Il Cesena Siamo Noi
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I 10 (s)punti di Stefano Severi

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2024 01:36
21/10/2018 10:50
 
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Cambio cambio cambio di mentalità


1. Correva l’anno 1994: tutti eravamo significativamente più giovani, Ricciardo aveva appena 8 anni, almeno metà della rosa attuale del Cesena non era ancora nata, Hubner sbagliava un pallonetto a Cremona col Padova così clamoroso che devo ancora finire di recitare i Paternoster necessari a cancellare la seguente blasfemia e soprattutto i Negrita, una delle band rock più importanti della scena italiana, rilasciavano il loro primo singolo, “Cambio”. Esplicito il testo: “Cambio di mentalità […] datemi un’altra possibilità”. Inno perfetto per la vittoria di ieri.

2. Perché quella del Mazzola è un successo che vale molto di più dei tre punti che ha portato in dote: è probabilmente la prima vittoria del nuovo Cesena, quello che dovrà vincere il campionato.

3. Contro un’avversaria che aveva gli stessi punti in classifica e che non perdeva dalla seconda giornata il Cesena si è imposto con una determinazione e con una facilità impressionante, denotando un evidente divario tecnico in campo che i padroni di casa non sono riusciti a colmare nemmeno con l’agonismo.

4. In poche parole i ragazzi di Angelini hanno giocato e vinto da squadra di categoria superiore, offrendo una prova quasi priva di sbavature. In pratica il Cesena ieri ha lanciato un primo messaggio al campionato: “stiamo arrivando”.

5. Del resto la società era stata chiara sin dall’inizio sia con Angelini che con i tifosi – nei frequenti incontri con i gruppi organizzati: ottobre sarebbe dovuto essere il mese della crescita definitiva, della maturazione e della messa a regime della squadra. Santarcangelo rappresenta la prima risposta importante dello stesso Angelini.

6. Al di là del roboante risultato, colpisce fino a questo momento il percorso di crescita costante del Cesena. Partendo dalla cocente sconfitta in Coppa Italia con la Savignanese fino alle recenti vittorie contro Sammaurese e Santarcangelo, ogni volta i bianconeri hanno migliorato qualcosa. La tenuta fisica ormai è vicina a quella ottimale, la difesa grazie al ritorno di Benassi e soprattutto all’innesto di Agliardi è diventata la migliore del girone (al pari della Savignaese che però deve giocare oggi) mentre l’attacco procede a una media di oltre due reti a partita.

7. La classifica in questo momento è l’ultima cosa che deve guardare il Cesena: la priorità resta il completamento del percorso di crescita intrapreso in questo mese di ottobre e il turno infrasettimanale sembra cadere a fagiolo. I bianconeri devono dimostrare di essere cresciuti a livello mentale oltre che tattico: sapere congelare la partita nei momenti più difficili, accelerarla invece quando serve o gestire il temporaneo svantaggio sono qualità fondamentali per aspirare a vincere il campionato ma ancora tutte da dimostrare.

8. Da un alto bisogna dare atto ad Angelini di saper lavorare davvero bene sul campo mentre dall’altro vanno fatti i complimenti alla società (presidente e ds) per essersi assunta la responsabilità dell’errore estivo sul portiere ed aver prontamente rimediato. Il ritorno di Chicco Agliardi pare aver impresso alla squadra il definitivo salto di qualità.

9. È opinione comune degli addetti al lavoro che per fare bene in serie D sia necessario avere degli under di ottima qualità, affinché non siano loro a rappresentare il punto debole della squadra. Dopo la sfortunata esperienza con Sarini, il Cesena ha invece deciso di affidarsi ai veterani: da Agliardi a Biondini fino a Ricciardo l’asse portante bianconero ieri era tutto “made in the ‘80s”.

