Falcone e Borsellino, due eroi da favola

In anteprima a Mip Cannes il film di animazione sui due giudici, andra' su Raitre

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Due bambini che nella Palermo degli anni Cinquanta lottano contro un mago malvagio che trasforma gli uomini in pezzi di legno per poterli manovrare come un 'puparo': e' questa la metafora usata in 'Giovanni e Paolo e il mistero dei pupi', un film di animazione dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due giudici siciliani impegnati nella lotta alla mafia e barbaramente uccisi in due attentati nel 1992. Una storia di fantasia che ha l'obiettivo di insegnare e ricordare ai bambini i valori di dignita' e coraggio che i due magistrati hanno testimoniato nella loro vita. Il cartone animato di 26 minuti, che andra' in onda su Raitre prima dell'estate, e' stato presentato questa mattina al Miptv di Cannes, la principale fiera mondiale dei prodotti audiovideo. E' coprodotto da Rai Fiction e Larcadarte (con lo studio di animazione Musicartoon di Roma) in collaborazione con la Regione Siciliana, ed e' distribuito nel mondo da Rai Trade. ''L'idea ci e' venuta dopo aver letto di una inchiesta condotta tra i bambini delle scuole che non sapevano chi erano Falcone e Borsellino'', dice Alessandra Viola che ha firmato la sceneggiatura insieme a Rosalba Vitellaro (che ha anche diretto il cartone animato) e Valentina Mazzola, mentre la direzione artistica e' di Enrico Paolantonio. ''Abbiamo cercato una metafora che facesse capire come lottando contro la mafia si vince sempre. Andando invece dallo stregone, metafora di Cosa Nostra, si diventa progressivamente di legno e si perde la liberta'. Le famiglie Falcone e Borsellino sono state coinvolte nella fase di realizzazione del progetto''. Tra i doppiatori del cartone animato ci sono Leo Gullotta e Donatella Finocchiaro, mentre Giovanni e Paolo sono doppiati rispettivamente da Barbara Pittotti e Mattia Nissolino. ''Il mago che trasforma Palermo fa capire che cedere al male non e' un fattore di potenza, ma una perdita di autonomia. Speriamo che lo special tv venga usato assiduamente nelle scuole siciliane e in tutta Italia'', ha sottolineato Luca Milano di Rai Fiction, mentre Mussi Bollini, capostruttura dei programmi per bambini e ragazzi di Raitre, ha spiegato che Giovanni e Paolo andra' in onda sulla rete prima dell'estate, ''in coincidenza con l'anniversario degli attentati in cui morirono Falcone e Borsellino''. ''Sono storie forti che vanno portate in tutte le tv del mondo - ha detto Carlo Nardello, amministratore delegato di Rai Trade -: il messaggio di questo cartoon e' che la volonta' di ciascuno di noi puo' battere un male endemico come la mafia''. ''La Sicilia emerge sempre sotto alcuni profili come la mafia e gli sprechi - ha osservato l'assessore all'istruzione e alla formazione della Regione Mario Centorrino, presente alla conferenza stampa -. Non nego che esistano fenomeni che vanno messi in evidenza, ma vanno bilanciati con fatti positivi come i giovani, la creativita' e il coraggio di reagire. L'impegno della Regione e' decisamente antimafia, nonostante alcuni fatti di cui si parla. E' importante con l'educazione antimafia convincere i giovani ad un impegno concreto. Speriamo che la frase 'scommettiamo che vince Sciascia' possa finalmente essere smentita''. Tra le attivita' parallele collegate al cartoon e che avranno luogo in Sicilia nel corso del 2010, ci sono anche un concorso a fumetti dedicato alle scuole medie (gia' bandito nel mese di febbraio) e la realizzazione di un kit sulla legalita' che verra' distribuito in 1.500 scuole, per giocare in classe approfondendo temi di attualita' e di educazione civica.

