quando la situazione della finanza internazionale lo richiede. Nel caso dell'anticorruzione, da molti è stato ventilato il rischio che, nella configurazione di nuovi reati, si crei, per così dire, un eccessivo ampliamento delle fattispecie. Vorrei però ricordare che il governo ha recepito in pieno il suggerimento del Parlamento di configurare il traffico di influenze illecite solo e quando dal comportamento illecito derivi una utilità patrimoniale. Comprendo che il tema sia delicato, ma si tratta di una riforma, richiesta anche in sede europea, da cui dipende lo sviluppo economico del Paese».

Sulla riforma delle norme che regolano le intercettazioni telefoniche ci sarà una svolta a settembre? Il caso delle conversazioni carpite indirettamente dalla Procura di Palermo al capo dello Stato e ai suoi più stretti collaboratori (e in parte pubblicate dalla stampa) ha fatto cambiare passo al dibattito fossilizzato da anni nello scontro giustizialisti-garantisti?
«Credo che questo episodio abbia fatto pensare e riflettere oltre lo scontro giustizialisti-garantisti. Quello scontro, come abbiamo visto in questi anni, non porta da nessuna parte, perché è interesse di tutti procedere verso una graduale accentuazione dei valori della deontologia, che deve coinvolgere tutte le parti in causa. Magistrati, avvocati e giornalisti.

A settembre il governo farà la sua proposta per sbloccare il ddl intercettazioni fermo alla Camera?
«Premesso che il caso che ha riguardato il Quirinale, di cui si occuperà la Corte Costituzionale, riguarda l'interpretazione del destino processuale di quelle intercettazioni e non ha nulla a che vedere con la nuova legge, credo comunque che il punto condiviso da tutti sia quello di creare un filtro affidato al magistrato e idoneo a tracciare una separazione netta tra le intercettazioni penalmente rilevanti e quelle irrilevanti. In ogni caso, il primo nodo da sciogliere è quello legato alla modificabilità di quelle parti della legge che hanno già avuto una doppia approvazione. Solo quando sarà superato questo dubbio, si potrà procedere ai necessari emendamenti».

Sugli esponenti del Pd, Lumia e Alfano, che sono andati in carcere per tentare di convincere i boss a collaborare, ha preso provvedimenti?
«C'è una relazione del direttore del carcere già trasmessa all'autorità giudiziaria e questo mi sembra il modo di procedere più corretto. Da parte mia ho ritenuto di chiedere al vertice del Dap di emanare una circolare per richiamare la regolamentazione delle visite riservate ai parlamentari. Esiste un diritto di accesso al carcere per i parlamentari, ma è bene ricordare che ci sono dei limiti per esercitarlo».

Revisione delle circoscrizioni giudiziarie: è finita una grande fatica?
«Sì, è stata una grande fatica perché non è stato facile incrociare tanti parametri. Abbiamo ascoltato tutti prima di decidere e ora ci apprestiamo a una seconda fatica per assicurarci che questo provvedimento abbia corretta esecuzione. Sui tempi abbiamo stabilito di portare da un anno a sei mesi il periodo necessario per mettere a punto gli organici, da 18 a 12 mesi quello necessario per dare inizio ai trasferimenti, cadenzando anche i 5 anni entro i quali dovranno essere sistemate le sedi coinvolte».

Dopo il varo della riforma, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha scritto che lei deve essere «cacciata dal governo».
«Posso capire l'opinione di chi intende difendere la permanenza di questo o quel tribunale. Sui toni usati, invece, dico che per un confronto costruttivo l'aggressività non giova».

Ci sono state resistenze localistiche da parte degli altri ministri?
«È stato un provvedimento fortemente condiviso, non sono stata lasciata sola. Molti ministri avevano certamente ricevuto sollecitazioni, ma nessuno mi ha chiesto di privilegiare questo o quel tribunale. E questo è stato un comportamento che ho apprezzato moltissimo».

Ministro, conferma che allo scadere della legislatura terminerà anche la sua esperienza in politica?
«Per mantenere il mio profilo tecnico in questo periodo al servizio dello Stato e delle istituzioni, credo sia un bene che io non coltivi alcuna ambizione politica».