10. Naturalmente è ancora presto per tirare somme, farsi selfie trionfalistici o lasciarsi andare all’ottimismo. Il Cesena sa che la classifica non è nemmeno da considerare e che l’obiettivo al momento è quello di continuare a crescere indipendentemente dall’avversario di turno. Tra una settimana, dopo aver affrontato Forlì e Jesina, sarà tempo per il primo mini bilancio.
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26/10/2018 18:03
 
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Largo all’avanguardia

1. Il 24 ottobre è una data tristemente storica per l’Italia: 101 anni fa le truppe austroungariche e tedesche, tra cui già si esaltava un giovane Rommel (che oggi definiremmo sovranista), sfondava le linee italiane (coordinate dal giovane Badoglio, che oggi definiremmo europeista) nei pressi del piccolo comune di Kobarid, in italiano Caporetto. Ecco, diciamo che le premesse per la gara dell’Orogel Stadium non erano il massimo, ma il Cesena ha vinto senza dover arretrare fino al Piave (o al Savio).

2. Scherzi a parte, la sfida di ieri sera era davvero delicatissima sotto ogni punto di vista: il Forlì è una squadra tosta, arcigna, che non si vergogna di difendersi a suon di calcioni e pronta a ripartire in contropiede. In più era rabbiosa a causa degli ultimi risultati e in cerca di rivincita e affrontava nel turno infrasettimanale un Cesena reduce da qualche festeggiamento di troppo. Insomma, gli ingredienti per una Caporetto bianconera c’erano tutti.

3. E invece… non solo si è evitata la sconfitta, ma si è continuato il filotto di vittorie interne (siamo a 4 su 4, i nostalgici di Drago iniziano a tremare) con quello che gli anglofoni chiamano “clean sheet”, ovvero senza subire reti.

4. La vittoria non è stata facile, ma questo era ampiamente prevedibile. Nicola Campedelli ha studiato attentamente gli ultimi incontri del Cesena e ha visto sia la folle decisione (un po’ presuntuosa) del Santarcangelo di affrontare i bianconeri a visto aperto, sia l’approccio decisamente più cauto del Francavilla e ha optato per quest’ultima soluzione. Gli è andata male, ma ci ha provato.

5. Il Cesena, in virtù del turno infrasettimanale, ha scelto di realizzare quello che nella maratona è definito split negativo: partenza tranquilla e aumento del ritmo nella seconda parte di gara. Così è stato: quando Tortori e compagni hanno iniziato a premere sull’acceleratore i galletti sono finiti alle corde e solo il caso ha ritardato fino al minuto 80 il colpo del ko di Ricciardo.

6. Vincere una gara del genere significa essere solidi e cinici. Significa saper scegliere il momento in cui attaccare con veemenza l’avversario e capitalizzare al meglio le occasioni da rete. Perché ieri sera il Cesena non è che ne abbia avute poi tantissime: semplicemente è stato bravo a capitalizzare ciò che ha creato.

7. Attenzione, però: la macchina da guerra di Angelini non è ancora pienamente collaudata, perché all’appello manca ancora l’ultimo impegno di questi nove giorni, a Jesi. Nelle Marche dovremo valutare sia la risposta della squadra sotto il profilo atletico (a settembre questo era ancora uno dei punti deboli), sia il rendimento di chi sarà chiamato in causa per far rifiatare alcuni titolari.

8. Passare a pieni voti l’esame Jesina significherà che il Cesena è in piena corsa per il primo posto. Chiaramente il rammarico per quella sconfitta veramente ingenua a Matelica in questo momento costa la vetta solitaria ai bianconeri, ma il tempo per recuperare è ancora infinito.

9. A voler essere ancora più severi, la classifica per il Cesena fino almeno a Natale non dovrebbe proprio esistere. I bianconeri hanno il dovere di scendere in campo con la voglia di vincere e con la determinazione mostrata nelle ultime tre gare, senza quel timore visto un mese fa. E l’avversario non conta: il Cesena dovrà ingaggiare una sorta di cronometro individuale, una lotta contro se stesso per migliorarsi continuamente.

