Si suicida il giorno della laurea del figlio, due giorni prima aveva scritto su Facebook "È fatta"

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Davide
00lunedì 29 luglio 2019 00:21
Iuzzolino
00lunedì 5 agosto 2019 21:14
Mah, a volte la mente è davvero strana.
Mi ricordo di aver letto una storia di un uomo che si è suicidato perchè il figlio gli aveva raccontato le solite balle sulla laurea, possibile ammazzarsi dopo che è successo il contrario?
Probabilmente c'erano altri problemi che stavano a monte.
Davide
00giovedì 8 agosto 2019 14:28
Iuzzolino, 05/08/2019 21.14:

Mi ricordo di aver letto una storia di un uomo che si è suicidato perchè il figlio gli aveva raccontato le solite balle sulla laurea


www.ilgiornaledivicenza.it/territori/vicenza/padre-suicida-la-laurea-era-una-malattia-1...

Vicenda tristissima.
..Flavia..
00domenica 1 settembre 2019 17:25
Sì, vicenda tragica.
Una frase del fratello dell'uomo mi ha colpita particolarmente: "purtroppo mio fratello si era costruito tutta la vita intorno a quella laurea". Dopo aver scoperto che la figlia era lontanissima dalla laurea questa vita che si era costruito è crollata, non ha retto la delusione. Era la prima della famiglia ad essersi iscritta all'università, lui stava rinunciando a tutto per supportare economicamente gli studi della figlia, per poi scoprire di essere stato preso in giro dalla persona in cui riponeva amore, fiducia, speranza... e non sappiamo se questo è andato magari a sommarsi ad un quadro dove erano ipoteticamente presenti altre difficoltà personali. Si potrebbe supporre anche questo.
Ora, a mio parere, è assolutamente necessario fornire un supporto psicologico alla figlia.
Iuzzolino
00lunedì 2 settembre 2019 23:54
Certo, cmq piccolo OT: incredibile che i ragazzi ancora non riescano a laurearsi con la presenza di alcune telematiche che laureano con 30 crocette.
S@yaka
00lunedì 9 settembre 2019 01:15
Credo che molti evitino università con crocette (non solo telematiche, anche la Bocconi esamina in quel modo) per paura, più che giustificata, di essere bollati a vita.
Korandax
00venerdì 4 ottobre 2019 18:49
Davide
00sabato 5 ottobre 2019 19:07
Di solito in GB gli studenti non si suicidano per balle sugli esami, ma per la troppa competizione e lo stress di primeggiare:

unimarconi.freeforumzone.com/d/11387252/Ondata-di-suicidi-all-universit%C3%A0-di-Bristol-5-in-6-mesi-L-ultimo-caso-una-studente-di-origine-ital/discussi...

Nel mondo anglosassone non è previsto il valore legale della laurea, per cui se non frequenti le superiori in modo magistrale fin da subito non puoi accedere alle migliori università e quindi ai migliori lavori.
Sono ragazzi che praticamente studiano 8/9 ore al giorno per 10 anni e alla fine "sbroccano", il che rende l'ultimo caso un unicum.
Certo che ammazzarsi per un esame... bisogna proprio avere una predisposizione genetica:

www.stateofmind.it/2018/05/suicidio-genetica

www.repubblica.it/online/cultura_scienze/suicidi/suicidi/suic...
S@yaka
00lunedì 14 ottobre 2019 15:05
Comunque il sistema anglosassone non fa meno schifo del nostro visto che ogni tanto scoppia qualche scandalo di VIP che ha "comprato" l'università dell'Ivy League al figlio senza referenze.
Noi siamo patetici perchè gli atenei non sono collegati al mondo del lavoro, loro sono altrettanto patetici perchè ce la fa solo chi ha soldi, altrochè "sogno americano".

Comunque tornando sull'argomento del topic io credo che la generazione precedente alla nostra credi che laurea = lavoro. Molti non capiscono che la laurea in giurisprudenza obbliga almeno ad altri 3 anni di studio + altre specializzazioni.
Ho molti parenti che continuano a segnalarmi concorsi e mi chiedono perchè continuo a fare la tirocinante avvocato, ma proprio non ci arrivano.
Il sistema econmico, sociale e l'educazione sono completamente cambiati: oggigiorno si parte verso i 19 e se vuoi studiare si arriva verso i 35/40.
Ecco perchè questo padre si è suicidato: ha pensato "ce l'ho fatta, posso andarmene", un genio.
UniMarconcino
00giovedì 17 ottobre 2019 01:19
Re:
S@yaka, 10/14/2019 3:05 PM:

Ho molti parenti che continuano a segnalarmi concorsi e mi chiedono perchè continuo a fare la tirocinante avvocato, ma proprio non ci arrivano.
Il sistema econmico, sociale e l'educazione sono completamente cambiati: oggigiorno si parte verso i 19 e se vuoi studiare si arriva verso i 35/40.



