Le trappole su Facebook del fidanzato killer, altre dieci ragazze nel mirino di Giannandrea

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Davide
00venerdì 24 febbraio 2012 13:30
Antonella Riotino, la studentessa uccisa il 5 gennaio, non era la sola. Il diciottenne aveva un doppio profilo sul web per adescare e minacciare le giovani vittime che ora saranno ascoltate dai carabinieri

Antonella non era la sola. Sul computer di Antonio Giannandrea erano appuntati i nomi di altre dieci ragazze, giovani, giovanissime, con le quali aveva cominciato lo stesso gioco perverso: l'odio e l'amore. Per fortuna non ha fatto in tempo a fare loro male. Nell'inchiesta sull'omicidio di Putignano del 5 gennaio scorso i carabinieri e la procura di Bari stanno scoprendo scenari inquietanti, tanto da spingerli a un'analisi più approfondita dello strumento Facebook.

La storia è quella di un omicidio risolto in poche ore: Antonella Riotino, studentessa di 21 anni, viene ammazzata da Antonio Giannandrea, 18, il suo fidanzato. La ragazza è strangolata e poi sfregiata, abbandonata in un dirupo. Il ragazzo confesserà, stretto dai carabinieri, poche ore dopo l'assassinio con le mani ancora segnate dalla colluttazione. Durante l'interrogatorio, anche quello davanti al giudice Marco Guida che ha convalidato il fermo, Giannandrea ha continuato a sostenere di amare Antonella e di averla ammazzata durante un bacio. Nessun movente oltre il raptus. In nessuna delle occasioni davanti agli investigatori è sembrato lucido, tanto che è stata richiesta una perizia psichiatrica. Anche per questo i carabinieri hanno voluto approfondire la storia, analizzando i computer sequestrati a casa del ragazzo. Sono arrivate le sorprese. Giannandrea aveva due profili Facebook. Uno ufficiale, l'altro con uno pseudonimo. Con uno abbordava le ragazze, era carino, dolce, era il ragazzo spaurito fotografato davanti la torta del suo compleanno quello che scriveva "ragazze contattatemi, sono il vostro principe azzurro". Con l'altro sapeva invece essere spietato, minaccioso, uno stalker che faceva paura con messaggi di morte mandati di notte. Aveva fatto così con Antonella che come hanno messo a verbale alcuni vicini era terrorizzata da questo mister X che continuava a mandarle messaggi di minacce. Ma mai aveva sospettato che si trattasse proprio di Antonio. Si sa com'è andata a finire.

I carabinieri hanno scoperto ora che lo stesso meccanismo, con le stesse dinamiche, a volte con le stesse parole, il ragazzo lo aveva messo in moto con almeno altri dieci contatti Facebook: tutte ragazze e tutte più o meno diciottenni. È possibile che vengano ascoltate dai carabinieri per capire di ricostruire la personalità incredibile di Giannandrea ma anche per tracciare la pericolosità dello strumento Facebook in vicende del genere che troppo spesso sfugge agli inquirenti.

Eppure ormai il social network è diventato uno dei mezzi principali per risolvere i gialli: è stato Facebook a offrire la chiave fondamentale per accusare il presunto assassino di Anna Costanzo. Per depistare le indagini l'uomo aveva aggiornato il profilo della donna quando era già morta accedendo con le sue password. Una mossa che però ha permesso agli investigatori di incastrarlo. Così come è stato grazie a Facebook che è stato arrestato Domenico Iaia, il killer di Chiara Brandonisio.

Giuliano Foschini

www.repubblica.it

Edit del 30/10/2014: ho cancellato un'immagine che il servizio di hosting aveva sostituito.
alevalery
00domenica 26 febbraio 2012 23:15
Gente malata che andrebbe curata per almeno 30 anni. ALMENO.
Iuzzolino
00sabato 3 marzo 2012 14:04
In pratica un predatore sessuale con mille paturnie mentali.
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