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La buona scuola

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2015 18:21
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Città: MASSA
Età: 46
Sesso: Maschile
23/09/2015 15:11

La figura del Preside nella "buona scuola"
Se ci sforziamo di fare un piccolo excursus sui tentativi di riforma della scuola di ogni ordine e grado, considerati con il senno di poi, mettono a nudo un meccanismo psicologico entrato in azione anche oggi a riforma già avviata, pur discutibile che sia.
“Fino al 1973 i presidi potevano dare la qualifica agli insegnanti e questo aveva un qualche peso nel progresso della carriera. Molti presidi abusavano dello strumento ricattando insegnanti poco accondiscendenti, altri davano "ottimo" a tutti. Lo strumento fu considerato inadeguato dai sindacati Scuola e nel primo contratto — appunto nel ‘73 — ne ottennero l'abolizione.
Nello stesso contratto furono richiesti e poi istituiti gli Organi Collegiali: tra questi, il Comitato di Valutazione per gli insegnanti, rimasto peraltro inattivo e relegato alla funzione marginale e irrilevante di controllo dei servizi prestati. Considerato inutile, fu poi abolito. Prevalse l'argomento che gli insegnanti devono essere tutti uguali, anche se non lo sono — e gli studenti lo sanno. Nel ‘76 si discusse la proposta di differenziare la figura degli insegnanti; proposta bocciata nelle assemblee. Nell'estate del ‘99 con la sinistra al governo e un ministro illuminato si istituirono le prime figure di coordinamento progettando un "Concorsone" per premiare i migliori. I sindacati che l'avevano già approvato, si rimangiarono il consenso: il "Concorsone" non si fece più.
Non ho mai insegnato e quindi non sono un “vero conoscitore del problema ”ma, a mio parere, agli insegnanti capaci, sicuramente la maggioranza, una valutazione differenziata gioverebbe, anche sul piano della considerazione sociale che oggi non c'è ed è stata una delle perdite più gravi per il nostro sistema formativo.
Certamente le riforme mal fatte, lo scarso prestigio e le retribuzioni inadeguate hanno alimentato in molti insegnanti un profondo malessere. E non da oggi. Se si pensa che il senatore Giosuè Carducci , già nel 1892, fece un intervento in aula riguardante proprio il prestigio e le retribuzioni.
Resta il problema di fondo, in questi giorni evidenziato da Corrado Augias: scuole della conoscenza o della competenza?
Secondo Augias “la scuola dovrebbe dare ai giovani che la frequentano in primo luogo l'ansia di imparare, la scoperta, la seduzione degli spazi sterminati che si aprono a chi vuole sollevarsi di qualche spanna al di sopra del vitalistico livello degli istinti — che resta beninteso fondamentale, ma da solo è quello che è. Proprio per questo ci debbano essere entrambe, suddivise ovviamente non per reddito o per casta ma per inclinazione e merito con borse di studio e incoraggiamenti per i più dotati come del resto prevede la Costituzione. Demonizzare il mercato è altrettanto dannoso che farne un feticcio”. Attenzione il principio di egualitarismo assoluto,tipico degli anni Settanta del XX secolo, ha voluto dire per lo più "immobilismo militante" — mentre il mondo ha corso come un frecciarossa.
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