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Riprendono i suicidi nelle università italiane: "mal de vivre", difficoltà ad autogestirsi, base genetica o vita difficile?

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2020 18:53
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17/11/2019 21:39

Tentò il suicidio impiccandosi, morto lo studente universitario 25enne:

giornaledipavia.it/cronaca/tento-il-suicidio-impiccandosi-morto-lo-studente-universitario... (qui si parla dei suoi studi)

«Vado a Padova a comprare un libro per l'università», studentessa si uccide a 21 anni:

www.corriereadriatico.it/attualita/studentessa_suicida_padova_ultime_notizie-4845...

Studente viterbese dell’Università di Pavia tenta il suicidio, non è il primo caso:

www.lamiacittanews.it/studente-viterbese-delluniversita-di-pavia-tenta-il-suicidio-non-e-il-pri...
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19/11/2019 17:19

Psicologicamente la vita da universitario non è bellissima: spendi soldi (magari non tuoi) per avere un ritorno nel breve pari a 0, se va bene nel medio periodo riesci a recuperare l'investimento. Oltre ad una questione di pressione sociale mica da ridire.

Poi ti guardi in giro e vedi che i "magutti" vanno in giro con il Mercedes nuovo di pacca, o chi lavora in fabbrica con la terza media prende più di un IT laureato in magistrale, lavorando meno ore.

[Modificato da S.Alessio 19/11/2019 17:20]



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Re:
S.Alessio, 11/19/2019 5:19 PM:

Poi ti guardi in giro e vedi che i "magutti" vanno in giro con il Mercedes nuovo di pacca, o chi lavora in fabbrica con la terza media prende più di un IT laureato in magistrale, lavorando meno ore.



[SM=g1944682]

Comunque c'è una grossa falla anche nei corsi di laurea della facoltà di giurisprudenza: lato giurisprudenza non ti insegnano a fare gli atti e come funzionano le cancellerie, lato scienze della pubblica amministrazione ti istruiscono a fare concorsi che, beh, abbiamo visto come funzionano.

unimarconi.freeforumzone.com/d/11644926/I-concorsi-Buona-fortuna-/discussi...
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Sto lavorando in tribunale come stagista, non sono solo i "giovani" ma anche avvocati di 30-40 anni non sanno cosa fare quando incontrano il lato "cancellerie", in cui magari anche gli stessi dipendenti sono laureati in giuri.

In realtà è un problema non solo "nostro", ma in generale tutte le università ti preparano sulla carta, poi nel mondo lavorativo sei costretto ad imparare sul pezzo e bisogna sperare di beccare un "tutor" bravo (e/o colleghi) che ti spieghino tutto e non degli "ok, boomer" che danno per scontato.



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27/11/2019 19:03

S.Alessio, 27/11/2019 17.15:

"ok, boomer"


Alessio sempre sul pezzo. [SM=g1944725]
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Re:
S.Alessio, 11/27/2019 5:15 PM:

Sto lavorando in tribunale come stagista



Posso chiamarti "Seppia"?
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Re: Re:
Iuzzolino, 09/12/2019 16.08:



Posso chiamarti "Seppia"?



Volevo fare'sta battuta, ma ho paura che nessuna la capisca.



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Grande! [SM=g1944682]
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16/12/2019 06:36

Ragazzi buongiorno. Credo che quello dei suicidi sia un problema sentito in molti settori, dal pubblico al privato, per arrivare in ambito familiare. Non sempre si è in grado (o si ha voglia) di individuare i segnali che la persona fragile sta lanciando; inoltre, anche il sistema non ti aiuta.
Questione vita lavorativa: qui c’è poco da dire, l’università ti insegna il lato teorico ma non la vita!
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19/12/2019 15:32

Ciao Gianmatteo, su questo forum abbiamo discusso tantissimo riguardo i suicidi per balle sulla laurea e dal 2009 ne abbiamo dette tante: siamo passati dalla difficoltà di autogestirsi ai millenials che sarebbero una generazione troppo emotiva per arrivare alla spiegazione genetica (effettivamente è stato dimostrato che esiste una predisposizione al suicidio).
Il problema dei suicidi all'università, che poi ha molto a che fare con l'hikikomori ma non mi dilungo troppo, è che alla lunga si attiva l'inversione del ritmo sonno-veglia. Alle superiori gli orari delle lezioni erano regolari e invece all'università sono frammentate, ancora peggio nelle università telematiche con cui puoi vederle e ascoltarle quando vuoi, inoltre la frequenza non è obbligatoria.
All'università è difficile creare la routine che avevamo alle superiori e la reazione che viene agli studenti poco motivati è.....

