00 09/04/2018 22:59
Come avevo premesso, non è mio compito né intenzione difendere l'intera categoria. Ognuno risponde di quello che scrive, civilmente, penalmente e deontologicamente. Io le foto delle persone sotto un telo non le pubblico neanche nel caso di incidenti stradali, figuriamoci in caso di suicidio. Detto questo, esiste un diritto-dovere di cronaca (che è il nostro lavoro). Non è pensabile che se capita un fatto di cronaca nera (la professionalità la esprimi nel modo in cui lo racconti) un giornalista debba attendere i rapporti ufficiali a giorni di distanza e, nel frattempo, non scrivere nulla. Verrebbe licenziato il giorno dopo: oggi tutto si dà in tempo reale, perfino sui social network, perfino su facebook. Sì, può capitare di dover formulare delle ipotesi, come fanno anche gli inquirenti, e in questo non c'è niente di scandaloso. A volte scriviamo una verità putativa, quella che sembra emergere al momento, e magari il giorno dopo risulta diversa. Aggiungo una considerazione sulle ricostruzioni imprecise. I magistrati hanno mesi di tempo per scrivere la motivazione di una sentenza, a volte i giornalisti hanno 10 minuti. Sbagliano entrambi, che siano più colpevoli i cronisti è tutto da discutere.