Tempo fa su ecoblog pubblicavamo una ricerca che annunciava la riduzione delle dimensioni del pene degli orsi polari, causa inquinamento. Lo stesso restringimento si è notato per il pene dei maschietti italiani misurato a riposo a oltre 2000 ragazzi dai 18 anni in su di Padova.
Scrivono i colleghi di queerblog, che di certi giochetti se ne intendono:
Gli studiosi hanno misurato il birillo di 2123 ragazzi diciottenni delle scuole superiori di Padova e provincia ed è risultato che, in media, la lunghezza del pene a riposo si è ridotta del 10% negli ultimi sessant’anni: vale a dire si è passati da 9,7 centimetri a 8,9. Cinquantadue ragazzi, poi, (il 30,7% dei quali obesi) avevano il pisello a riposo di 6 centimetri e i ricercatori l’hanno definito “micropene”.
Aggiunge Carlo Foresta autore dello studio e direttore Centro regionale di crioconservazione dei gameti maschili dell’Università degli Studi di Padova:
Sotto accusa l’inquinamento ambientale e i suoi effetti “anti-androgenici”, legati in particolare a diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e materiali tossici liberati dai detergenti. L’inquinamento danneggia lo sviluppo e la funzione dell’apparato sessuale maschile già nel periodo embrionale. Le dimensioni del pene sono androgeno-dipendenti e la crescita dell’organo si verifica nei primi quattro mesi di vita embrionale, entro i primi quattro anni di vita e durante lo sviluppo adolescenziale. E la riduzione di androgeni è legata anche allo sviluppo di tumori e all’aumento della sterilità.
Non è dato sapere se l’ameno strumento quando adeguatamente sollecitato, recuperi o meno centimetri.
Fonte: ecoblog