Il magistrato repubblicano Henry Hudson, ha evidenziato come l'obbligo di assicurarsi violi il diritto di libera scelta del cittadino. La Casa Bianca minimizza la sentenza. - "La riforma sanitaria è incostituzionale". Questo il verdetto del giudice distrettuale Henry Hudson, sulla manovra più importante dell'amministrazione guidata da Barack Obama. Secondo il magistrato, nominato da George W. Bush nel 2002, la legge violerebbe il dettato costituzionale nella parte dedicata al minimum essential coverage prevision: l'assicurazione obbligatoria per tutti che, se non stipulata, farebbe incorrere in un reato federale. «Nè la Corte Suprema - si legge nella sentenza di 42 pagine emessa da Hudson - nè qualsiasi corte d'appello del circuito federale ha mai esteso la Commerce Clause fino ad obbligare un individuo a entrare in modo non volontario nel flusso del commercio acquistando un bene nel mercato privato». Nonostante il suo giudizio netto, Hudson non ha chiesto la sospensione del provvedimento preferendo aspettare la pronuncia della Corte Suprema che vaglierà il caso per sciogliere le riserve nei prossimi mesi o nei prossimi anni. Il tempo c'è tutto, visto che la misura entrerà in vigore solo nel 2014. D'altra parte, però, la riforma sanitaria senza l'obbligo di stipulare una polizza assicurativa, perderebbe la sua parte più importante. E mentre Kenneth Cuccinelli, procuratore generale della Virginia, si dice soddisfatto del risultato ottenuto, Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, ha voluto minimizzare la portata della sentenza odierna, ricordando che due altre sentenze analoghe, una sempre in Virginia, l'altra in Michigan, avevano invece dato ragione all'Amministrazione Obama.
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