Figli, Crepet spiega: «Senza i "no" non si cresce, educare è una fatica»

Sulla scia del parere di Iuzzolino "Questa generazione di giovani non sa affrontare i problemi", ecco ciò che pensa Crepet sull'argomento:

A forza di dire di sì tutto diventa grigio, si perdono i colori. Tutto è anticipato rispetto a ieri, oggi a 13 anni fai la vita che una volta si faceva a 18. La società anticipa i suoi riti: prima maturi, prima diventi consumista. Oggi un ragazzino di 13 anni al telefonino si compra quello che vuole e questo crea una sproporzione, è una maturazione fittizia: non sei maturo perché sei su Facebook, ma se hai una tua autonomia. Oggi giustifichiamo tutto, non conosciamo i nostri figli, siamo abituati a non negare loro mai niente, a 13 anni le figlie fanno l'amore e non ci sono molte mamme che svengono alla notizia. Si consuma tutto troppo in fretta, anche la vita.

www.ilgazzettino.it/nordest/padova/figli_educazione_consigli_psicologo_crepet-3572...

Sarà questo il motivo di gran parte dei suicidi per bugie sulla laurea?

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I 12enni hanno in camera stereo, PC da gaming, 2 cellulari e vestiti griffati alla moda.
Queste persone quando avranno 20 anni e dovranno confrontarsi con la vita accademica o peggio con quella lavorativa impazziranno.
Se non sono i tuoi genitori a dirti di no ci penserà il mondo a farlo.

Io ho perso il conto dei casi di ragazzi suicidi per balle sulla laurea pubblicati su questo forum, ogni tanto leggiamo di ragazzini che si appendono perfino alle medie dove hanno pure tolto le bocciature.
Concordo con Sayaka e aggiungo che la risposta non è nella leva obbligatoria come qualcuno sostiene ma nell'educazione impartita dai genitori e alla voglia che i ragazzi poi mettono in quello che fanno: se non hanno prospettive diventano apatici, al contrario se si prospettano mete si daranno da fare.
Ragazzi, smettetela di vivere nella vostra cameretta del co: mettevi alla prova e responsabilizzatevi.
Stiamo allevando una generazione di piagnoni e bestemmiatori che odiano l'Italia.

Io non ho nulla contro la "cameretta" come dici tu, meglio la "cameretta" della zona-spaccio al parco.
Nella mia vita le più grandi conquiste le ho fatte da reclusa in casa: studio, ricerca e lavoro.
Il punto è che la vita di una persona deve essere bilanciata: se sei abituato ad avere tutto quando ti troverai con niente potresti reagire anche suicidandoti.
Solo così spiego questa moria.

Beata te che lavori a casa.