1. Dire balle sugli esami (perchè per loro "tanto c'è tempo").
2, Dire balle sulla laurea.
3. Fare tutt'altro (cito i due suicidi più clamorosi degli ultimi tempi: Giada De Filippo faceva una vita spensierata mentre Patrick Ceccomarini si era dato al mondo di internet, se ti interessano i loro casi i nomi sono linkati).

Proprio Giada De Filippo fra gli anni fuori corso e il periodo in cui si è o è stata disiscritta per non aver più pagato la retta è arrivata a 4 anni di bugie. La sua cugina la descriveva come una giovane libera e felice che telefonava anche per farsi un giro alle 1.30 di notte, che andava a prendere il pane a chilometri da casa per sfizio e che si faceva i giri delle rotonde anche 3 volte perchè la divertiva.
Questa spensieratezza poi viene pagata a caro prezzo, ma non vale mai un suicidio.
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19/12/2019 21:01

Io sinceramente credo poco ai segnali: di solito chi si suicida e in particolare chi lo fa per bugie sulla laurea simula una vita perfetta e felicità.
Un leit motiv è proprio "fino a un minuto prima sorrideva".
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23/12/2019 23:04

Re:
Iuzzolino, 19/12/2019 15.32:

Ciao Gianmatteo, su questo forum abbiamo discusso tantissimo riguardo i suicidi per balle sulla laurea e dal 2009 ne abbiamo dette tante: siamo passati dalla difficoltà di autogestirsi ai millenials che sarebbero una generazione troppo emotiva per arrivare alla spiegazione genetica (effettivamente è stato dimostrato che esiste una predisposizione al suicidio).
Il problema dei suicidi all'università, che poi ha molto a che fare con l'hikikomori ma non mi dilungo troppo, è che alla lunga si attiva l'inversione del ritmo sonno-veglia. Alle superiori gli orari delle lezioni erano regolari e invece all'università sono frammentate, ancora peggio nelle università telematiche con cui puoi vederle e ascoltarle quando vuoi, inoltre la frequenza non è obbligatoria.
All'università è difficile creare la routine che avevamo alle superiori e la reazione che viene agli studenti poco motivati è.....

1. Dire balle sugli esami (perchè per loro "tanto c'è tempo").
2, Dire balle sulla laurea.
3. Fare tutt'altro (cito i due suicidi più clamorosi degli ultimi tempi: [URL=/d/11486280/Napoli-universitaria-suicida-a-26-anni-Si-%C3%A8-lanciata-dal-tetto-Lezioni-sospese/discussione.aspx]Giada De Filippo faceva una vita spensierata mentre [URL=/d/11561154/Urbino-si-butta-dalla-finestra-prima-della-laurea-e-muore-Era-tutto-inventato/discussione.aspx]Patrick Ceccomarini si era dato al mondo di internet, se ti interessano i loro casi i nomi sono linkati).

Proprio Giada De Filippo fra gli anni fuori corso e il periodo in cui si è o è stata disiscritta per non aver più pagato la retta è arrivata a 4 anni di bugie. La sua cugina la descriveva come una giovane libera e felice che telefonava anche per farsi un giro alle 1.30 di notte, che andava a prendere il pane a chilometri da casa per sfizio e che si faceva i giri delle rotonde anche 3 volte perchè la divertiva.
Questa spensieratezza poi viene pagata a caro prezzo, ma non vale mai un suicidio.



