00 09/04/2018 22:34
Non per difendere la mia categoria (dei giornalisti che lavorano nelle redazioni dei quotidiani) ma quando capita una tragedia a volte è semplicistico dare la colpa a chi, quella tragedia, semplicemente ha il compito di raccontarla. Magari con imprecisioni, approssimazioni, tutto quello che volete... A proposito, avete mai letto una sentenza della Suprema Corte di Cassazione? Fatelo, vi capiterà (a me è capitato SPESSO) di trovare nomi sbagliati di persona, di paesi, refusi, eccetera. Però se a essere imprecisi sono i giornalisti si presuppone per forza la malafede. Vabbeh, parentesi chiusa, avrei 20 anni di professione e di aneddoti da raccontarvi, e anche di querele pretestuose finite miseramente, ma lasciamo perdere. Dico solo una cosa. Studiare a 20 anni a volte significa essere sottoposti a pressioni psicologiche altissime da parte delle famiglie. Lo dico, in parte, per esperienza personale. Io la serenità piena nello studio l'ho ritrovata quando sono diventato adulto, autosufficiente, con famiglia e lavoro stabile. Quando, finalmente, ho potuto studiare per me, non per soddisfare le aspettative (in buona fede, ma assillanti, univoche) della famiglia. Cari genitori come me, sbagliate a pretendere. A farvi il diario con le date e i voti degli esami dei figli. Date fiducia, date tempo, date spazio.