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Pizzetti: «No alle foto in casa altrui, possibili quelle in luoghi pubblici»

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2010 10:43
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01/06/2009 12:42

La cautela è dovuta e le parole vengono pesate con il bilancino. Ma in tempi di immagini rubate, rivelazioni familiari e violazione sistematica della privacy, il parere di Francesco Pizzetti, l’uomo che guida l’Autorità Garante dei Dati Personali, rimane la bussola più affidabile per capirci qualcosa.
Scusi professore, scattare foto di altre persone è consentito oppure no?
«La regola generale è che le fotografie possono essere prese senza il consenso della persona interessata solo se l’intenzione è quella di farne un uso privatissimo. Occorre ricordare che la tutela della riservatezza di ognuno di noi è parte integrante del principio di libertà santito dalla Carta Costituzionale».
La regola generale è uguale se si scatta in strada o nel giardino di casa altrui?
«No. All’interno del domicilio privato di una persona, chiunque essa sia, la necessità del consenso dell’interessato sussiste sempre, anche se si intende farne un uso personale».
E se si vuole fotografare una persona importante in casa propria?
«Per quanto riguarda le persone pubbliche, o che in un certo contesto assumono interesse pubblico, la regola generale è che non è necessario il consenso di questa persona se la è foto scattata in luogo pubblico e verrà utilizzata per informare, cioè nell’ambito del diritto di cronaca. Mentre numerose sentenze dei giudici ordinari, della Corte di Strasburgo e anche molti provvedimenti dell’Autorità Garante della Privacy hanno tenuto fermo il principio che non è lecito introdursi nel domicilio privato con artifizi e raggiri per catturare le immagini di persone che hanno rilevanza pubblica. Così come non è lecito utilizzare per lo stesso scopo alcune tecnologie particolarmente invasive per vedere e riprendere immagini all’interno del domicilio della persona, sia essa un personaggio pubblico o meno».
Per tecnologie invasive intende i teleobbiettivi dei fotografi?
«Intendo tutte le apparecchiature che consentono di vedere cosa accade all’interno di una proprietà privata. Certo, se passo davanti ad una villa che ha il cancello aperto e guardo dentro, nessuno può dirmi nulla. Se invece ho bisogno di apparecchiature particolarmente sofisticate per vedere o fotografare qualcosa, allora è una cosa diversa».
Quindi sulla vicenda delle foto a Villa Certosa?
«Su questa vicenda non posso esprimermi, poichè l’Autorità Garante della Privacy sta svolgendo un’istruttoria. Ma ovviamente anche in questo caso la nostra attività sarà guidata oltre che dal più tempestivo e scrupoloso accertamento dei fatti, anche dai principi generali che le ho appena esposto».
Allora, le tutele sono diverse a seconda dell’importanza della persona: l’uomo pubblico ha meno diritto alla privacy perché c’è l’esigenza di informare la gente su quello che fa. E’ così?
«Effettivamente le persone normali possono invocare una maggiore tutela della privacy, rispetto ai personaggi pubblici».
E se una persona normale si trova una sera a cena in casa di un personaggio pubblico, diventa anch’essa meno tutelabile?
«Dipende dai casi e dalle situazioni: ognuno di noi che non è persona pubblica può diventare di interesse pubblico in ragione delle circostanze nelle quali si viene a trovare. Ad esempi la vittima di un incidente, oppure colui che è ripreso sul luogo di un fatto di interesse pubblico. Ci sono casi di persone che non sono figure pubbliche ma che in ragione di determinati eventi assumono questa posizione, perché i loro comportamenti possono essere di interesse pubblico».
Veniamo alle sanzioni: funzionano?
«Ci sono le sanzioni penali, se il fatto viene considerato come reato; le sanzioni civili se ci sono i presupposti per un risarcimento di un danno e i poteri sanzionatori dell’Autorità Garante della privacy, per tutti i casi che non rientrano nel penale o nel civile, compreso il potere di blocco o di divieto».
Secondo servono come deterrente?
«Quelle penali e civili ritengo di si. E anche quelle del Garante, che dal primo gennaio scorso sono diventate particolarmente incisive, mi sembrano assolutamente significative».

Massimo Martinelli

www.ilmessaggero.it
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Post: 17
Città: ROMA
Età: 41
Sesso: Maschile
08/02/2010 11:50

INTERESSANTE, ATTUALE, SAREBBE DA APPROFONDIRE PER CURIOSOìITà MIA PERSONALE, MA MI è PIACIUTO
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Post: 43
Città: CAPODRISE
Età: 43
Sesso: Maschile
24/02/2010 10:43

d'accordo con il titolo
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