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Prima sentenza capitale in USA per un crimine d'odio (Dylann Roof e la strage di Charleston)

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2017 03:16
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11/01/2017 03:16

Strage Charleston, Dylann Roof condannato a morte

Il giovane entrò in una chiesta metodista e uccise a colpi d'arma da fuoco nove afroamericani. E' il primo verdetto alla pena capitale emesso per un crimine d'odio


Dylann Storm Roof è stato condannato a morte per la strage di Charleston. Nel giugno del 2015, il giovane entrò in una chiesa metodista di Charleston, in South Carolina, e uccise nove afroamericani che seguivano la messa. La sentenza è arrivata oggi dopo che la giuria popolare ne aveva già decretato la colpevolezza lo scorso 15 dicembre. La sua è la prima condanna federale alla pena capitale emessa per un crimine d'odio. Roof, 21 anni all'epoca del massacro, era un dichiarato suprematista bianco con ossessioni segregazioniste e con il folle sogno di far scoppiare una guerra civile per arrivare ai suoi obiettivi. Le indagini condotte dopo il suo arresto appurarono che progettava l'attacco da almeno sei mesi.

La sera del 17 giugno 2015, Roof entrò in una chiesa metodista di Charleston mentre i fedeli ascoltavano la lettura della Bibbia, rimase seduto per 45 minuti, poi si mise a sparare con una Glock calibro 45 che aveva comprato in un negozio nel mese di aprile. Uccise sei donne e tre uomini tra i quali il reverendo Clementa Pinckney, membro del Senato dello Stato e simbolo delle battaglie per i diritti della popolazione afroamericana. Poche ore dopo la fuga, Roof fu bloccato mentre era a bordo della sua auto, ferma a un semaforo. Era ancora armato, ma non oppose resistenza.

La giuria ha impiegato circa tre ore per deliberare la sentenza. Durante il processo l'imputato ha rilasciato varie deposizioni, senza mai mostrare segni di rimorso o di pentimento. Ha sempre respinto con forza ogni ipotesi su possibili turbe psicologiche e non ha mai chiesto perdono o clemenza, né ha tentato di fornire motivazioni per il suo operato.Anche oggi Roof ha rivendicato la carneficina: "Sento che dovevo farlo". Ha parlato per cinque minuti senza fermarsi, sotto lo sguardo inquisitorio dei giurati. Ha ricordato - come rivolgendosi singolarmente a ciascuno di loro - che il dissenso di un solo giurato sarebbe bastato per risparmiarlo: "Ho il diritto di chiedervi una condanna all'ergastolo, ma non so a cosa possa servire". Poi, alla lettura del verdetto, è rimasto impassibile, senza mostrare emozione, immobile nel silenzio mentre diversi familiari delle vittime non riuscivano a trattenere le lacrime.

Malcolm Graham, fratello di una delle persone uccise da Roof, ha commentato: "I giurati hanno preso la decisione giusta e la sentenza manda un messaggio forte, che i crimini d'odio non possono essere tollerati".

Nel giorno della strage fu lo stesso Barack Obama a risollevare il problema della eccessiva facilità con cui in America è consentito acquistare armi. La risposta della comunitrà locale scossa dalla strage fu di soliderietà e unità, al punto da promuovere azioni che hanno portato alla rimozione della bandiera confederata dagli edifici pubblici in South Carolina per la prima volta in 50 anni, esempio poi seguito anche da altri Stati. Un simbolo storico ma ormai insanguinato dalla follia di Roof che con quella bandiera aveva posato fiero prima di compiere la mattanza.

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