Sfondi una porta aperta: da quando mi sono laureato in scienze giuridiche ho alcuni parenti che per darmi noia continuano a segnalarmi via WhatsApp i concorsi più disparati, si aspettano che mi arrabbi, ma io mi faccio una risata e cancello i messaggi.
Vuoi sapere la parte divertente?
Quando ci sono concorsi realmente fattibili e sotto gli occhi di tutti non mi spediscono nulla.
Strano, eh?
Korandax
00giovedì 17 ottobre 2019 23:11
Re:
S@yaka, 14/10/2019 15.05:

Comunque il sistema anglosassone non fa meno schifo del nostro visto che ogni tanto scoppia qualche scandalo di VIP che ha "comprato" l'università dell'Ivy League al figlio senza referenze.
Noi siamo patetici perchè gli atenei non sono collegati al mondo del lavoro, loro sono altrettanto patetici perchè ce la fa solo chi ha soldi, altrochè "sogno americano".

Comunque tornando sull'argomento del topic io credo che la generazione precedente alla nostra credi che laurea = lavoro. Molti non capiscono che la laurea in giurisprudenza obbliga almeno ad altri 3 anni di studio + altre specializzazioni.
Ho molti parenti che continuano a segnalarmi concorsi e mi chiedono perchè continuo a fare la tirocinante avvocato, ma proprio non ci arrivano.
Il sistema econmico, sociale e l'educazione sono completamente cambiati: oggigiorno si parte verso i 19 e se vuoi studiare si arriva verso i 35/40.
Ecco perchè questo padre si è suicidato: ha pensato "ce l'ho fatta, posso andarmene", un genio.



Verissimo. E va colto l'aspetto assurdo di una professione (come questa, ma ce ne sono altre. Nel giornalismo 8-10 anni di precariato prima dell'assunzione come "strutturato" sono la regola) che ti fa arrivare a 35-40 anni per cominciare a farla seriamente, con implicazioni sul piano della vita privata (mi verrebbe da dire "programmazione familiare", ma suona di destra), dell'indipendenza economica, dei rapporti con i genitori, della qualità della vita, perfino delle prospettive previdenziali (quota 100 docet). Ecco perché servirebbe la liberalizzazione delle professioni. Laurea più due anni di pratica fatti seriamente (non pro forma). Poi uno ci prova. Se è bravo avrà clienti, se non lo è non li avrà. Ma non sarà congelato a vita dalla conventio ad excludendum di chi è già arrivato e non vuole troppi concorrenti.

Davide
00domenica 20 ottobre 2019 14:59
L'Ordine degli Avvocati, lo scrivo senza intenti denigratori, è una specie di corporazione medievale, una gilda di Star Wars. [SM=g1944682]
Comunque io nella mia ignoranza in materia ho pensato che la liberalizzazione delle professioni porterebbe a un mondo del lavoro estremamente inflazionato e incasinato: se domani liberalizzassimo la professione di avvocato sulla piazza arriverebbero migliaia di legali non specializzati che paralizzerebbero l'intero sistema.
In generale sono d'accordo con te, Franco... però non credo che in mancanza di successo mollerebbero tutti, anzi: migliaia e migliaia di avvocati, magari usufruendo della pensione dei loro genitori, continuerebbero a esercitare per poi magari chiedere sussidi statali.
Sono molto combattuto su questo argomento, probabilmente la soluzione migliore sarebbe un esame per la professione forense svolto due volte all'anno sulla base di una normativa europea.
Detto questo il problema principale è un altro: siamo in troppi, questo a prescindere dal tipo di lavoro.
S@yaka
00martedì 22 ottobre 2019 02:16
Re:
Davide, 10/20/2019 2:59 PM:

In generale sono d'accordo con te, Franco... però non credo che in mancanza di successo mollerebbero tutti, anzi: migliaia e migliaia di avvocati, magari usufruendo della pensione dei loro genitori, continuerebbero a esercitare per poi magari chiedere sussidi statali.



