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Bambina muore all'ospedale di Brescia. E' malaria.

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2017 11:44
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09/09/2017 11:39

Una bambina di 4 anni è morta per malaria. Sofia Zago, figlia di una coppia italiana residente a Trento, era arrivata in coma sabato scorso agli Ospedali Civili di Brescia, dove oltre alla Rianimazione pediatrica è presente un Istituto per le malattie tropicali. La causa dell’infezione è la puntura di una zanzara. La piccola però non è mai stata in un Paese malarico e la zanzara che trasmette la malattia non risulta presente, come specie, in Italia. Sia la Procura di Trento che quella di Brescia hanno aperto due inchieste sulla morte della piccola. Giovanni Rezza, responsabile del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, lo ha definito “un caso criptico” e “rarissimo”. Se confermato, sarebbe il primo caso autoctono da trent’anni. Sofia era stata prima in ospedale a Portogruaro, poi a Trento, per un esordio di diabete infantile. A ricostruire le tappe della vicenda clinica è stato il direttore generale dell’Apss (Azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino), Paolo Bordon, che ha spiegato anche come in uno dei giorni del ricovero a Trento della bimba erano presenti, “in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti”.

“Dalle prime indicazioni che abbiamo avuto pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento, il motivo per il quale sarebbe un caso molto grave” ha detto invece il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha poi confermato di aver “mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare“. “Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo” ha annunciato inoltre la Lorenzin, secondo cui “prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione dobbiamo capire esattamente cosa è accaduto. Ed è il motivo per il quale – è stato l’appello della ministra – invito tutti alla cautela nelle dichiarazioni, che ho già letto in alcune agenzie: prima di pronunciarsi, appena morta una bambina di quattro anni, cerchiamo di capire cosa è capitato”.

“La malaria si contrae da una zanzara vettore di una specie particolare che esiste in Italia, ma non è mai stato dimostrato che la zanzara italiana possa trasmettere una forma di malaria come quella contratta dalla bambina” ha spiegato il professor Alberto Matteelli, esperto in malattie tropicali degli Ospedali Civili di Brescia. “Ogni luogo frequentato dalla bambina sarà campionato per valutare il tipo di zanzare presenti”, ha aggiunto il medico. Sofia quest’estate è stata in vacanza a Bibione, sulla riviera Veneta. Una delle ipotesi è che la bimba possa avere contratto la malattia proprio durante le ferie per colpa di una zanzara giunta dall’estero in qualche bagaglio.

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09/09/2017 11:44

L'autopsia sulla piccola Sofia conferma: è malaria.
TRENTO - È stata, come si sospettava, la malaria ad uccidere la piccola Sofia Zago. La conferma ufficiale arriva dall'autopsia effettuata a Brescia sul corpo della bambina di 4 anni morta lunedì, dopo i ricoveri anche a Portogruaro e a Trento. "L'autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica", ha riferito il procuratore capo di Trento, Marco Gallina. Stando ai risultati degli esami, la causa del decesso per Sofia è stata dunque la complicanza cerebrale causata dalla malaria. "I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica - conclude il procuratore - e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda".

Le indagini per capire come la bimba sia stata contagiata dal virus proseguono. "Prima di trarre delle conclusioni affrettate è meglio partire dalla realtà. La vicenda ci insegna, in generale, che è importante fare prevenzione sanitaria", ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso a margine della lectio magistralis che ha tenuto in apertura del Festival della Comunicazione di Camogli.

E, mentre gli esperti lavorano per fare chiarezza, nel pomeriggio la Procura di Trento ha trasmesso a Brescia il nulla osta per la sepoltura. "I familiari avranno a disposizione la loro bambina" da stasera, ha detto il procuratore capo di Trento, Marco Gallina.


• ANALISI SUL CEPPO
Oltre all'autopsia, gli esperti attendono i risultati delle analisi fatte per individuare il ceppo della malaria che ha colpito Sofia, per i quali, però, sono necessari alcuni giorni. Se, infatti, già lo stesso ospedale di Trento ha potuto accertare che la piccola era stata colpita dallo stesso tipo di malaria dei quattro altri pazienti presenti al Santa Chiara in quei giorni, serve identificare anche il ceppo. Il parassita comune ai quattro pazienti, tra cui due pediatrici, come Sofia, è il plasmodium falciparum, di cui ci sono diverse forme. Come da procedura in caso di malaria, i vetrini col materiale dei pazienti erano stati inviati all'Iss, ma la Procura ha chiesto di raccogliere oggi altro materiale durante l'autopsia.

• IPOTESI CAMPEGGIO
Al momento, quindi, non viene esclusa alcuna ipotesi sulla dinamica del contagio, ma nelle ultime ore gli esperti si stanno concentrando sulla possibilità che la piccola sia stata contagiata mentre era a Bibione, cioè prima del ricovero in ospedale a Portogruaro, dove è stata il 13 agosto, e a Trento, dove era dal 16 al 21 agosto. "Abbiamo ricevuto tutta la documentazione e valutato i tempi di incubazione della malaria, tra i 14 e i 20 giorni, che sono perciò compatibili con le date in cui Sofia era al mare", ha detto a Repubblica Raniero Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, capo della task force che sta conducendo le indagini.

È già stato verificato che a Sofia non sono state fatte trasfusioni "ed è anche escluso che ci sia potuto essere un contatto accidentale di sangue infetto con il sangue di Sofia.
Questo perché per trasmettere la malaria non basta una goccia di sangue che si poggia su una ferita, ci vuole una inoculazione di sangue infetto". Intanto saranno anche analizzati i campioni di sangue prelevati ai bambini del Burkina Faso: "I criocongelati del sangue sono già arrivati a Roma". Esclude però che ci siano in Italia zanzare che possano trasmettere il plasmodium falciparum: "Non ci sono le condizioni".

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