00 13/04/2018 14:07
Secondo me l'ultimo saluto degli amici non era in ottica-laurea, ma generico.
Scusate se generalizzo molto, ma viviamo in un mondo dove per superare i concorsi vengono messi dei criteri omnicomprensivi quando alle generazioni precedenti erano richieste solo determinate competenze.
Siamo aumentati di numero, non c'è più lavoro e la competizione è diventata spietata.
La "virtualità" poi non aiuta: i social network ci spronano ad essere perfetti e a mettere in vetrina ciò che non siamo.
Se non sbaglio Giada era nata nel 1993, ebbene, la generazione nata negli anni '90 ha passato parte dell'adolescenza in internet e molti di loro non sono in grado di capire cos'è reale e cosa virtuale.
Spesso quando su Facebook vedo delle foto di vacanze in cui alcuni miei conoscenti "tirano in dentro" le pance e fanno sorrisi forzati, magari ritoccate con qualche app, mi metto a ridere e so che quella non è la realtà.
Ma non è così per tutti.
Tanti adolescenti e giovani d'oggi hanno questa concezione per cui se non appari e soprattutto se non appari bene non sei nessuno o, peggio, non sei degno di vivere.
Giada era una bellissima ragazza che poteva fare ciò che voleva, purtroppo c'è questa tendenza a vivere da dissociati, fra ciò che si è e ciò che si pensa di dover essere... e prima o poi la tragedia capita.
Dovremmo imparare tutti a vivere alla giornata ma con più responsabilità, ad essere onesti con gli altri ma soprattutto con noi stessi.