Esatto: creeremmo dei mostri-parassiti che punterebbero ad ammortizzatori sociali: nessuno studia 5 anni di giurisprudenza + gli anni fuori corso + gli anni dei tentativi per diventare avvocato per rinunciare e diventare rider di Deliveroo.

Davide, 10/20/2019 2:59 PM:

Sono molto combattuto su questo argomento, probabilmente la soluzione migliore sarebbe un esame per la professione forense svolto due volte all'anno sulla base di una normativa europea.



Sacrosanto.

Davide, 10/20/2019 2:59 PM:

Detto questo il problema principale è un altro: siamo in troppi, questo a prescindere dal tipo di lavoro.



Doppiamente sacrosanto.
Noi saremo la prima generazione dalla fondazione della Repubblica senza pensione.
Fa paura quest'idea, eh?
Davide
00venerdì 25 ottobre 2019 22:20
S@yaka, 22/10/2019 02.16:

Esatto: creeremmo dei mostri-parassiti che punterebbero ad ammortizzatori sociali: nessuno studia 5 anni di giurisprudenza + gli anni fuori corso + gli anni dei tentativi per diventare avvocato per rinunciare e diventare rider di Deliveroo.


Non ci avevo mai pensato, ma è fott[SM=g1944798]mente vero! [SM=g1944682]
Korandax
00venerdì 25 ottobre 2019 23:10
Beh ma... non è un po' quello che succede già, di avere gente di 30-35 anni che continua a provare l'esame di avvocato e, magari anche dopo averlo passato, si trova a dover chiedere "integrazioni economiche" familiari prima di procurarsi una certa solidità economico-professionale? Almeno eliminando l'abilitazione-concorso e passando direttamente da una pratica vera all'esercizio della professione si accorgerebbero i tempi di diversi anni. Con minori costi familiari-sociali-esistenziali, credo.
Davide
00sabato 26 ottobre 2019 15:46
Non esiste una risposta semplice, immagino che ci siano troppe variabili da considerare.
Sicuramente diventare avvocati "in automatico" sarebbe un sogno per molti.
Korandax
00sabato 26 ottobre 2019 16:21
Parto dalla mia esperienza di giornalista: per diventare professionista di fatto gli anni di pratica sono stati 5, e sono stati anche pochi rispetto alla media. Difficilmente le aziende assumono giornalisti (dipendenti) direttamente come praticanti. Più spesso, come nel mio caso, uno collabora con la testata da co.co.co ed è l'Ordine che riconosce il praticantato d'ufficio ex post, con l'attestazione da parte dell'azienda dell'attività svolta. Questo avviene quando, di fatto, fai il corrispondente a tempo pieno (molti articoli al giorno), non se scrivi qualche articolo al mese. Con una pratica di questo genere (che spazia spesso dalla cronaca bianca, alla sportiva, alla nera, alla giudiziaria, alla politica ecc.) sei un giornalista a tutti gli effetti, l'esame di abilitazione c'è (scritto più orale, e ultimamente è diventato anche più selettivo) ma potrebbe anche non esserci, perché ci arrivi dopo aver scritto migliaia di articoli. Ora, uno non è un bravo giornalista se gli hanno già pubblicato 7000 articoli ma il giorno dell'orale va male perché la notte ha avuto una gastrite, o gli è morto il gatto, o ha avuto troppi articoli da scrivere per studiare come si deve? Ecco, a me sembrerebbe una contraddizione. E lo stesso ragionamento, per me, potrebbe valere per gli avvocati. Se durante la pratica, invece di fare fotocopie, fare i corrieri e fare gli spettatori d'udienza, fossero messi in condizione di fare davvero gli avvocati (sia pure controllati, istruiti, limitati...) forse un esame ultraselettivo non avrebbe più senso.
Davide
00sabato 26 ottobre 2019 16:24
Ti ringrazio per avere pubblicato la tua esperienza che sicuramente fa riflettere e su tanti aspetti hai ragione, c'è poco da controbattere.

P.S. Io sono giornalista pubblicista dal 2007 e non sono mai stato assunto per più di pochi mesi, fai tu. [SM=g1944682]
Korandax
00sabato 26 ottobre 2019 17:45
Quando hanno preso me non c'era la crisi generale dell'editoria che c'è adesso...
Iuzzolino
00lunedì 9 dicembre 2019 16:14
Anche nel mondo del giornalismo ogni tanto c'è chi si suicida.
Vedi Pierpaolo Faggiano, vedi Luca Dello Iacovo.
UniMarconcino
00lunedì 23 dicembre 2019 22:59
Re:
Franco Allegranzi, 26/10/2019 17.45:

Quando hanno preso me non c'era la crisi generale dell'editoria che c'è adesso...



