Festa 150 anni: malumore tra gli statali

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maripos@!
00mercoledì 9 marzo 2011 18:29
Il 17 marzo compensato con un giorno di ferie in meno
ROMA - Diciassette marzo amaro per i dipendenti pubblici: il meccanismo individuato dal governo per festeggiare i 150 anni dell'Unita' d'Italia senza aggravi di costi nella pubblica amministrazione ha suscitato malumore in molti degli uffici statali e degli enti locali. Nulla contro la festa in se' - e' subito bene precisare -. Anzi - sostengono i sindacati - e' importantissima e va celebrata. La contestazione riguarda la compensazione con una delle festivita' soppresse e, in particolare, con il 4 novembre (la vittoria nella prima guerra mondiale). Le altre festivita' soppresse sono San Giuseppe, l'Ascensione e il Corpus Domini: quattro giorni di riposo compensativo, dunque, che i lavoratori possono prendere quando vogliono purche' nell'anno solare.

A spiegare il sistema e' la stessa relazione tecnica allegata al decreto emanato dal governo per istituire la Festa: ''L'effetto derivante dalla compensazione tra il 17 marzo e il 4 novembre si risolve nella circostanza che i lavoratori non potranno disporre in piena liberta', secondo le loro esigenze, di tutte e quattro le giornate di riposo compensativo, essendo sostanzialmente previsto l'obbligo ex lege che uno di questi riposi cada nella giornata del 17 marzo.

SINDACATI, MALUMORE TRA STATALI - ''I dipendenti pubblici l'hanno presa a male, c'e' un forte malcontento perche' non riescono a capire le ragioni di questa decisione - sostiene il segretario generale della Uil-Pubblica Amministrazione, Benedetto Attili -. Una decisione che sembra dettata piu' dalla necessita' di accontentare forze di governo che ritenevano che questo importante evento non si dovesse celebrare. Nella sostanza, con un ordine di servizio e' stato messo in ferie tutto il pubblico impiego. Quest'anno poi - prosegue il sindacalista - coincidono due importanti festivita', il 25 aprile e Pasquetta. Di conseguenza, senza colpo ferire, si poteva tranquillamente dichiarare il 17 marzo un giorno di festa''.

Lungi dal voler far polemiche sull'importanza della festa e' anche la Cisl con il segretario confederale, Gianni Baratta. ''Una festa - dice il dirigente sindacale - che sosteniamo e che va valorizzata. Forse le modalita' dello slittamento con una giornata delle festivita' soppresse sarebbe stato opportuno farne oggetto di discussione''.

A parlare di un ''gran pasticcio'' e' il coordinatore settori pubblici della Cgil, Michele Gentile. ''Ecco cosa sono riusciti a fare della ricorrenza dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, questo nel tentativo mal riuscito di risolvere contraddizioni interne al governo. E da quello che ci risulta lo stesso Brunetta, pronto ad interpretare tutto, su cio' si limita a ripetere la relazione tecnica al decreto''.

BRUNETTA, SACRIFICIO TRASCURABILE - E' "un sacrificio del tutto trascurabile, limitato all'anno 2011, e giustificato da una finalità che davvero si auspica condivisa". Così il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è intervenuto sugli effetti economici, per i lavoratori, della festività del 17 marzo, istituita per i 150 anni dell'Unità d'Italia, che per quest'anno sostituisce il 4 novembre. La relazione tecnica del provvedimento, ha spiegato Brunetta nel corso del question time, "ribadisce che il 17 marzo 2011 è considerato giorno festivo. Dal momento che, per una precisa scelta del Consiglio dei ministri, dall'attuazione del provvedimento non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, il decreto prevede che gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali connessi alla festività del 4 novembre siano imputati, per l'anno 2011, alla data del 17 marzo. Conseguentemente i lavoratori - ha detto ancora il ministro - non potranno disporre liberamente di tutte e quattro le giornate di astensione dal lavoro per festività soppresse, essendo previsto l'obbligo ex lege di utilizzare una delle quattro giornate in corrispondenza della festa nazionale del 17 marzo 2011".

Fonte: www.ansa.it

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Che dire?
Ormai viene solo da piangere a commentare le idiozie e le varie buffonate di questo governo.
Pensate che quest'anno non c'è la festività del 25 aprile e neanche il 1° maggio.
Dove sta questo fantomatico e strombazzato risparmio (??) proprio non si capisce (visto che gli statali vengono pagati a stipendio fisso e non rileva in alcun modo il nr. delle giornate lavorative mensili).
Propaganda per leghisti deficienti che purtroppo ci credono pure....
alevalery
00sabato 12 marzo 2011 21:03
Quest'anno a feste fa davvero schifo [SM=g1944710]
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