e per fortuna che c'è possibilità di fare tutto on line;
io se ho smesso l'università ancora 8 anni fa è proprio per questo... con la disabilità visiva che ho, sarebbe stato un gran problema muovermi, e in più all'epoca non avevo niente di ausili e mi toccava pagare uno per farmi leggere i libri. Avevo iniziato ingegneria informatica.
ancora su internet si trovava poco. E anche adesso, io avevo pensato di riprendere a studiare ma poi non ce la facevo ad ottimizzare il tempo, e se tante volte per le lezioni potrebbero non esserci barriere perché tenute on line, per i libri purtroppo poco si può fare, se sei non vedente ti tocca perder ore a digitalizzarli con uno scanner perché non ci sono libri elettronici già preconfezionati e, quelli che ci sono, non sono condivisi su servizi internet legali. Con tutte le non-garanzie del caso.
Comunque, tornando a bomba ad Amina:
queste cantonate che prende la stampa internazionale potrebbero essere un ulteriore fianco offerto ai regimi oppressivi, i quali hanno così la certezza che siamo tutti una manica di creduloni quindi possono dirci quel che vogliono e noi ce lo beviamo.
Io purtroppo, ultimamente sto diventando di un cinismo spaventoso verso gli appelli umanitari o di animali diffusi tramite la rete; non diffondo, non condivido, prima di aver fatto una verifica, nel limite delle mie possibilità.
Ci sono anche casi umanitari a lieto fine che si sono risolti grazie al web
www.optimaitalia.com/blog/2011/04/08/usa-trova-un-rene-grazie-a-facebook-e-si-salva-...
oppure un altro di pochi giorni fa, di una donna che proprio creandosi un profilo fake, è riuscita a scoprire che il marito organizzava un piano per ucciderla.
Però, in questo mondo qua, la teoria del "condividi non costa nulla", non vale più. A meno che non ci sia una fonte certa e verificabile dell'appello, non vale nemmeno dire "nessuno si permette di scherzare sugli appelli umanitari", perché come s'è visto... c'è questo e altro.