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Valeria Solesin è morta durante gli attacchi terroristici a Parigi, il ricordo della studentessa italiana alla Sorbona

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2016 15:39
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20/03/2016 15:39

Dario Solesin: "Arresto Salah, così non potrà più fare quel che ha fatto a Valeria"

Parla il fratello della giovane ricercatrice italiana uccisa lo scorso 13 novembre al teatro Bataclan dai complici di Abdeslam


"È una notizia che mi sconvolge. Non ho seguito le indagini, ho voluto tenere le distanze da quella notte, ma speravo proprio che lo prendessero". Così Dario Solesin commenta l'arresto di Salah. Sua sorella Valeria il 13 novembre era nel teatro Bataclan. La 28enne veneziana dottoranda all'istituto di Demografia della Sorbona morì tra le braccia del fidanzato, Andrea Ravagnani, colpita da un unico proiettile di kalashnikov esploso dall'alto. "Da quella notte Valeria è il mio primo pensiero quando mi alzo e l'ultimo quando vado a dormire", racconta Dario, 25 anni.

Dopo quattro mesi la polizia belga è riuscita ad arrestare Salah Abdeslam. come si sente?
"Sono sotto choc. Ci speravo ma non me lo aspettavo ed è chiaro che non mi consola, e che sarà impossibile avere giustizia per quello che è successo. Ma in qualche modo è una soddisfazione sapere che pagherà per quello che ha fatto. E soprattutto sa cosa? Sono contento che non potrà più uccidere nessuno come ha fatto a Parigi, come lui e i suoi complici hanno fatto con mia sorella".

In questi mesi ha seguito la caccia e le indagini sulla fuga di Abdeslam?
"Devo dire di no, non per disinteresse ma per scelta. Per me è stato un modo per proteggermi, prendere le distanze da quella notte evitando di rivivere la tragedia. Seguire gli sviluppi dell'inchiesta leggendo i giornali mi faceva male. Valeria continua a essere nei miei pensieri tutti i giorni, il dolore è impossibile da condividere".

Salah Abdeslam ha all'incirca la sua età. Si è mai chiesto cosa può spingere un ventenne a imbracciare un kalashnikov a Parigi?
"Nella mia testa in questi mesi ho fatto mille pensieri e mi sono anche interrogato sui terroristi. E anche se non ho voluto mai sapere più di tanto su chi fossero, ho provato a chiedermi il perché di quello che è successo quella notte. La verità è che non sono mai riuscito a darmi una risposta".

Borse di studio, cerimonie, premi. Sono molte le iniziative organizzate a Venezia e in Italia nel nome di Valeria.
"Le persone hanno capito chi era Valeria e il suo impegno negli studi a favore delle donne. La città e le istituzioni sono sempre state vicine a me e al la mia famiglia. La vicinanza e l'affetto di tanti ci fanno sentire meno soli. In questi giorni il mio pensiero va anche ai familiari di Giulio Regeni, perché conosco personalmente quello che stanno provando. E mi auguro, come tutta Italia, che si faccia più presto chiarezza su ciò che gli è accaduto".

Francesco Furlan

www.repubblica.it

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