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Belgio, OK all'eutanasia per lo stupratore seriale: "Voglio morire, sono un pericolo per tutti"

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2019 15:50
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15/09/2014 21:18

Pluristupratore seriale e assassino, recidivo e conscio di esserlo. Dopo 30 anni dietro le sbarre, il 52enne belga Frank Van Den Bleeken ha ottenuto il via libera della giustizia per porre fine alle sue «sofferenze psichiche insopportabili». Era da quattro anni che l'uomo chiedeva l'eutanasia. Mai uscito dal carcere in tutti questi anni se non un'unica volta per partecipare al funerale della madre, il 'mostrò, secondo quanto ha riferito ai media il suo avvocato Jos Vander Velpen, ha ricevuto l'ok a lasciare nei prossimi giorni il penitenziario di Bruges per essere trasferito in un ospedale. Qui, nell'arco di 48 ore, dopo avergli lasciato il tempo di ricongiungersi con i familiari, i medici gli somministreranno la 'dolce morte'. Van Den Bleeken non ha mai chiesto di essere rimesso in libertà, conscio di essere un pericolo per la società, e dopo tre decenni di detenzione senza uno spiraglio il dolore psicologico si è fatto insostenibile. «Sono un essere umano e qualsiasi cosa io abbia fatto, resto un essere umano, quindi sì, datemi l'eutanasia», ha detto alla tv fiamminga lo stesso criminale. Questo aveva chiesto al ministro della Giustizia belga di essere mandato in un centro di cure specializzato in Olanda o, in alternativa, di essere ucciso con l'eutanasia. La giustizia belga ha deciso però che il trasferimento nei Paesi Bassi non era possibile, non esistendo un equivalente della struttura in Belgio, proponendo però di attendere l'apertura entro fine anno di un nuovo centro specializzato di cure psichiatriche a Gand.

IL LEGALE - «Non può più vivere così e non può più accettare il dolore», ha spiegato il suo avvocato, «molti dottori e psichiatri hanno dichiarato che il mio cliente soffriva in modo continuo e che non c'era niente che potesse lenire le sue sofferenze». È quindi arrivato anche il via libera dei sanitari all'eutanasia dell'uomo, soddisfacendo così tutti i criteri previsti dalla legge belga entrata in vigore nel 2002 e rivista quest'anno introducendo il diritto alla 'dolce mortè anche per i bambini. Nell'arco di 12 anni, sono sempre di più i belgi che hanno fatto ricorso all'eutanasia, in grande maggioranza fiamminghi. Solo nel 2013, il numero di persone che ha deciso di porre un termine alle loro sofferenze è stato del 27% più alto rispetto al 2012, raggiungendo il record di 1.807 casi.

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22/09/2014 18:47

Io sono favorevole a questo tipo di trattamento volontario perche' se una persona e' cosciente del fatto che prima o poi ricadra' nello stesso errore e se sono state provate tutte le terapie possibili sul soggetto in questione senza ottenere alcun beneficio e' giusto che si possa fare.
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22/09/2014 23:09

Contrario perchè molti reati nascono da malattie mentali e non si può decidere da incapaci di intendere e di volere di morire con l'eutanasia. Spero che i giornalisti abbiano fatto confusione perchè se è vero che il Belgio ammazza così alla bell'e meglio sarebbero da cacciare dall'UE.
Ci vorrebbe un plotone di psichiatri per capire se una decisione simile è ponderata correttamente e potrebbero anche sbagliarsi.
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22/09/2014 23:43

Concordo pienamente con Unimarconcino.
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27/09/2014 04:12

Diciamo che l'eutanasia è una decisione difficile e dipende da caso a caso, in generale il Belgio non va troppo per il sottile.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-28/in-belgio-primo-si-eutanasia-i-bambini--1744...
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04/01/2015 16:35

Detenuto chiede e ottiene l’eutanasia

Dopo di lui altri 15 lo seguono

Frank Van Den Bleeken, 52 anni e da 30 in galera: «In carcere soffro troppo». L’esecuzione domenica prossima, ma le famiglie delle vittime protestano


Ogni notte, i detenuti dalle celle vicine gli gridano o sussurrano nel buio: «Frank, ammazzati! Ammazzati!». Certi, ha rivelato qualche guardiano, prendono un doppio caffè pur di dare il turno agli altri e non lasciare che per quell’uomo trascorra un solo minuto di pace. Così accade da sempre in molte prigioni del mondo, a chi ha compiuto certi atti. Ma lui, Frank Van Den Bleeken, 52 anni e da 30 in galera, detenuto belga condannato per omicidio e stupri seriali, assassino e torturatore di una diciannovenne la cui madre morì più tardi di crepacuore, lui non si è mai ammazzato e la morte l’ha chiesta allo Stato: anzi, la «dolce morte», l’eutanasia, per sfuggire alle «insopportabili sofferenze psicologiche» che afferma di provare.

Le famiglie delle vittime: «Chiede ciò che non ha concesso ad altri»
Un anno fa, Frank si è accordato con i giudici. E così, venerdì prossimo, sarà trasferito in un ospedale segreto dove potrà stare in pace con i suoi familiari per due giorni. Poi, domenica 11 gennaio, arriverà anche un sacerdote. E infine un medico statale, con un’iniezione pagata dallo Stato, cancellerà la condanna all’ergastolo che quello stesso Stato ha comminato un giorno a quest’uomo. «È una grazia, un premio, una liberazione che risparmierà la pena intera a chi l’ha meritata - dicono indignati alle tv i familiari delle vittime -. Lui chiede una morte con dignità, quella che non ha concesso ad altri. Ma non esiste anche la libertà di suicidarsi? E poi, lui stesso dice che ha sempre quelle fantasie atroci, che se tornasse libero rifarebbe tutto...». Le sorelle di Christiane Remacle, la diciannovenne seviziata e strangolata con le sue calze nel 1989, nei boschi vicini ad Anversa, si sono opposte fino all’ultimo alla «grazia»: «Lui deve marcire in galera e basta. Per sempre». Non è così, rispondono altri - giuristi, politici e sacerdoti - questo sarà un atto di giustizia e di pietà civile, gli psichiatri hanno certificato i disturbi di Frank e in fondo l’ergastolo non è che una morte legalizzata, una scelta che non ricompensa le vittime e non migliora o recupera i colpevoli.

