| | | OFFLINE | | Post: 133 | Età: 17 | Sesso: Maschile | |
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24/01/2019 23:37 | |
Concordo con quello che dici. Il vecchio manuale di fine Anni Ottanta spiegava gli istituti partendo dalla norma del Codice e aggiungeva un po' di dottrina, relativamente rari i riferimenti alla giurisprudenza (mettevano solo quelli indispensabili). La nozione però (la norma del Codice) dovevi saperla come l'Ave Maria. Adesso invece ad ogni istituto si abbinano orientamenti dottrinali e una mini-rassegna giurisprudenziale, con un effetto di moltiplicazione di nozioni (e, come spesso accade, se metti troppa carne al fuoco rischi di perdere di vista i concetti base). Credo però che uno sforzo di sintesi da parte degli autori non sia impossibile, proprio perché si tratta di manuali rivolti agli studenti, non ai professionisti, e, come sappiamo, difficilmente uno viene bocciato all'esame perché di un determinato istituto non ricorda l'intera evoluzione giurisprudenziale, in genere si è a rischio se si sbagliano la nozione di base (quella del Codice) e i concetti più importanti. Rispetto ai manuali storici ci sono in giro manuali più sintetici per ogni materia ma come impostazione sono oggettivamente di second'ordine (non sto a fare nomi) perché gerarchizzano male i concetti e spesso, per la mania di essere ultra-aggiornati, danno un peso relativo eccessivo alle novità normative, dottrinali e giurisprudenziali più recenti (ti infilano la sentenza pubblicata un mese prima della stampa per poterla indicare anche in copertina, magari poi quella sentenza rimane un unicum e la giurisprudenza maggioritaria va in tutt'altra direzione) rispetto alla disciplina complessiva di un istituto. |
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