Bella disamina e comunque è anche una questione di stabilità mentale: tanti ragazzi non hanno la percezione di cos'è importante e basta deludere gli altri per suicidarsi.
E' capitato più di una volta che a suicidarsi fossero ragazzi con la mamma e il papà avvocati e lo studio legale già pronto: qual è il senso di ammazzarti se hai il futuro spianato? Ci sono persone che provano l'esame di avvocato fino a 8 volte e che poi devono disiscriversi dall'albo perchè non hanno i soldi della cassa forense... e tu ti uccidi per una balla sulla laurea?
Si torna al discorso di prima: tanti ragazzi non hanno la percezione di cos'è importante.
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09/01/2020 00:03

Dirò una banalità, e forse qualcuno potrà smentirmi, ma non credo che ci siano studenti-lavoratori economicamente indipendenti che si siano mai suicidati per problemi negli studi. Quando ti mantieni agli studi sei padrone delle tue scelte e della tua vita, non devi mentire a nessuno, e quindi neppure inventarti finti esami o finte lauree, al limite abbandoni e continui solo a lavorare, oppure sospendi gli studi e riprendi. Finché resti in famiglia, invece, o comunque dipendi economicamente dai genitori che hanno delle aspettative, le dinamiche sono più complesse perché la responsabilità ce l'hai anche verso gli altri. La tentazione di mentire per rinviare la resa dei conti con la propria responsabilità può infilarti in un tunnel senza uscita.
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12/01/2020 22:15

Sì Franco, infatti non credo che il problema riguardi gli studenti "telematici" (lo metto anch'io fra virgolette, così Davide non si arrabbia! [SM=g1944682]), perchè in quel caso parliamo praticamente di lavoratori.
Non tutti lo sono, diciamo che è facile che lo siano.

Le cause sono molte: a volte sono genetiche, a volte sono dovute all'educazione e alle famiglie, altre ancora sono multifattoriali.

Ho provato a entrare nella mentalità di ragazzi come Giada De Filippo ma non ci riesco.
Non riesco a capire la mentalità di una persona che spara palle per 4 anni (dicendo il falso non solo sulla carriera accademica, ma anche probabilmente sui soldi delle rette) e poi telefona al fidanzato mentre è sul tetto prima di suicidarsi: ci si fa una litigata coi genitori, si manda tutti affanculo e il giorno dopo è la solita tiritera.
Questi millennial sono troppo emotivi e non reggono la pressione.
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15/01/2020 13:14

Al di là del problema drammatico dei suicidi, ho l'impressione che quella di raccontare balle sulla propria carriera universitaria sia una moda piuttosto diffusa, per fortuna nella maggior parte dei casi l'esito non è tragico, semmai comico. E' un fenomeno che andrebbe indagato da un punto di vista psicologico o sociologico, si lega un po' anche al tema dei falsi curricula (Oscar Giannino docet), diciamo che la materia "aiuta", perché uno non viaggia col diploma di laurea addosso e nessuno (salvo che il titolo ti serva per concorsi o abilitazioni) va a fare controlli incrociati o ti viene a perquisire la casa. Mi riferisco a qualche collega e conoscente che da anni va avanti con la cantilena che gli mancava solo un esame per laurearsi (questo è un classico, direi quasi un "topos" letteraio), poi quando gli dici che da anni la normativa consente di recuperare la carriera pregressa e concludere gli studi (non c'è più la decadenza-tagliola che annullava tutto) allora ti cambia argomento. Poi ci sono i laureati-Facebook. Visto che nel profilo personale compare la dicitura "quale università hai frequentato?" (vorrebbe dire: in cosa ti sei laureato?) molti geni interpretano l'espressione in senso estensivo, da far impallidire la giurisprudenza creativa, e ti schiaffano atenei a raffica dive magari hanno superato 2-3 esami, lasciando intendere lauree inesistenti. Così va il mondo.
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19/01/2020 18:53


Ho l'impressione che quella di raccontare balle sulla propria carriera universitaria sia una moda piuttosto diffusa, per fortuna nella maggior parte dei casi l'esito non è tragico, semmai comico.



Un giorno è stato aperto un topic dove qualcuno ha segnalato che su un forum esterno dei ragazzi da tutta Italia avevano proposto di organizzare insieme false discussioni di laurea in un ateneo vero. Avevamo anche ipotizzato i reati e infatti dopo qualche mese quel sito ha cancellato tutto per evitare di essere rinviati a giudizio in concorso.
Sgamati.


