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Guerra all'ISIS, topic unico

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2015 13:53
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25/09/2014 00:30

Obama all’Onu: “L’Isis è il male, non si negozia. Ma questa non è una guerra contro i musulmani”

Arriva la risoluzione che obbliga i Paesi ad adottare leggi contro il reclutamento dei jihadisti. E il presidente americano ammette: «Sul terrorismo non sempre abbiamo fatto abbastanza»


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L’Isis «deve essere distrutto», non ci sono alternative. «Non è una guerra all’Islam» ma «non si può negoziare con il male»: Barack Obama lo ha scandito oggi dalla tribuna del Palazzo di Vetro dell’Onu. Ma negli stessi momenti in cui il presidente parlava, i jihadisti rilanciavano la sfida postando in rete un nuovo, atroce video per mostrare al mondo un’altra decapitazione, quella dell’ostaggio francese Hervè Gourdel, rapito domenica in Algeria.

ORRORE E MINACCE

«È la vendetta» per «l’aggressione crociata francese al Califfato», affermano nel video i carnefici, tenendo per i capelli la testa mozzata dell’ostaggio ucciso. Si tratta di jihadisti del gruppo algerino Jund al Khilafa, affiliato all’Isis nella speranza di una saldatura con lo Stato islamico che arrivi fino al Nord Africa. E nel disegno folle di una jihad globale, è arrivato anche un messaggio da Abu Sayyaf, il gruppo radicale islamico delle Filippine, che a sua volta minaccia di uccidere due ostaggi tedeschi nelle proprie mani se Berlino continuerà a sostenere gli Usa contro l’Isis.

RISOLUZIONE CONTRO IL RECLUTAMENTO DEI JIHADISTI

Il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione che chiede agli Stati membri di «prevenire e reprimere» il reclutamento e il flusso dei combattenti terroristi stranieri. Il documento - adottato nel corso della riunione presieduta da Obama e a cui ha preso parte anche il ministro degli esteri italiano Federica Mogherini - chiede che gli Stati membri rendano illegale recarsi all’estero o facilitare il viaggio di altri individui per «pianificare, preparare, perpetrare o partecipare ad atti terroristici». L’invito è a rafforzare la cooperazione regionale e internazionale e a intensificare ed accelerare lo scambio di informazioni riguardanti le azioni o i movimenti dei terroristi. Nella risoluzione si ribadisce come gli Stati devono «esigere che le compagnie aeree sotto la loro giurisdizione forniscano in anticipo informazioni sui passeggeri alle autorità nazionali competenti, al fine di rilevare la partenza dal loro territorio, o il tentativo di ingresso o il transito nel loro territorio» delle persone soggette a sanzioni Onu.

ANCORA RAID IN SIRIA: “LI ABBIAMO FERMATI”

I nuovi messaggi arrivano due giorni dopo «l’ordine» lanciato dall’Isis a tutti i suoi sostenitori di uccidere «i miscredenti, in qualunque modo». Così come poche ore dopo una seconda ondata di raid aerei americani: uno contro le strutture dello Stato islamico in Siria - 20 in totale negli ultimi due giorni - e quattro in Iraq, dove dall’8 agosto ne sono ormai stati compiuti oltre 200, compresi quelli degli ultimi giorni messi a segno dai caccia francesi. Raid che hanno già raggiunto un primo scopo, secondo il segretario di Stato Usa John Kerry: «Li abbiamo fermati», ha affermato riferendosi ai jihadisti dell’Isis. Ma la campagna contro di loro, ha assicurato, andrà avanti «per un certo periodo di tempo, e in diverse forme».

I RAID AEREI SUI TERRITORI CONTROLLATI DALL’ISIS

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EUROPA IN ORDINE SPARSO

Secondo il giudizio del Pentagono, i raid sono stati estremamente «efficaci», in particolare quelli condotti assieme a cinque Paesi arabi contro la “capitale” jihqadista in Siria, Raqqa, e contro il gruppo di leader di al Qaida noto come Khorasan e il suo affiliato Fronte al Nusra. Sulla scia di questi risultati, Olanda e Belgio hanno peraltro fatto sapere di essere pronti a mettere a disposizione i loro F-16 per la lotta all’Isis, mentre si profila anche una partecipazione attiva della Gran Bretagna, dopo che il premier David Cameron ha riconvocato il Parlamento di Westminster proprio per discutere dell’intervento militare di Londra contro l’Isis. E anche la Francia non intende di certo arretrare dopo la barbara uccisione di Goudel.

L’APPELLO DELL’AMERICA

«La mia determinazione è totale, e quest’aggressione la rafforza. Continueremo a lottare contro il terrorismo dappertutto e in particolare contro il gruppo dello Stato islamico», ha tuonato Francois Hollande. Sono ormai «oltre 40 i Paesi che si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione», ha sottolineato oggi Obama nel suo discorso all’Onu. Ma bisogna fare di più. «Chiedo al mondo di unirsi al nostro sforzo», ha aggiunto, rivolgendo anche un appello globale, «e specialmente alle comunità musulmane, a respingere esplicitamente, con forza e costanza, l’ideologia di al Qaida e dell’Isis». «Questo non è uno scontro di civiltà», ha aggiunto Obama, sottolineando che «l’Islam insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese» e di certo «gli Stati Uniti non saranno mai in guerra contro l’Islam».

ALLERTA ATTENTATI

L’allerta sul “fronte interno” è comunque altissima. «Siamo in uno dei periodi più pericolosi mai visti dall’11 settembre di tredici anni fa», ha avvertito il capo della polizia di New York, Bill Bratton, secondo cui «la minaccia terroristica in questo Paese, in questa città, è destinata sfortunatamente ad aumentare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi». E certo, ha esortato ancora il presidente americano all’Onu, anche la comunità internazionale deve porsi delle domande: «Troppo spesso - ha affermato - non siamo riusciti a far rispettare le norme internazionali quando è stato scomodo farlo» e «non abbiamo affrontato con forza sufficiente l’intolleranza, le tensioni interconfessionali e la disperazione che alimentano l’estremismo violento in troppe parti del globo». Plauso a Obama da Matteo Renzi: «Ho molto apprezzato il suo insistere che non è una guerra all’Islam, uno scontro di religioni», ha commentato il premier. «Si stanno violando i diritti umani e bisogna intervenire, ma in questo scenario è giusto sottolineare che non è una guerra di religione ma il tentativo di bloccare un genocidio», ha aggiunto.

LE MAPPA DELLE ZONE CONTROLLATE DALL’ISIS

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