Dino Martirano

www.corriere.it

Ma... aspettate un momento... chi aveva dato un'idea molto simile quasi un anno fa?

unimarconi.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

[SM=g1944782]
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19/08/2012 19:30

Temo che presto si arriverà al numero chiuso, ormai è una situazione insostenibile.
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20/01/2014 15:41

Vogliamo lanciare l'idea di un nuovo percorso di formazione per gli avvocati. Chi aspira ad esercitare questa professione, infatti, dovrebbe decidere il suo futuro fin dagli anni dell'università. Per evitare che si scelga di fare l'avvocato come ripiego, magari dopo aver fallito un concorso, è auspicabile un percorso universitario diviso in due fasi: un triennio uguale per tutti e un biennio di specializzazione in cui si aprono in alternativa le strade dell'avvocatura, del notariato, della magistratura.

Topic sottovalutato alla massima potenza. [SM=g1944725]
Lo uppo per sentire altri pareri: il progetto c'è ancora, il problema è quando ma soprattutto se verrà attuato.
Teoricamente (ma solo teoricamente) noi potremmo essere gli ultimi giuristi in Italia che hanno studiato tutto e che possono fare tutto.
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24/01/2014 12:22

Noi avremo pure studiato tutto, ma usciti da qua non sapremo fare nè gli avvocati, nè i notai, nè i magistrati. E infatti finita l'università bisogna farsi altri 2 anni di tirocinio extra. Secondo me bisogna introdurre il numero chiuso e tirocini obbligatori durante gli anni dell'università, o perlomeno delle esercitazioni in cui insegnano a scrivere un atto con tanto di visite obbligatorie in tribunale per seguire i processi.
[Modificato da alevalery 24/01/2014 12:27]
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25/01/2014 03:04

Sì ma nemmeno chi diventa avvocato è un gran genio, eh?
E c'è pure chi vuole fare il profiler dopo giurisprudenza. [SM=g1944682]
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26/01/2014 14:59

Diciamo che fra una lezione e l'altra sarebbe bello vedere qualche processo simulato in flash o vero.
Gli archivi della RAI ne sono strapieni, basta che la Marconi si informi.
Non avete idea di quanto durante lo studio di procedura penale mi abbia aiutato la trasmissione "Un giorno in Pretura"... anche solo per mantenere alta l'attenzione.
Per il resto cito Maripos@, fate molta attenzione perché questa è manna...

maripos@!, 25/11/2012 19:28:

Confermo. Il processo civile è una noia micidiale.
Le udienze si fanno nelle stanze dei giudici. Una ressa di gente tutti davanti alla porta. Prima che iniziasse il processo telematico, gli avvocati entravano, prendevano il fascicolo, scrivevano già il verbale e poi arrivavano davanti al giudice illustrando in poche parole quello che avevano già scritto. Il giudice firmava e dava il rinvio a prossima udienza.
Si faceva l'udienza vera e propria solo in sede di acquisizione prove (udienza ex art. 184 cpc dove si sentono i testimoni).
Adesso, con il processo telematico, poichè i verbali non si possono più scrivere a mano ma li deve scrivere il giudice al computer, pare che si riesca a fare l'udienza un pò meglio ma il casino e la ressa non sono finiti.
Quanto al penale, sembrerà strano ma in toga si fanno solo i processetti da due soldi (udienza di citazione diretta a giudizio dibattimentale = reati punibili max 4 anni) e le udienze collegiali reati punibili con pena sup. a 10 anni).
Tutti i reati più grossi e importanti (pena minima 5 anni) passano prima attraverso il filtro del GUP, dove non si usa la toga e le udienze sono a porte chiuse (ma i praticanti possono assistere).
Carla , devi fare un'udienza al GUP per imparare qualcosa e soprattutto assistere ai riti abbreviati, dove si sentono le vere requisitorie e le vere arringhe difensive. Al dibattimento non si capisce niente anche perchè nessuno spiega cosa avviene e senti solo tutti questi testimoni che rispondono a domande varie e non si capisce neanche l'argomento a cui si riferiscono.
Comunque confermo che se si vuole imparare qualcosa del sistema giustizia basta andare a vedersi qualche udienza in Tribunale. Se potete fatelo: le udienze in toga (dibattimento penale monocratico, collegiale e corte d'assise) sono pubbliche e chiunque può entrare in aula ad assistere.


unimarconi.freeforumzone.leonardo.it/d/10426564/un-saluto-dalla-mia-nuova-postazione/discussi...