10. Sarebbe infine interessante, come esperimento antropologico, rileggere adesso certi giudizi e commenti piuttosto sprezzanti pubblicati su media e social nei confronti di squadra e giocatori dopo i due passi falsi di Matelica e Monte San Giusto. Nell’arco di un mese l’umore generale è radicalmente cambiato ed è più difficile trovare i contestatori. Giusto per chiarire il ruolo di questi brontoloni: la squadra è l’avanguardia, fate largo all’avanguardia.
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30/10/2018 03:39
 
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È un mondo difficile

1. È campionato intenso, Cesena a momenti e futuro incerto. I bianconeri conquistano la quarta vittoria consecutiva ma le ultime due uscite, contro Forlì e Jesina, hanno reso chiaro a tutti quanto non sia affatto semplice conquistare i tre punti.

2. In fondo lo si ripete da inizio campionato: non è che le avversarie si ‘scanseranno’ solo perché siamo il Cesena. Al contrario, specie in trasferta (anche ieri c’era la giornata biancorossa a Jesi) si trasforma nell’occasione perfetta per uno sgambetto alla corazzata bianconera: stadi improbabili, pubblico numeroso e giocatori motivati a disputare la partita della vita.

3. È bene quindi scollarsi di dosso, nel caso qualcuno non l’abbia ancora fatto, quell’elitarismo radical chic che porta a considerare alcune partite più facili delle altre. Quando sei condannato a vincere sempre – ed è proprio il caso del Cesena – non esistono impegni più semplici degli altri proprio perché si gioca prima di tutto sempre contro se stessi.

4. Sfidare se stessi, cercare sempre di migliorarsi sapendo che non si hanno più a disposizione passi falsi, è una sfida durissima, soprattutto per una squadra come quella di Angelini che sta lavorando per scacciare i demoni di inizio stagione.

5. Può sembrare paradossale ma persino una salvezza in serie B può essere meno complicata, o comunque nasconde meno insidie, di un campionato di serie D da vincere a tutti i costi. Giocare senza pressione spesso aiuta tantissimo i giocatori, soprattutto i più giovani, e migliora il rendimento. L’obbligo della vittoria è un fardello che alla lunga può risultare logorante.

6. Il braccio largo di Valeri sull’1-0 o le leggerezze di Stikas sul 2-0 sono chiari esempi di come questa pressione possa produrre effetti devastanti sui giocatori. Situazioni in teoria non complicate né da leggere né da sbrogliare che vengono trasformate in possibili patatrac da gesti tanto impulsivi quanto errati dei giocatori bianconeri: ecco i risultati dello stress da vittoria.

7. L’errore di Valeri avrebbe potuto cambiare se non il corso del campionato sicuramente quello della partita: rigore del possibile pareggio della Jesina con espulsione e ripristino della parità numerica. A quel punto per il Cesena, già frenato da un campo che assomigliava al tracciato della quasi contemporanea maratona di Venezia (“ragioniere, provi a rana”, cit.), sarebbe stata notte fonda.

8. Sia chiaro, è sempre meglio avere a che fare con lo stress da vittoria che con i problemi tipici di un campionato anonimo o, peggio, di bassa classifica. Semplicemente, a meno di non voler destabilizzare un ambiente già fragile per miseri interessi di bottega, evitiamo di catalogare come più semplici i prossimi impegni dei bianconeri.

9. Il Cesena chiude ottobre con un discreto bottino di quattro successi consecutivi che non basta però per agguantare la vetta. Ma va benissimo così: la crescita della squadra rispetto a settembre è evidente sotto tutti i punti di vista (difesa, guarda un po’, ancora imbattuta dal ritorno di Agliardi) ed è in piena scia della capolista Matelica.

10. A novembre, lo ripetiamo sin dalle prime giornate, inizia il vero campionato dei bianconeri: il rodaggio è finito e l’obiettivo è quelli di arrivare a Natale già con un discreto vantaggio sulla seconda in classifica. Il Matelica al momento vola il Cesena sa già di dover fare solo una cosa: vincere ogni santissima domenica.
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30/10/2018 03:39
 
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È un mondo difficile

1. È campionato intenso, Cesena a momenti e futuro incerto. I bianconeri conquistano la quarta vittoria consecutiva ma le ultime due uscite, contro Forlì e Jesina, hanno reso chiaro a tutti quanto non sia affatto semplice conquistare i tre punti.

