Megaupload e Megavideo oscurati. Gli hacker di Anonymous all'attacco

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Davide
00venerdì 20 gennaio 2012 16:10
Gli hacker di Anonymous sono partiti all'attacco dopo la notizia che l'Fbi aveva spento il sito di condivisone dei file piu' grande del mondo, Megaupload, uno dei piu' popolari di tutta la rete e da cui migliaia di utenti scaricavano film e software piratati. La chiusura di Megaupload ha dato vita a un'ondata di rappresaglia, convocate dal gruppo Anonymous nella notte tramite Twitter. Circa un'ora e mezzo la chiusura di Megaupload, con la tecnica del 'denial of service' gli hacker hanno reso inaccessibili le pagine web del Dipartimento della Giustizia statunitense, della discografica Universal, della Mpaa (la Motion Picture Association of America), della Riaa (Recording Industry Association of America); in tilt anche il web della Warner Music, dell'Fbi e l'ufficio del copyright statunitense.
Dopo l'attacco notturno, tutti i siti pero' sembrano aver recuperato in mattinata. Si e' trattato, hanno detto i pirati informatici, del "maggior attacco mai condotto da Anonymous, a cui hanno partecipato almeno 5.653 persone.
Le autorita' accusano Megauploud di far parte di "un'organizzazione criminale responsabile di un'enorme rete di pirateria informatica mondiale" che ha causato oltre 500 milioni di dollari in danni ai diritti di autore.

Intanto, la corte di Auckland, in Nuova Zelanda, ha convalidato l'arresto dei due fondatori del sito Megaupload, fermati ieri dalla polizia in una residenza nella citta' neozelandese. Il tedesco Kim Schmitz, noto come Kim Dotcom, e Mathias Ortmann, rimarrano in carcere fino a lunedi', quando ci sara' l'udienza per la cauzione. "Non abbiamo nulla da nascondere", ha affermato Kim Dotcom durante l'udienza, dopo che il suo avvocato si era opposto a far entrare le telecamere nell'aula. I fermi sono stati compiuti in esecuzione di mandati d'arresto Usa. "L'Fbi ha contattato la polizia neozelandese all'inizio del 2011.
Tutte le persone accusate sono state incriminate negli Usa.
Continueremo a lavorare con le autorita' americane per fornire assistenza nella procedura di estradizione", ha affermato l'ispettore Grant Wormald, dell'Agenzia neozelandese contro il crimine organizzato e finanziario.
In tutto l'Fbi ha incriminato sette persone, accusate di violazione della legge sul copyright e associazione a delinquere: Megaupload, uno dei siti di condivisione dei file piu' grandi al mondo, avrebbe generato 175 milioni di dollari di profitti illeciti, causando oltre mezzo miliardo di danni. La 'retata' ad Auckland e' stata compiuta da 70 agenti che hanno fermato anche il direttore marketing del sito, Finn Matato, e un olandese, Bram van der Kolk. La polizia ha inoltre sequestrato asset per 50 milioni di dollari, tra cui automobili di lusso come una Rolls Royce Phantom Drophead Coupe.

LA CHIUSURA - Brutta notizia per gli internauti di tutto il mondo, anche per quelli italiani. Il popolarissimo sito per la condivisione in rete Megaupload, uno dei servizi di sharing più conosciuti e utilizzati per i file di grosse dimensioni, è stato infatti oscurato dall'Fbi per aver violato (o almeno questa è l'accusa) le norme anti-pirateria.
Secondo il Bureau, lo scambio illegale di materiale protetto da copyright avrebbe provocato danni per 500 milioni di dollari alle compagnie. Il numero uno del sito, Kim Schmitz, è stato addirittura arrestato insieme ad altri tre dirigenti in Nuova Zelanda. Megaupload, di proprietà di una società registrata ad Hong Kong, da anni era il sito più visitato da chi scarica tutti i tipi di contenuti online, dai film alle canzoni, ma non solo: popolarità che lo ha portato ad essere il tredicesimo sito più consultato al mondo per il Washington Post.
Subito sul web è scattata la rivolta degli utenti, con i social network bombardati di messaggi di "condanna" della decisione dell'Fbi. L'hashtag #megaupload, su Twitter, è diventato subito uno dei più diffusi.

IL FONDATORE: "NULLA DA NASCONDERE" - Il fondatore di Megaupload, il sito chiuso dal Fbi nell'ambito di una operazione contro la pirateria, afferma di «non avere nulla da nascondere».Lo ha sottolineato Kim Dotcom, alias Kim Schmitz, il tedesco di 37 residente in Nuova Zelanda, dove è stato arrestato, considerato il padre del network di file-sharing, comparendo davanti a un tribunale neozelandese. I sette arrestati, del gruppo «Mega Conspiracy», sono accusati di reati informatici che hanno generato 500 mln di dollari di danni.

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Fra i commenti...


Io ero utente premium di Megaupload. Lo usavo come Hosting per tanti contenuti scaricabili resi pubblici sul mio sito, lo usavo per condividere i video delle vacanze con amici residenti all'estero, lo usavo come contenitore di files ingombranti e tutto era di mia proprietà. Nessuno dei miei files era protetto da copyright, eppure oggi mi ritrovo ad avere perso un mucchio di video e foto, con la sola colpa di far parte di un servizio di hosting A PAGAMENTO utilizzato anche da chi condivideva files protetti da diritti d'autore.
Mi domando: ma è legale una manovra del genere?
Io pagavo per un servizio che non solo mi viene negato benché abbia ancora otto mesi di abbonamento pagati ma ho pure perso irrimediabilmente materiale importante.
Mi sembra assurdo, è come se da domani chiudessero a tutti strade a causa dei milioni di infrazioni al codice stradale commesse ogni giorno!
Spero di riuscire a recuperare i miei files ma la vedo moooolto grigia.

Davide
00venerdì 20 gennaio 2012 20:12
Per chi si vuole sfogare...

nooooooooooooooo.com
Davide
00lunedì 23 gennaio 2012 15:54
MEGAUPLOAD FA PAURA, FILESONIC CHIUDE PER EVITARE "GUAI"

Dopo la chiusura di Megaupload e l'arresto di Kim Doctom, il concorrente Filesonic ha deciso di chiudere i battenti in maniera spontanea. L'annuncio arriva direttamente dalla homepage del sito: «tutte le funzionalità di condivisione su FileSonic sono state disabilitate. Il nostro servizio può soltanto essere utilizzato per caricare o per trovare file che si sono caricati personalmente». Filesonic intente così sganciarsi dal polverone e evitare di cadere nella trappola in cui l'Fbi ha incastrato Megaupload.
Secondo quanto emerso, FileSonic avrebbe inoltre eliminato dai server del gruppo tutta una serie di file, rispondendo così presumibilmente alle notifiche di illecito provenienti dai detentori del copyright ai sensi della Digital Millennium Copyright Act (DMCA). Una volta ripulito il proprio spazio di storage, il servizio diventa pertanto un “Dropbox” qualunque, privo di funzioni di scambio ed utile soltanto come spazio di backup remoto o conservazione “cloud” dei propri file personali.

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Davide
00lunedì 23 gennaio 2012 19:33
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