Aggiungo che un corso gratuito sul Virtual C@mpus caricato al quinto anno o un MOOC su chi è e cosa fa l'avvocato (compresa la deontologia) non sarebbe malaccio.
Naturalmente dipende dalla strada che uno vuole intraprendere... c'è quella forense ma anche quella economico-commerciale e tante altre.
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26/01/2014 17:34

Rettifico il post perchè purtroppo le mie cognizioni processo civile erano ferme al 1995 (anni in cui lavoravo al civile) e manco a farlo apposta dal '95 in poi ci sono state due riforme del processo civile che hanno cambiato parecchie cose (procedura civile che sto facendo in questi giorni docet [SM=g1944739] )
Adesso i testimoni sono diminuiti perchè è stata introdotta la testimonianza scritta e depositata direttamente agli atti del fascicolo.
Non tutti i giudici e non tutti gli uffici giudiziari adottano il sistema telematico quindi purtroppo la stesura del verbale al computer dipende dal grado di evoluzione del cervello del giudice (e dall'età) nonchè dal livello di sviluppo tecnologico dell'ufficio.
A volte all'interno dello stesso Tribunale tot giudici si adeguano e il solito bastian contrario non ne vuole sapere di "telematizzazione".
Considerate che noi abbiamo una stampante in due, senza scanner, un fax per tutto un intero piano di 10 uffici, una fotocopiatrice a chilometri di distanza dall'ufficio e le penne e gran parte del materiale di cancelleria ce lo portiamo da casa [SM=g1944736] .
La tecnica più usata è "fattelo a mano" che è meglio e la pec è probabilmente un contenitore per il latte ... [SM=g1944682]
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26/01/2014 20:17

In realtà volevo solo citare questa parte...

Comunque confermo che se si vuole imparare qualcosa del sistema giustizia basta andare a vedersi qualche udienza in Tribunale. Se potete fatelo: le udienze in toga (dibattimento penale monocratico, collegiale e corte d'assise) sono pubbliche e chiunque può entrare in aula ad assistere.

Ma l'intero post sembrava interessante nel suo complesso. [SM=g1944740]
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08/02/2014 14:30

Io qualche anno fa ho assistito ad un processo penale in corte d'assise ed è stata una noia mortale [SM=g1944717]
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09/02/2014 14:07

Sì ma se ti sei fatta un'idea definitiva da un'udienza sei prevenuta! [SM=g1944682]
Sarà meglio fare il bilancio di un'azienda, eh? [SM=g1944735]
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17/04/2014 14:44

Troppi avvocati in Italia: al via il “numero chiuso”

Facoltà di giurisprudenza a numero chiuso e limitazioni all’accesso alla professione forense: fa ancora discutere il progetto comunicato dal ministro della Giustizia qualche mese fa e che, stando a indiscrezioni di corridoio, non sarebbe mai tramontato. Alla bozza starebbero lavorando il Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell’Università. Lo scopo è quello di rivedere i criteri di accesso alla professione forense. L’intento è quello di limitare il numero di legali che accedono alla professione.

Il progetto doveva essere presentato lo scorso 28 settembre, ma i problemi del Governo che tutti conosciamo, le continue minacce di crisi e di caduta dell’esecutivo, hanno fatto slittare i tempi. Di fatto, la bozza è ancora allo studio e, a quanto sembra, sulla scrivania del Ministro.

In particolare, sono state avanzate tre possibili soluzioni:
1) la prima sarebbe quella di applicare uno sbarramento immediato all’iscrizione universitaria, prevedendo così un numero chiuso a tutti gli iscritti a giurisprudenza;
2) la seconda è quella di applicare il filtro dopo tre anni di università, attraverso un percorso formativo su misura. In questo modo, si valorizzerebbero solo gli studenti più meritevoli, mettendo da parte i cosiddetti “frequentatori occasionali”;
3) la terza invece comporterebbe lo sbarramento nella fase post-laurea, prima delle scuole di specializzazione.