2. In fondo lo si ripete da inizio campionato: non è che le avversarie si ‘scanseranno’ solo perché siamo il Cesena. Al contrario, specie in trasferta (anche ieri c’era la giornata biancorossa a Jesi) si trasforma nell’occasione perfetta per uno sgambetto alla corazzata bianconera: stadi improbabili, pubblico numeroso e giocatori motivati a disputare la partita della vita.

3. È bene quindi scollarsi di dosso, nel caso qualcuno non l’abbia ancora fatto, quell’elitarismo radical chic che porta a considerare alcune partite più facili delle altre. Quando sei condannato a vincere sempre – ed è proprio il caso del Cesena – non esistono impegni più semplici degli altri proprio perché si gioca prima di tutto sempre contro se stessi.

4. Sfidare se stessi, cercare sempre di migliorarsi sapendo che non si hanno più a disposizione passi falsi, è una sfida durissima, soprattutto per una squadra come quella di Angelini che sta lavorando per scacciare i demoni di inizio stagione.

5. Può sembrare paradossale ma persino una salvezza in serie B può essere meno complicata, o comunque nasconde meno insidie, di un campionato di serie D da vincere a tutti i costi. Giocare senza pressione spesso aiuta tantissimo i giocatori, soprattutto i più giovani, e migliora il rendimento. L’obbligo della vittoria è un fardello che alla lunga può risultare logorante.

6. Il braccio largo di Valeri sull’1-0 o le leggerezze di Stikas sul 2-0 sono chiari esempi di come questa pressione possa produrre effetti devastanti sui giocatori. Situazioni in teoria non complicate né da leggere né da sbrogliare che vengono trasformate in possibili patatrac da gesti tanto impulsivi quanto errati dei giocatori bianconeri: ecco i risultati dello stress da vittoria.

7. L’errore di Valeri avrebbe potuto cambiare se non il corso del campionato sicuramente quello della partita: rigore del possibile pareggio della Jesina con espulsione e ripristino della parità numerica. A quel punto per il Cesena, già frenato da un campo che assomigliava al tracciato della quasi contemporanea maratona di Venezia (“ragioniere, provi a rana”, cit.), sarebbe stata notte fonda.

8. Sia chiaro, è sempre meglio avere a che fare con lo stress da vittoria che con i problemi tipici di un campionato anonimo o, peggio, di bassa classifica. Semplicemente, a meno di non voler destabilizzare un ambiente già fragile per miseri interessi di bottega, evitiamo di catalogare come più semplici i prossimi impegni dei bianconeri.

9. Il Cesena chiude ottobre con un discreto bottino di quattro successi consecutivi che non basta però per agguantare la vetta. Ma va benissimo così: la crescita della squadra rispetto a settembre è evidente sotto tutti i punti di vista (difesa, guarda un po’, ancora imbattuta dal ritorno di Agliardi) ed è in piena scia della capolista Matelica.

10. A novembre, lo ripetiamo sin dalle prime giornate, inizia il vero campionato dei bianconeri: il rodaggio è finito e l’obiettivo è quelli di arrivare a Natale già con un discreto vantaggio sulla seconda in classifica. Il Matelica al momento vola il Cesena sa già di dover fare solo una cosa: vincere ogni santissima domenica.
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05/11/2018 21:02
 
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Coccarda di partecipazione schedinaincuore 2022/2023
Il nemico in casa

1. Eccolo, finalmente, il calendario più facile. Proprio così, dopo la sofferta vittoria col Forlì, in una partita non troppo diversa da quella di ieri, c’era già chi parlava di partite sulla carta più abbordabili e di grande occasione per il Cesena. Ipse dixit.

2. I risultati di ieri pongono ancora una volta l’accento su una banalissima verità: in serie D la parola “facile” a priori non esiste: le partite diventano facili solo dopo averle vinte. Ne sa qualcosa il Matelica caduto sul campo di una Sammaurese apparsa contro il Cesena tutt’altro che irresistibile.

3. A questo punto è bene dividere il campo in due fazioni: i nostalgici del vecchio corso, che godono a dimostrare che la risalita dalla D è dura, che esultano per l’infortunio a Biondini, che insultano i giocatori a fine partita dopo una sconfitta e che cercano di destabilizzare l’ambiente con false profezie da una parte, e tutti gli altri dall’altra.

