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Apologia di reato: sia più grave su internet

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2009 18:17
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22/12/2009 14:57

Un progetto di legge presentato al senato propone un giro di vite sull'apologia dei delitti contro la persona. Soprattutto online

L'istigazione a delinquere e l'apologia di reato sono già previste nel codice penale, ma se avverrà tramite Internet o telefono, e riguarderà delitti contro la vita e l'incolumità della persona, scatterà un'aggravante. Questo è, almeno, quello che prevede il decreto legge proposto dal senatore del Pdl Raffaele Lauro. La proposta di legge nasce sull'onda delle polemiche seguite all'attentato subito dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in particolare rispetto ai gruppi di Facebook su cui si è “festeggiato” l'avvenimento e l'autore dell'aggressione.

“L'aggressione a Berlusconi – si legge in una dichiarazione del senatore Lauro pubblicata dal Corriere della Sera - ha evidenziato la necessità di intervenire sul fenomeno diffuso, caratterizzato da esortazioni alla violenza e all'aggressione mediante discorsi, scritti e interventi che, in virtù delle moderne tecnologie informatiche, riescono ad acquisire una rilevanza mediatica significativa”.

Il decreto legge propone un giro di vite, in generale, per chi istiga a commettere delitti contro la vita e l'incolumità delle persone o ne faccia apologia, prevedendo come pena la reclusione da tre a dodici anni (la legge in vigore prevde da uno a cinque anni). Se poi il reato è commesso tramite comunicazione telefonica o telematica (internet e social network), la pena dovrebbe essere aumentata, introducendo un'aggravante, un po' come avviene per la diffamazione a mezzo stampa.

Nel decreto legge proposto non sembrano essere previste pene anche per eventuali intermediari, quali potrebbero essere Facebook, Twitter e altri contenitori tipici del web 2.0. In questo modo, potrebbero essere bypassate le accuse di censura alla Rete già mosse da alcuni esponenti dell'opposizione allorché sono state evocate misure di controllo su Internet e sui social network.
Facebook, in ogni caso, aveva già dichiarato tramite i suoi portavoce di voler collaborare con il governo, provvedendo a chiudere i gruppi nati per esaltare l'aggressione di Massimo Tartaglia al premier Berlusconi.

Il senatore Lauro, nel presentare la sua proposta di legge, ha dimostrato inoltre di essere particolarmente interessato all'uso delle nuove tecnologie da parte delle giovani generazioni. “Insieme con il disegno di legge – ha infatti dichiarato - ho presentato una mozione parlamentare, già sottoscritta da più di 50 senatori di maggioranza e opposizione, per discutere al Senato di cultura informatica e degli effetti perversi derivanti dall'uso patologico del cellulare da parte di giovani e giovanissimi”.

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