Cina, continui suicidi nelle fabbriche Foxconn

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Davide
00mercoledì 26 maggio 2010 13:27
Foxconn si difende dopo l'ottavo suicidio in un anno

Un singolare, tristissimo record spetta a Foxconn: otto suicidi di dipendenti, gli ultimi due nel giro di una settimana, un ragazzo e una ragazza di 24 anni. L'evento sta suscitando interrogativi e riprovazione nel mondo occidentale dove in passato già diversi media avevano messo nel mirino la società cinese, accusata di trattamenti inumani ai dipendenti e di iniziative disciplinari impensabili per il mondo di Europa e America le cui aziende offrono a Foxconn sontuosi contratti per la costruzione di prodotti di elettronica di consumo.

Tra i casi più clamorosi quello accaduto qualche mese fa quando un dipendente che era stato accusato di avere "rubato" un prototipo di iPhone era stato sottoposto a forti pressioni psicologiche, causando (secondo i media americani) il suo suicidio. In precedenza, nel 2006, Apple aveva anche avviato un accertamento per fare luce sulle condizioni di impiego dei dipendenti Foxconn senza rilevare alcuna situazione preoccupante: dall'esame di Cupertino sospetti e accuse erano stati giudicati esagerati rispetto alla realtà, ma gli ispettori della Mela avevano comunque chiesto alcune variazioni alle politiche aziendali.

I casi di questi giorni ripropongono, però, il caso. Il primo recente evento luttuoso è avvenuto la scorsa settimana quando una dipendente di 24 anni conosciuta solo come "Chu" si è tolta la vita; a circa sette giorni un giovane di 24 anni "Lu" ha patito la stessa sorte. In precedenza si erano già suicidate altre sei persone.

Foxconn ha espresso ufficialmente il cordoglio della società per il ripetersi di questi tragici incidenti: nel comunicato Foxconn torna a difendere la propria posizione ribadendo che il trattamento dei dipendenti risponde alla legge e anche agli standard di livello mondiale.

Foxconn è il principale costruttore per conto di Apple di diversi dispositivi della Mela tra cui iPod, Mac mini, iPhone e anche iPad. Gran parte delle operazioni di Foxconn sono ubicate in un gigantesco complesso a Shenzhen, nella Cina meridionale, in cui vivono e lavorano oltre 300mila persone. L'azienda costruisce e assembla diversi altri prodotti per i più importanti marchi mondiali dell'elettronica e dell'IT.

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Davide
00mercoledì 2 giugno 2010 18:18
Jobs difende la Foxconn

"Non è fabbrica di schiavi"

Il CEO di Apple definisce "difficile" la situazione che si vive in una delle strutture dove di producono anche i suoi gioielli tecno, e dove 10 operai si sono suicidati, poi dice: "È carina, ha ristoranti, cinema, ospedali e piscine". Intanto invia suoi rappresentanti in loco. "Stiamo cercando di capire"


"Una fabbrica carina che sta vivendo una situazione difficile". Così Steve Jobs, amministratore delegato di Apple, pochi giorni dopo il traguardo dei due milioni di iPad venduti nel mondo, ha parlato dei suicidi che si susseguono nella fabbrica cinese della Foxconn (di proprietà taiwanese) dove si assemblano molti dei suoi gioielli tecno. Per questo - ha detto durante il suo intervento alla prestigiosa conferenza "All Things Digital" - ha mandato alcuni suoi uomini sul posto per raccogliere elementi. "Non è una fabbrica di schiavi. La Apple fa uno dei lavori migliori rispetto a tutte le altre compagnie nel controllare le condizioni di lavoro nella catena dei fornitori", ha detto Jobs. "Mi rendo conto che lì c'è qualche problema serio, ma stiamo cercando di capire, prima di trovare una soluzione".

Il caso Foxconn. Jobs ha difeso le condizioni di lavoro nella Foxconn. "Non è un negozio di dolciumi - ha spiegato - è una fabbrica ma, perdiana, ha ristoranti, cinema, ospedali e piscine. Per essere una fabbrica è molto carina". La Foxconn è un'enorme azienda che produce componenti elettronici e rifornisce giganti come Apple, Dell e Nokia. Dall'inizio dell'anno almeno 10 operai si sono tolti la vita. L'azienda ha chiesto un impegno scritto a non suicidarsi ai suoi dipendenti e poi ha concesso un aumento di stipendio del 30 per cento, sempre per fermare i suicidi. Nella fabbrica gli operai si lamentano delle condizioni di lavoro: "Siamo costretti a lavorare per 12 ore al giorno, sei giorni a settimana, assemblando prodotti che non potremo mai comprare", dicono gli operai. La Apple ha inviato sul luogo alcuni suoi rappresentanti per cercare di capire i motivi di questa ondata di suicidi. Per Jobs il problema potrebbe dipendere dal fatto che dei giovani, che lasciano le loro comunità agricole per recarsi in città a lavorare alla Foxconn, potrebbero essere sopraffatti dal nuovo ambiente in cui si ritrovano a vivere, lontani dai parenti e dagli amici. "Ci sono problemi reali in questi posti - ha detto Jobs - e intendiamo capire, prima di dare soluzioni".

La vicenda si svolge mentre agitazioni per aumenti salariali sono in corso in tutto il sud industrializzato della Cina. Ieri l'impresa automobilistica giapponese Honda, in uno dei cui stabilimenti gli operai sono in sciopero dalla scorsa settimana, ha offerto un aumento dei salari del 24 per cento. Gli operai della Foxconn guadagnano oggi 900 yuan (circa 108 euro). Secondo Geoffrey Crothall, uno dei curatori del China Labour Bulletin di Hong Kong, "a Shenzhen (dove si trova la fabbrica della Foxconn) un salario minimo di duemila yuan è assolutamente necessario".

"Apple crede nelle notizie online". Capitolo media. Steve Jobs è convinto che la gente arriverà pagare per avere le notizie online. "Non voglio che ci trasformiamo in una nazione di blogger", ha detto. "Una delle mie convinzioni più profonde è che la democrazia dipenda da una stampa libera e forte". Aggiungendo che la Apple è "assolutamente" per aiutare quelle organizzazioni che stanno cercando nuovi modi di diffondere le notizie, pagandole, in modo che possano mantenere intatta la loro organizzazione. La 'vision' di Apple prevede che sull'iPad ci siano applicazioni come le piattaforme Digital Age in cui giornali e settimanali possano costruire nuovi modelli di business. "Sappiamo - ha osservato Jobs riferendosi ai media tradizionali - cosa sta accadendo in questi settori e sappiamo che molti di loro sono in grossi guai". "Questa - ha aggiunto riferendosi all'iPad - è un'opportunità potenziale per fornire più valore di una semplice pagina web e ritengo che si possa cominciare a chiedere dei piccoli ricarichi su tutto ciò. Penso che la gente voglia pagare per avere contenuti.
Credo nei media e nei contenuti delle notizie".

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