Titti Santamato

www.ansa.it

Mah, io sono siciliana e anche se sono passati 30 anni dalle elementari e medie posso testimoniare che in Sicilia SCIASCIA NON E' MAI STATO INSEGNATO NELLE SCUOLE PERCHE' ERA COMUNISTA e la Sicilia è sempre stata nel tempo o Fascista o democristiana o filoberlusconiana e il povero Sciascia non sapevamo neanche chi fosse. Mai sentito parlare di lui a scuola.
Falcone e Borsellino? Quando erano vivi ce li descrivevano a scuola come due sovversivi da contrastare a tutti i costi perchè volevano distruggere la Sicilia e l'ordine naturale delle cose.
Solo da adulta e quando sono uscita dalla Sicilia ho capito come andava il mondo.
Sono scettica, non sarà un cartone animato (e neanche l'attuale amministrazione in Regione Siciliana su cui è meglio stendere un velo pietoso) a cambiare lo status mentale dei siciliani.

Ottima testimonanza... ti cito in un altro forum.

Così tutti i siciliani, naturalmente risentiti, verranno a linciarmi qui?

No, no... non ho messo nessun link.

Un tipo ti ha risposto:

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La Sicilia è un "cosa" talmente complessa che pensare di poter liquidare la questione così è arduo ai fini della comprensione. Soprattutto appellarsi ad una omogeneità di fondo della "sicilianità". Non esiste UNA sicilianità. Per fare un esempio, troverai abbastanza semplice imbatterti in un autoctono di un paese interno della Sicilia Occidentale per cui se non hai "la terra" non sei nessuno. Un colletto bianco senza podere a Corleone conta meno di un contadino che ha ereditato qualche ettaro. E li il riferimento alla Mafia è alla "vecchia mafia" quella dei pecorari che avevano scacciato l'antica aristocrazia latifondista sostituendosi ad essa e che avevano aiutato gli americani a sbarcare in Italia. Quella dei signori che mantenevano l'ordine in maniera tale che "non volava neppure uno schiaffo". Li la Mafia viene percepita ancora così, molti non danno affatto una lettura negativa del fenomeno,a parte chi ha visto anche altro per studio,per letture o per semplici contatti esterni rispetto a questi luoghi dimenticati da Dio. La mentalità di chi vive ad oriente invece è completamente diversa, li la malapolitica vige(né più né meno che in quasi tutto il mezzogiorno) ma la qualità della vita in molti luoghi è alta(soprattutto nei piccoli centri),criminalità organizzata e piccola quasi completamente assente,borghesia imperante,mentalità molto meno chiusa e molto meno legata a categorie ottocentesce da un punto di vista sociale,culturale ecc. Insomma, un conto è vivere ad Ispica(nota turistica: i tramonti più belli cui potete avere la fortuna di assistere)o Taormina, un conto è vivere a Palermo o Corleone o alcune zone interne al confine tra l'agrigentino e il palermitano, due mondi nettamente distinti. Su Sciascia non so dove abbia vissuto questa signora,ma mio Nonno aveva uno scaffale pieno di libri di Sciascia e non era neppure comunista. Questo senza nulla togliere alla sua testimonianza che se non si presta alle generalizzazioni è pure corretta.

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Non posso commentare troppo per il motivo che ci tengo al mio anonimato ma mi sa che sei andato a pescare un mio paesano e limitrofi (magari lo conosco pure nome e cognome, magari è un mio parente )

Sarà che stasera sono cotta dallo studio ma siccome scrive in maniera un pò contorta non ho capito una mazza di quello che ha detto. Mi ripropongo di rileggermelo con calma domani quando sarò più lucida.

Anzi dimmi su quale forum l'hai pescato.

Mi dispiace ma il link di quel forum è coperto da segreto di stampa.

Moh l'ho letto meglio.
La signora ha vissuto accanto a casa sua e di suo nonno.
Non potevi trovarne un altro da qualche altra parte della Sicilia?
In linea di massima dice cose giuste anche se scrive un pò troppo ermeneutico per i miei gusti. Dice luoghi comuni.
Noi della Sicilia orientale la Sicilia occidentale neanche la conosciamo, è una terra lontanissima, quasi straniera!