4. Questa divisione di campo, che deve essere quanto mai netta e definitiva, è importantissima perché tutta Cesena si deve rendere conto che il nemico più grande è in casa, è quello interno.

5. Ormai tutte le squadre hanno capito come si affronta il Cesena, ovvero trincerandosi in una doppia linea difensiva e puntando alle ripartenze, facendo leva sulle incertezze difensive bianconere. Quando poi Angelini perde la sua torre più preziosa, ovvero Ricciardo, ecco che deve di fatto rinunciare anche al gioco aereo e la partita si trasforma in una sfida a scacchi.

6. Per vincere partite bloccate, estremamente complicate, servono quindi nervi saldi e ben distesi. L’errore fa parte del gioco, e il gol subito ieri è l’ennesimo ribaltone mal gestito dai bianconeri, ma è ancora più grave sprecare mezz’ora di tempo per porvi rimedio.

7. Capiterà ancora, e spesso, di trovare in futuro avversarie che imposteranno la partita come ha fatto la Recanatese ieri e, nei turni precedenti, Forlì e Jesina. Anzi, è stato piuttosto casuale che il passo falso sia arrivato contro Palmieri e compagni: l’impressione è che sarebbe bastato uno svantaggio anche casuale nelle due precedenti uscite per compromettere il risultato finale.

8. Se il Cesena non è ancora una grande squadra per la serie D le cause non sono da ricercare tanto nel materiale umano a disposizione – resta una rosa attrezzata per la vittoria finale – ma per la fragilità mentale del gruppo. Partite come quella di ieri sono da vincere prima di tutto sul lato psicologico, facendo capire sin dall’inizio all’avversario che aria tira e non permettendogli di acquisire fiducia col passare dei minuti. L’esatto opposto di quello che è poi accaduto.

9.Torniamo quindi al discorso del nemico interno: la favola del calendario facile, le tante voci sul futuro e le mille polemiche seguenti ogni passo falso (le critiche, legittime, sono altra cosa) hanno come solo ed unico intento quello di disorientare squadra e tifoseria e rendere il Cesena FC più vulnerabile ad attacchi esterni.

10. Sì, la rabbia per il passo falso di ieri è tanta, ma lo è ancora di più quella verso gli sbandati, i disertori e i sabotatori della causa comune. Il disappunto e le critiche sono legittime, ma il disfattismo – soprattutto da parte di chi ha tenuto il capo chino durante tutta l’epopea pompettiana – proprio no. Il nemico è in casa e va combattuto hic et nunc. Ora più che mai, non un passo indietro.
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05/11/2018 23:03
 
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Si garnito va bene, ma chi sarebbero i franchi tiratori?
Chi i sabotatori?

Fuori i nomi



Marciare! E non marcire.

06/11/2018 00:41
 
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Delirium.
06/11/2018 07:36
 
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Severi ripigliati.
Vedi traditori, sabotatori e spie del nemico ovunque...



Meglio leccare il pavimento o morire?
Meglio leccare il pavimento, ma quello che è orrendo in questa cultura è che leccare il pavimento è diventata addirittura una aspirazione, capisci?
06/11/2018 07:37
 
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Poi scrive "c’era già chi parlava di partite sulla carta più abbordabili e di grande occasione per il Cesena".
Dì giovane, era il tuo sito che ne parlava, cosa fai il brillante ora?



Meglio leccare il pavimento o morire?
Meglio leccare il pavimento, ma quello che è orrendo in questa cultura è che leccare il pavimento è diventata addirittura una aspirazione, capisci?
06/11/2018 07:38
 
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Concordo con Severi.
Non sono traditori o spie.