Gli avvocati si dividono. Che vi sia una forte spinta di chiusura, sia dal vertice che dalle basi, è innegabile: chiusura determinata soprattutto dall’eccessivo sovraffollamento della professione e dalla recente crisi del settore “giustizia”. L’esubero di avvocati viene spesso considerato come una delle cause del recente decadimento della professione, che avrebbe accomunato professionisti “a tempo continuativo” a coloro che, invece, utilizzano la professione come “riempitivo”.

Attualmente in Italia, su una popolazione di quasi 61 milioni di persone, ci sono ben 247 mila avvocati. Il numero maggiore è presente in Campania (38 mila), seguita dalla Lombardia (30 mila) e dalla Puglia (23 mila). All’ultimo posto c’è la Valle d’Aosta con 178 avvocati e il Trentino con 1.643.
In Germania il numero dei legali è di 150 mila; in Francia invece è di 20 mila, quanto quelli presenti solo a Roma.

www.laleggepertutti.it

Topic correlato:

unimarconi.freeforumzone.leonardo.it/d/10854957/Riforma-forense/discussi...
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18/04/2014 13:38

Comunque anche se si arrivasse al numero chiuso ormai il danno è fatto.
In Trentino più lavoro per gli avvocati o gente meno litigiosa? [SM=g1944739]
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20/06/2014 00:05

Interessante sta cosa, secondo voi quando si concretizzerà?
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20/06/2014 12:45

Non ci sono notizie a riguardo, quindi rimane tutto in mente Dei.
Per farti capire: digitando su Google "laurea specifica avvocati" noi siamo il terzo risultato... se la fonte diventa... eeehm... noi... vuol dire che il progetto non è andato avanti. [SM=g1944682]
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21/06/2014 00:58

Capisco, in pratica è un discorso che è inutile continuare, eppure l'idea non è male e viene incontro alle critiche del mondo politico soprattutto di destra che parla da anni di separazione delle carriere.
[Modificato da Iuzzolino 21/06/2014 00:59]
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23/06/2014 18:11

W il libero mercato. Troppi avvocati? Vuol dire che ci sara' piu' concorrenza. Meglio per l'utente finale.
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23/06/2014 22:21

Giusto!
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24/06/2014 11:30

Tanti avvocati vanno bene, troppi rendono la professione inflazionata: da una parte costringono i professionisti a specializzarsi (e quindi il cliente può essere più soddisfatto come sostiene vab), dall'altra la situazione corre il rischio di trasformarsi in un fiume in piena con pochi che lavorano e gli altri che stanno a guardare.
È capitata la stessa cosa al mondo del giornalismo: tesserini qua, tesserini là e chi lavora realmente sono quattro gatti in croce. [SM=g2481092]
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24/06/2014 20:51

Concordo con Davide: non credo che a Vab piacerebbe se nell'ambito del suo lavoro nella sua sola città arrivassero più di 500 professionisti a fargli concorrenza. [SM=g1944682]
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26/06/2014 11:13

Posso aggiungere una cosa? Non dimenticatevi che il numero chiuso è anticostituzionale ed a mio avviso, è proprio un'ingiustizia. Non si può impedire ad una persona di diventare avvocato o di svolgere un'altra professione. Sarà il mercato del lavoro a fare la giusta selezione.
Prendiamo medicina: ogni anno ci sono moltissime persone che aspirano a diventare medici, ma non lo saranno mai perchè non sanno rispondere a una ventina di domande spesso incomprensibili, ma che stiamo scherzando?! Se non ci fosse il numero chiuso chissà quanti giovani sarebbero dei buoni medici.
Se ci fosse il numero chiuso a giurisprudenza, sapete cosa succederebbe? Che il test di ingresso lo supererebbero quelli che riuscirebbero, dietro pagamento di una consistente somma di danaro, a conoscere in anticipo le domande, come del resto, accade oggi a medicina. (Fonte certa, per esperienza indiretta).
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