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In 12mila per "Uccidiamo Berlusconi"

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2009 18:31
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21/10/2009 20:11

Tutto è partito da Shooting Silvio. Film del 2007 il cui protagonista è Kurtz, giovane scrittore che decide di unire vita e scrittura per realizzare il libro che ha in mente. Shooting Silvio, appunto. Uccidere il premier. E di recente il caso del segretario del circolo del Pd di Modena che aveva evocato su Facebook un killer per il premier. Una storia che si ripete per "Uccidiamo Berlusconi", un gruppo su Facebook, nato nel settembre del 2008, che oggi conta circa 12mila iscritti. Ma il ministro della Giustizia Angelino Alfano non ci sta: "Intervenga la magistratura. Ho chiesto un'inchiesta sulla sicurezza del premier". E la Procura di Roma apre un fascicolo con l'ipotesi di minacce gravi alla sicurezza del Premier.

Un gesto "leggero"? Uno scherzo di pessimo gusto? Di sicuro ci sono le parole messe in calce alla tabella nella quale si forniscono le indicazioni sulle finalità del gruppo e sulla modalità di partecipazione. L'amministratore scrive che "oggi in data 12 ottobre 2009 prendo la direzione del gruppo abbandonato dalla precedente amministrazione e non potendo cambiarne il nome, dichiaro questo un gruppo di affermazioni bizzarre. Personalmente non voglio uccidere realmente nessuno, non voglio incitare nessuno a violare la legge". Certo, nessuno definirebbe "Uccidere Berlusconi" solo un'affermazione bizzarra e "non voler uccidere realmente nessuno" è una giustificazione che ha poco a che vedere con le regole della dialettica politica e con il vivere civile.

E questa è una percezione diffusa soprattutto tra chi a questo gruppo si inscrive. "Un gruppo del genere può solo crearlo chi alleva vipere, chi ha la cultura dell'odio e chi trova nell'avversario sempre e comunque un nemico". E ancora: "Berlusconi non mi è simpatico. Non per questo mi permetto di offendere o minacciare nessuno come a malincuore noto in questo gruppo". C'è chi si spinge a definirlo come "un ramo sovversivo della rete".

Definizioni a cui arriva qualche risposta: "Sono in questo gruppo da mesi e non ho mai letto reali pianificazioni di attentati o altro di quello che immagini.. questa è una simpatica goliardata". Alcuni commenti sono agghiaccianti: "500mila euro e mi offro volontario come killer", oppure "io invece dico senza mezze parole: lo vorrei morto perché sta rovinando il Paese". C'è chi immagina rapimenti: "Un anonimo autocarro alle quattro di mattina, il prelievo, e poi nulla", e chi dice: "personalmente non voglio che venga ucciso. Deve vivere fino a 100 anni, marcendo fra processi, pentiti mafiosi che lo accusano, insulti e minacce". E c'è anche un appello ad Obama: "sono certo che la sperimentazione del nucleare è attiva ed affinata, potrebbe incaricare uno dei suoi generale di dar ordine di inviare una piccolissima testata nucleare nella casa di silvietto? Grazie".

La reazione è fatta di commenti che elogiano incondizionatamente il premier: si va da "ci ha regalato la prima formazione politica anglosassone della storia italiana", al tormentone "meno male che Silvio c'è", fino a "Berlusconi ha saputo rappresentare la borghesia italiana". E su Facebook è in atto una sorta di vendetta trasversale.

C'è infatti anche "Uccidiamo chi vuole uccidere Berlusconi", un gruppo nato con l'esplicita volontà di combattere l'altro. Facebook non è nuovo a simili manifestazioni. Più di 500 gruppi iniziano per "Uccidiamo". Si va dalla politica, Bassolino, ai personaggi dello spettacolo, Mughini e Chuck Norris, per finire ai cartoni animati, Hello Kitty e Doraemon.

Intanto il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, che si è tenuto oggi al Viminale, sta valutando con molta attenzione la sicurezza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo ha rivelato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, a margine di un convegno organizzato dal Notariato a Venezia, spiegando "c'è un tema grande di sicurezza che riguarda la persona del presidente del Consiglio affrontato nel corso del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto al Viminale". Il ministro ha poi aggiunto, commentando il gruppo "Uccidiamo Berlusconi": "Mi aspetto che la magistratura faccia il proprio dovere indagando, perseguendo e trovando coloro i quali inneggiado all'odio e all'omicidio commettono un reato penale".

L'indagine della Procura di Roma - Minacce gravi. Questa l'ipotesi di reato del fascicolo aperto dalla Procura di Roma e che si riferisce al un gruppo "Uccidiamo Berlusconi". Dopo l'analisi dei post del gruppo non è escluso che la Procura possa prendere in considerazione anche il reato di istigazione a delinquere. Inoltre, potrebbero esere adottate misure cautelari ossia l'oscuramento della pagina Facebook.

www.repubblica.it
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