Mi riferisco a qualche collega e conoscente che da anni va avanti con la cantilena che gli mancava solo un esame per laurearsi (questo è un classico, direi quasi un "topos" letteraio), poi quando gli dici che da anni la normativa consente di recuperare la carriera pregressa e concludere gli studi (non c'è più la decadenza-tagliola che annullava tutto) allora ti cambia argomento.



Si chiamano "cazzari" e ne conosco tanti anch'io.
Da evitare.


Poi ci sono i laureati-Facebook. Visto che nel profilo personale compare la dicitura "quale università hai frequentato?" (vorrebbe dire: in cosa ti sei laureato?) molti geni interpretano l'espressione in senso estensivo, da far impallidire la giurisprudenza creativa, e ti schiaffano atenei a raffica dive magari hanno superato 2-3 esami, lasciando intendere lauree inesistenti. Così va il mondo.



Personalmente non do importanza a niente che proviene da Facebook e Twitter: il 90% è inventato, filtri alle foto compresi.


Ho provato a entrare nella mentalità di ragazzi come Giada De Filippo ma non ci riesco.
Non riesco a capire la mentalità di una persona che spara palle per 4 anni (dicendo il falso non solo sulla carriera accademica, ma anche probabilmente sui soldi delle rette) e poi telefona al fidanzato mentre è sul tetto prima di suicidarsi: ci si fa una litigata coi genitori, si manda tutti affanculo e il giorno dopo è la solita tiritera.



Non mi ricordo precisamente cos'avevamo detto in quella discussione, ma Giada De Filippo era una ragazza semplice, non ancora donna e quindi non pronta per sopportare il peso delle bugie.
Quello è un caso limite perchè stiamo parlando di una persona che si era letteralmente disiscritta da 4 anni e che tutti i giorni non faceva nulla di universitario e lavorativo.


Questi millennial sono troppo emotivi e non reggono la pressione.



Torno a ripeterti che non è quello il problema: deriva tutto dalla fiducia che i ragazzi hanno in loro stessi.
Non va bene lo studio? Diamo loro un obiettivo: ci sono programmi a livello comunale per dare lavoro ai ragazzi dai 19 ai 25 anni, bisogna solo levarsi dalla testa l'avere un lavoro da scrivania a tutti i costi.
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28/01/2020 16:13


Torno a ripeterti che non è quello il problema: deriva tutto dalla fiducia che i ragazzi hanno in loro stessi.
Non va bene lo studio? Diamo loro un obiettivo: ci sono programmi a livello comunale per dare lavoro ai ragazzi dai 19 ai 25 anni, bisogna solo levarsi dalla testa l'avere un lavoro da scrivania a tutti i costi.



Il problema è quando superi i 30.
Per il mondo del lavoro diventi automaticamente una mer*a.
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01/02/2020 15:17

Re:
S@yaka, 12/19/2019 9:01 PM:

Io sinceramente credo poco ai segnali: di solito chi si suicida e in particolare chi lo fa per bugie sulla laurea simula una vita perfetta e felicità.
Un leit motiv è proprio "fino a un minuto prima sorrideva".



Attenzione perchè questa informazione che non dà speranza non è corretta: ci sono degli indici per capire quando una persona si sta per suicidare.
Spesso costoro hanno pensieri ossessivi e difficoltà a concentrarsi: sono più irritabili e soffrono di sbalzi d'umore, inoltre tendono a isolarsi a livello sociale (evitando parenti e colleghi).
I casi nominati hanno in comune alcuni atteggiamenti molto simili: non credo infatti che Giada De Filippo fosse dedita alla vita frivola tutti i giorni, anzi, probabilmente passava periodi prolungati da sola a compiangersi, facendo poi finta via WhatsApp di essere solare. Patrick Ceccomarini è un caso scolastico perchè se escludiamo il suo profilo Instagram dedicato alla cucina si era completamente isolato dal mondo.
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22/02/2020 18:53

Non ne sono del tutto convinta: la casistica ci dice che spesso il giorno prima cenano in allegria e di notte si buttano dai balconi.
Premesso che è tutto soggettivo, se ci sono dei segnali bisogna essere molto, molto, molto bravi a notarli, perchè spesso sono impercettibili.
A questo aggiungo che solitamente i genitori si fanno intortare dalla falsa laurea, quindi non ci fanno nemmeno caso.
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