La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
06/11/2018 08:20
 
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non riesco più a leggerla questa rubrica



tutti-fucking-frutti
06/11/2018 11:19
 
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Il discorso di fondo ha un senso. Ma nello specifico la sconfitta con la Recanatese ha motivazioni tecnico-tattiche che Burioli ha sviscerato bene.
Insomma, giusto (anzi sacrosanto) non dimenticare quanto successo quest'estate ed i comportamenti di tante (troppe) persone, ma se si è dalla parte della ragione non bisogna utilizzarla quando non serve o non c'entra.
Almeno questo è il mio pensiero.
06/11/2018 11:22
 
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Re:
zamb, 06/11/2018 11.19:

Il discorso di fondo ha un senso. Ma nello specifico la sconfitta con la Recanatese ha motivazioni tecnico-tattiche che Burioli ha sviscerato bene.
Insomma, giusto (anzi sacrosanto) non dimenticare quanto successo quest'estate ed i comportamenti di tante (troppe) persone, ma se si è dalla parte della ragione non bisogna utilizzarla quando non serve o non c'entra.
Almeno questo è il mio pensiero.



Si è vero, un tempismo non perfetto.
Ma attorno a questa squadra ci deve essere fiducia, senza chiudere gli occhi.
Un altro anno di D sarebbe un disastro cosmico.



La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
06/11/2018 11:52
 
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Riprenditi che è meglio...
11/11/2018 10:51
 
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Il calcio fatto alla boia d’un Giuda

1. Vincere, alla fine, va sempre bene. Soprattutto dopo una bruciante sconfitta e ancor di più mantenendo ancora una volta la porta inviolata.

2. Poi ci sono anche le emozioni, che ieri hanno avuto il nome di Ettore Casadei, Giuseppe De Feudis e Federico Agliardi: per quello che hanno fatto in campo, per quello che le loro storie raccontano e (soprattutto) per quello che potranno ancora dare a questa squadra. Sono emozioni che fanno innamorare.

3. C’è ancora un elemento fantastico di questo sabato da tre punti: il calore della Romagna che ha accompagnato la squadra di Angelini anche nella lunga e impegnativa trasferta molisana. Alla faccia del vuoto cosmico.

4. Però gli spunti positivi finiscono qua: il Matelica straccia la Sangiustese e la classifica resta invariata nelle prime due posizioni. Anzi, se si allarga l’analisi alle top 5 del girone F si scopre come il Cesena abbia raccolto un pareggio e due sconfitte (deve affrontare solo il San Nicolò). Troppo poco per coltivare sogni di gloria.

5. Se da un lato è innegabile che il campionato bianconero sia radicalmente cambiato dopo l’arrivo di Agliardi, con cinque vittorie su sei gare e un solo gol subito, dall’altro il Cesena si mostra ancora troppo fragile e poco cinico.

6. In difesa l’errore tattico, in marcatura o di posizionamento, è sempre dietro l’angolo e non è affatto raro che le seconde palle, in area di rigore, siano spesso preda degli avversari.

7. A centrocampo, nonostante il lavoro encomiabile di capitan De Feudis (a proposito, Sindaco, gliela diamo la cittadinanza onoraria per meriti sportivi?), manca un adeguato supporto in fase costruttiva.

8. In attacco Casadei rappresenta un’ottima pedina che potrebbe non limitarsi ad essere vice-Ricciardo ma che andrebbe provata anche in tandem: gli errori sottoporta sono però ancora troppi. Lo zero di domenica scorsa brucia ancora molto.

9. Per fortuna mercoledì si tornerà ancora in campo, perché questa squadra ha tremendamente bisogno di continuare a macinare minuti insieme, raccogliere esperienza e possibilmente, necessariamente, infilare vittorie per continuare a creare un’identità propria.

10. Eh già, vincere questo campionato non è per nulla facile, e il Cesena per farlo in definitiva deve maturare ancora molto: la paghi tutta, e a prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità.
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11/11/2018 11:36
 
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Prendo spunto dal punto 8.
Innanzitutto mi scuso per la mia ignoranza in materia, ma volevo chiedere l'età di Casadei (under,over?) e se può ricoprire il ruolo di Tortori (gli darei altre 2/3 partite ma mi sembra da tagliare a Dicembre).
Grazie
12/11/2018 00:35
 
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Re:
Christian.san vito, 11/11/2018 11.36:

Prendo spunto dal punto 8.
Innanzitutto mi scuso per la mia ignoranza in materia, ma volevo chiedere l'età di Casadei (under,over?) e se può ricoprire il ruolo di Tortori (gli darei altre 2/3 partite ma mi sembra da tagliare a Dicembre).
Grazie




