In realtà era pura curiosità. Per quanto riguarda me è solo un discorso in prospettiva, molto ipotetica, peraltro. Sì, essendo giornalista professionista, dipendente di un'azienda che guida una serie di quotidiani, sono incompatibile. Il DM 70/2016 ha introdotto alcune novità sul tirocinio legale, escludendo, tra l'altro, la sua incompatibilità con lo svolgimento di attività lavorativa nel settore pubblico o privato. Sembrava un punto a mio favore che lavoro nel settore privato. In sé, inutile negarlo, la norma è anche un modo per giustificare lo sfruttamento dei tirocinanti: se lo Stato dice che il tirocinio legale si può fare anche contemporaneamente ad un lavoro a tempo pieno o quasi (e soprattutto retribuito) allora vuol dire che i praticanti non devono stare negli uffici legali e in tribunale 30-40 ore la settimana e soprattutto non devono lagnarsi se non sono pagati, questo è il messaggio neanche tanto recondito della riforma (d'accordo, adesso si parla di una proposta di legge in senso contrario, tipo equo compenso, ma vedrete che non se ne farà nulla): bastano 20 ore di pratica la settimana. Poi è vero, il Consiglio dell'Ordine deve valutare eventuali conflitti d'interesse tra pratica legale e attività lavorativa. L'incompatibilità del tirocinio legale con il ruolo di giornalista professionista, risalente a un r.d. del 1933, è invece rimasta, ed è assoluta. Gli avvocati però possono fare i giornalisti pubblicisti. Chi sono i pubblicisti? Sono gli articolisti. Sono i cronisti che scrivono e firmano gli articoli, e ne scelgono i contenuti, e vengono pagati per i loro articoli. Qui però, visto che il Legislatore in questa materia è superficiale (o male informato, o in mala fede), l'incompatibilità non c'è. Quindi, non mi resta che aspettare un'altra riforma (l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti? Basterà?) o il pensionamento.
[Modificato da Korandax 01/04/2019 00:52]