VELLETRI (Roma) - Angelo Izzo si è sposato. L'uomo, che a metà degli anni '70 partecipò alla strage del Circeo, si è unito in matrimonio questa mattina, con Donatella Papi, nel carcere di Velletri, in provincia di Roma, dove è detenuto. Lo sposo sta scontando due ergastoli, uno per i fatti del Circeo, l'altro per il duplice omicidio, di madre e figlia, commesso nel 2005 a Ferrazzano (Campobasso).
«L'AMAVO DA SEMPRE» - «Ho sposato l'uomo che amavo da sempre. Lui ha detto sì alla donna che lo aspettava da tutta una vita. È stato un vero matrimonio d'amore»: è quanto ha detto la giornalista Donatella Papi, uscendo dal carcere di Velletri. Donatella Papi, capelli biondi raccolti sulla nuca, ha indossato per l'occasione un abito di seta rosa cipria e un soprabito bianco, scarpe decollté nere e borsa in tinta, non si è sottratta alle domande dei giornalisti che l'attendono all'uscita dell'istituto penitenziario dove si è trattenuta per oltre quattro ore. «Sono una sposa serena - ha detto - ho sposato l'uomo che amo. Non ho paura, non abbiamo fatto nulla di male». La sposa ha ringrazia tutti coloro che le hanno consentito di coronare un sogno d'amore lungo decenni e racconta: «Con Angelo ci siamo conosciuti giovanissimi, oltre 35 anni fa, abitavamo nello stesso quartiere». E poi, riguardo al suo sposo: «Angelo è uomo con un enorme patrimonio spirituale, è dotato di un autentico codice sentimentale, che ha alle spalle una grave situazione, ma non per questo non ha il diritto di sposarsi». Donatella Papi ha, inoltre, sottolineato come in Italia «oggi ci sono tanti detenuti che seguono lunghi cammini di riabilitazione, e tutti dobbiamo assicurare loro i diritti a vivere bene, se vogliamo una società più sicura...». La neo signora Izzo, infine, ha detto che spera di rivedere il marito il più presto possibile: «Ora potremo vederci secondo gli orari stabiliti».
«TRANQUILLO» - «Ho parlato con Izzo ed era assolutamente tranquillo - ha detto all'AdnKronos il suo legale Filomena Fusco - ha accolto la proposta di matrimonio della Papi come un'opportunità positiva e di cambiamento». Tuttavia, ha aggiunto l'avvocato Filomena Fusco, noi difensori di Angelo Izzo «abbiamo tutt'altra idea sulla vicenda». «Allo stato Izzo - ha spiegato infatti il legale - è stato dichiarato capace di intendere e di volere, quindi, può contrarre qualunque atto che abbia effetti giuridici, compreso il matrimonio». «Per contro, secondo noi avvocati, Izzo non doveva essere considerato tale - ha concluso Fusco - e di conseguenza riteniamo che anche il valore di questo matrimonio sia per lui diverso rispetto a come viene comunemente inteso dagli altri».
IL DELITTO DEL CIRCEO - Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, tristemente noti come «i mostri del Circeo», dalla notte del 29 settembre al primo ottobre del 1975 seviziarono, massacrarono, stuprarono due amiche, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, uccidendo la Lopez. Con un pretesto le due furono invitate, portate lontano da casa, poi minacciate con una pistola e torturate. Guido, nel frattempo, andava a cena con papà e mamma, faceva la solita vita all’apparenza. Rosaria, dopo esser stata alcune ore con Izzo, fu annegata in una vasca da bagno. Donatella invece simulò di essere morta dopo un colpo di attizzatoio alla testa. Si ritrovò dentro il portabagagli di una 127 bianca, con accanto il corpo senza vita dell’amica. Sentendo dei rumori urlò, chiese aiuto. Arrivarono la polizia e i fotografi che erano in Questura. Izzo e Guido furono presi in poche ore, Ghira non verrà mai catturato: era riuscito a fuggire in Spagna e ad arruolarsi nel Tercio, la Legione spagnola. Ufficialmente è morto con il falso nome di Massimo Testa de Andres nel 1994 per una overdose a Melilla, enclave spagnola in Africa. Izzo, durante la detenzione, ha collaborato con diverse autorità giudiziarie, impegnate in inchieste sul terrorismo nero.
GLI ALTRI DELITTI - Nell’aprile 2005, nonostante la condanna pendente, il tribunale di Velletri gli accordò la semilibertà. Ma fece nuove vittime a Ferrazzano, moglie e figlia di un pentito della Sacra Corona Unita che conobbe in carcere a Campobasso e ora sta scontando due ergastoli nel carcere di Velletri. Gianni Guido, che ha compiuto 54 anni il 10 gennaio scorso, ha pagato il suo debito con la giustizia e ora è libero, Donatella Colasanti è invece morta il 30 dicembre 2005 a Roma, per un tumore al seno.
Fonte: corriere.it