Al pc dalla mattina alla sera
Tutti sanno che c’è, ma nessuno lo vede. Ruben è uno dei tanti «hikikomori» di periferia che non escono mai di casa. Mai significa mai. Ruben si è rinchiuso nella sua cameretta alcuni anni fa. Suo padre se n’è andato da molto tempo. La sorella, non appena ha potuto, si è fidanzata ed è andata a convivere. Lui è rimasto solo con la mamma, nell’alloggio popolare affidato alla famiglia quasi priva di reddito. Ha smesso di studiare, non ha mai cercato un lavoro. «Stava al computer dal mattino alla sera, e quando la madre gli diceva che doveva smettere, a volte le alzava le mani», dice una vicina in lacrime.
Ennesimo litigio
Sabato pomeriggio, poco prima delle 16, l’ennesimo litigio. La mamma di Ruben ha cercato di staccare il figlio dal computer, non ci è riuscita a parole. Ha preso la tastiera dalla scrivania e l’ha afferrata. Ruben ha preso la rincorsa e si è lanciato dal balcone. Ha fatto un volo di cinque piani. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia e il 118, che ha constatato che il giovane era ancora vivo. Ora Ruben è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Cto. Intubato, ha politraumi multipli: faccia, cranio, vertebre. La prognosi è riservata.
Articolo completo (Corriere.it)