E' la differenza fra il lavorare e il non lavorare.
Iuzzolino
00martedì 28 gennaio 2020 16:17
Bisognerebbe anche capire cosa intende Franco per "crisi dell'editoria": se hai 20 anni, ti aspetti di fare il giornalista e di venire pagato da una testata giornalistica oggigiorno puoi stare fresco, occorre diventare esperti di SEO, webmarketing e campagne banner.
Korandax
00giovedì 30 gennaio 2020 13:13
Ai colleghi che sperano di fare i giornalisti sul web io auguro ogni bene. Visto che da più di vent'anni lavoro per la carta stampata, che pure è in crisi (mi riferisco alle vendite e al numero degli occupati in calo) devo dire che il giornalismo on line, al momento, non è un Eldorado. E' vero che internet sta "uccidendo" la carta, ma contrariamente a quanto molti pensano al momento frutta poco in termini di pubblicità alle aziende editoriali (anche meno del 5 per cento per le testate che hanno web+carta) quindi non garantisce significative prospettive di assunzione né investimenti. Senza contare che il web è liquido e vi si confondono informazione seria e fake, la concorrenza è quantitativamente imponente, ci sono un sacco di siti copia-incolla che "derubano" le testate tradizionali, la gente non vuole pagare l'informazione on line e la pubblicità da sola non regge la baracca. Se metti on line una notizia a pagamento troverai sempre qualcuno che la mette gratis, e magari non ha studiato per fare il giornalista, non ha mai superato un esame di abilitazione professionale, non paga l'iscrizione ad alcun Ordine.
Davide
00venerdì 31 gennaio 2020 16:24
Franco Allegranzi, 30/01/2020 13.13:

Ci sono un sacco di siti copia-incolla che "derubano" le testate tradizionali


Questo è un grosso problema e infatti noi del forum da qualche anno prendiamo solo le prime tre righe, mettendo il link dell'articolo completo.
Praticamente il classico "snippet".
Mi capita spesso di vedere alcuni miei articoli copiaincollati qua e là e non è sempre una bella sensazione. [SM=g1944742]
Iuzzolino
00venerdì 14 febbraio 2020 14:22
Re:
Franco Allegranzi, 1/30/2020 1:13 PM:

Ai colleghi che sperano di fare i giornalisti sul web io auguro ogni bene. Visto che da più di vent'anni lavoro per la carta stampata, che pure è in crisi (mi riferisco alle vendite e al numero degli occupati in calo) devo dire che il giornalismo on line, al momento, non è un Eldorado. E' vero che internet sta "uccidendo" la carta, ma contrariamente a quanto molti pensano al momento frutta poco in termini di pubblicità alle aziende editoriali (anche meno del 5 per cento per le testate che hanno web+carta) quindi non garantisce significative prospettive di assunzione né investimenti. Senza contare che il web è liquido e vi si confondono informazione seria e fake, la concorrenza è quantitativamente imponente, ci sono un sacco di siti copia-incolla che "derubano" le testate tradizionali, la gente non vuole pagare l'informazione on line e la pubblicità da sola non regge la baracca. Se metti on line una notizia a pagamento troverai sempre qualcuno che la mette gratis, e magari non ha studiato per fare il giornalista, non ha mai superato un esame di abilitazione professionale, non paga l'iscrizione ad alcun Ordine.



Non è esattamente così o almeno è tutto giusto se la vedi dal punto di vista del giornalista.
Chi mette "notizie gratis" in internet e ha un sito con migliaia di visite diventa un vero e proprio libero professionista con partita IVA che deve occuparsi di campagne banner e sponsorizzazioni. Spesso dietro progetti che per voi sono "amatoriali" ci sono ragazzi che montano video anche 12 ore al giorno per un pugno di mosche.
Il lavoro di giornalista è cambiato perchè se togliamo le grandi redazioni (dove effettivamente ci sono ancora professionisti) ci sono solo "content creator" di cui sopra.
Il copiaincolla ormai è più un problema dei social.
S@yaka
00sabato 22 febbraio 2020 18:48
Per quanto mi riguarda massimo rispetto sia ai giornalisti che ai content editor (spesso le due figure coincidono).
Spesso è una guerra fra poveri, ma alcuni di loro mettono davvero tanta qualità.
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