Casadei è un 1999, quindi Under. Il suo ruolo è prima punta, in qualche situazione ha fatto l'ala ma molto di rado. Direi che difficilmente potrebbe sostituire Tortori che secondo me si dovrebbe sbloccare...anche a me sta dando molto fastidio ma va aspettato perché è uno dei più forti 😁
12/11/2018 16:09
 
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Ciao a tutti. L'unica rete di tortori è stata fatta contro l'avezzano, e lui partiva dalla panchina. Magari provare a mettere subito cappellini e poi far entrare lui nella ripresa, anche perché non mi pare abbia i 90 minuti nelle gambe.
12/11/2018 16:55
 
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In un modo o nell'altro tortori va recuperato, o almeno si deve fare tutto il possibile.



La situazione è grave, ma non è seria.
Dai...per me gli manca qualche rotella, tu pensa che già ai tempi *** lo voleva portare dentro, ovviamente ci fu una netta opposizione..
15/11/2018 21:15
 
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Forti, ma non fortissimi

1. Beh, dai, abbiamo vinto, cosa sono quelle facce tristi… un po’ di entusiasmo, suvvia! La noia e la sofferenza di un anonimo mercoledì di novembre non devono far passare in secondo piano l'importanza di tre punti pesantissimi.

2. Il coefficiente di difficoltà ieri sera era altissimo: giocare con addosso la pressione di un Matelica in fuga in classifica e contro un avversario ottimamente schierato e per nulla propenso a scoprirsi. È andata bene, molto bene, date le premesse.

3. Difficilmente rivedremo qualcuno fare l’errore della Sammaurese che, per ammissione del suo stesso allenatore Mastronicola, venne a giocarsela in case del Cesena (sul neutro di Forlì) a viso aperto, causando la più facile vittoria dei bianconeri in questo campionato.

4. Ora è lecito aspettarsi tantissime altre partite tatticamente bloccate, soprattutto in casa, nelle quali spetta in primo luogo a Beppe Angelini trovare la chiave per scardinare i piani avversari.

5. Contro la Savignanese questa chiave è stata data dal gol, piuttosto casuale, di Alessandro: in quel momento gli ospiti hanno scoperto di non essere preparati alla gestione dello svantaggio e di fatto la partita si è spenta ancor di più.

6. Angelini sa che si sta giocando molto nel corso di questa stagione e sa che l’imperativo categorico è arrivare incollati al Matelica sino al 1 dicembre, cioè all’apertura del mercato invernale per i Dilettanti.

7. Più passano le giornate è più il Matelica raccoglie successi, allo stesso modo crescono le preoccupazioni del tecnico bianconero per una rosa giudicata non in grado di ammazzare il campionato. E per uno come Angelini arrivare a lamentarsi della rosa corta in conferenza stampa significa tanto: che la rosa è addirittura cortissima.

8. Si sconta così il peccato originale con cui è nata questa squadra: l’aver ereditato metà rosa dal Martorano Romagna Centro. Con tutto il rispetto per Sarini, non si può non constatare come il solo Agliardi (un solo gol subito in 7 partite) abbia portato con le sue parate almeno 6-8 punti nelle ultime 3 vittorie. E nessuno sa cosa sarebbe successo con Agliardi sin dalla prima giornata.

9. Questa rosa è forte ma non fortissima. Non ha le pedine per fare la differenza sul piano tecnico, per far impazzire gli avversari nella ricerca del pallone, per imporsi per manifesta superiorità. È semplicemente una forte squadra di serie D.

10. Il Cesena FC ora si trova davanti ad un bivio: aprire i cordoni della borsa ora per piazzare qualche colpo importante a dicembre tale da far fare ai bianconeri il salto di qualità, oppure farlo a campionato finito, quando cioè il primo posto potrebbe essere definitivamente sfumato e l’unica strada per la C sarebbe il ripescaggio con ingente obolo da versare a fondo perduto alla Federazione. La scelta appare piuttosto semplice.
tuttocesena.it



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#cesenainbolgia
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