Altri 15 detenuti ora hanno già chiesto la «dolce morte»
Ma il vero problema, da domenica in poi, andrà ben oltre la sorte individuale di Frank e già fa tremare i polsi a molti. Sarà un enigma giuridico, etico, sociale, politico, religioso, con 5 risvolti diversi e ugualmente angoscianti. Primo: altri 15 detenuti in varie prigioni hanno già chiesto la «dolce morte» come Frank, adducendo malattie fisiche o gravi depressioni e nessuno sa che risposta darà loro lo Stato. Secondo: in Belgio, dal 2002, il codice consente sì la stessa eutanasia ora in continuo aumento (oltre 1800 casi nel 2013) ma solo a pazienti terminali, ciò che Frank non è, oppure a persone in preda a «insopportabili sofferenze fisiche o psicologiche» (dal febbraio 2014, primo caso nel mondo, la norma vale anche su bambini e ragazzi senza limiti d’età, purché vi sia il consenso dei genitori). Terzo: lo stesso codice, invece, non prevede la pena di morte per nessun reato. Quarto: la Costituzione belga sancisce che «tous les belges sont ègaux devant la loi», tutti i belgi sono uguali davanti alla legge, proprio come garantito ai cittadini di tutti i Paesi d’Europa. In questo caso l’obiezione sarebbe: perché solo questa condanna, seppure definitiva, può essere modificata? Quinto e ultimo punto, il Belgio è anche il Paese dove vive un altro ergastolano, Marc Dutroux, il pedofilo e assassino seriale che faceva morire le sue giovanissime prede anche di fame e che potrebbe tornare in libertà condizionata fra un anno o poco più. Alcuni genitori delle vittime attendono da anni quest’uomo alla porta del carcere, certo non per abbracciarlo e oggi promettono a Dutroux che una «dolce morte» non l’avrà mai, se anche dovesse chiederla e se anche lo Stato dovesse concedergliela come ha fatto con Frank.
Quanto a lui, il «graziato», si è appena confidato con una televisione: «Sono un pericolo per la società, lo so. Ma sono anche un essere umano, e qualunque cosa abbia fatto resto un essere umano. Perciò sì, concedetemi l’eutanasia».

Luigi Offeddu

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12/01/2015 03:24

Niente eutanasia, arriva lo stop a 5 giorni dall'iniezione.

www.repubblica.it/esteri/2015/01/06/news/belgio_stop_a_eutanasia_per_stupratore_seriale-1...

Questo qui ha anche una sua voce su Wikipedia inglese.

en.wikipedia.org/wiki/Frank_Van_Den_Bleeken
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17/09/2016 20:35

Belgio, primo caso al mondo di eutanasia su minorenne malato terminale

In Belgio è avvenuto il primo caso di eutanasia su un minore malato terminale. E’ la prima volta che accade al mondo perché il Belgio è l’unico paese ad aver esteso dal 2014 la pratica dell'eutanasia ai minorenni, senza porre limiti di età, contrariamente ai Paesi Bassi che hanno fissato la soglia minima a 12 anni. L'età del minore non è stata precisata e nessun altro dettaglio è stato fornito. Si sa solo che il caso è avvenuto nelle Fiandre e che il minore soffriva di una malattia in fase terminale.

Cosa prevede la legge - La legge, che si applica a minori "capaci di intendere e di volere", prevede che il bambino o l'adolescente soffra di malattie incurabili allo stadio terminale. La richiesta del minore viene poi valutata da un'équipe medica e da uno psichiatra o psicologo. I genitori devono dare il proprio consenso. Il voto nel 2014 che ha portato alla modifica della legge sull'eutanasia e alla conseguente estensione di tale pratica ai minori, aveva sollevato numerose critiche in Belgio, paese di tradizione cattolica.

"Il presidente della Commissione federale sul controllo e la valutazione dell'eutanasia, Wim Distelmans, ha confermato la notizia, sottolineando che si è trattato di un caso eccezionale. "Esistono fortunatamente pochi casi di questo tipo, ma ciò non significa che abbiamo il diritto di negare loro il diritto ad una morte dignitosa", ha dichiarato il professore.

Coscioni: "Stato ha rispettato volontà di un cittadino" - "La notizia del primo caso al mondo di eutanasia a un minore non dovrebbe stupire: lo Stato, in questo caso il Belgio, ha rispettato la volontà di un suo cittadino", ha commentato Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente dell'Istituto Luca Coscioni, in merito alla notizia della 'dolce morte' concessa a un ragazzo malato terminale.

Bagnasco: la vita è sacra, va accolta sempre - Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco ha commentato dicendo che "la notizia ci addolora e ci preoccupa: la vita è sacra e deve essere accolta, sempre, anche quando questo richiede un grande impegno".

tg24.sky.it

Notizia "buttata lì" con molti punti oscuri e senza fonti.
Un po' perché il bambino era ovviamente minorenne e quindi per tutela legale, un po' per la vicenda... praticamente a riguardo non si sa una mazza.
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08/01/2019 15:50

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