Internet chiude per anonimato

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!LULLABY!
00domenica 8 novembre 2009 21:04
Internet chiude per anonimato

Di Guido Scorza

Negli Stati Uniti d’America è possibile scrivere un commento sul “muro della Casa Bianca” – parlo naturalmente di quello su Facebook e non di quello della residenza degli Obama a Whashington - o commentare un video sul canale Youtube “Whitehouse” in forma sostanzialmente anonima.

A tutti noi, almeno una volta nella vita da internauti, è capitato di spendere qualche minuto a commentare un post su un blog o una notizia su un quotidiano on line o, piuttosto, di pubblicare un video di risposta su Youtube o una nota sul muro di un amico su Facebook. Tutto questo, domani, in Italia, potrebbe non essere più possibile.

Il Tribunale di Firenze, infatti, con un recente provvedimento cautelare – ovvero emesso, in via d’urgenza, e sulla base di una cognizione solo sommaria della vicenda devoluta alla cognizione del magistrato – ha ordinato all’ADUC – un’associazione di consumatori ed utenti – di rimuovere un intero forum di discussione non già perché taluni commenti su di esso pubblicati fossero diffamatori o illeciti quanto piuttosto perché pubblicati in forma anonima.

Si tratta di un provvedimento preoccupante e aberrante. Aberrante perché, evidentemente, la pubblicazione di un commento anonimo, ma lecito ed insuscettibile di offendere l’immagine o la reputazione di chicchessia, non viola alcuna norma di legge e, anzi, contribuisce, ad alimentare il dibattito.

Mr. Nobody – l’anonimo autore del commento – infatti non può, probabilmente, rivendicare diritti ma, ad un tempo, non ha, allo stato, neppure il dovere di astenersi dal pubblicare un contenuto in forma anonima.
Preoccupante perché se l’orientamento di cui il provvedimento reso dal Tribunale di Firenze rappresenta il primo tassello dovesse diffondersi, in un giorno non troppo lontano potremmo vederci costretti a prendere atto che la Rete – almeno quella che fa capo a soggetti ai quali si applicano le leggi italiane – sta per essere “chiusa per anonimato”.

Ce ne sarebbe già abbastanza per preoccuparsi ma c’è di più. Qual è, infatti, oggi, in Rete, la differenza tra pubblicare un commento in forma anonima e pubblicarne uno in forma non anonima? Scrivere un nome e cognome all’atto della registrazione propedeutica alla pubblicazione del contenuto? Utilizzare un qualsiasi indirizzo e-mail creato per l’occasione?

La realtà è che in Rete siamo quasi tutti anonimi e, ad un tempo, quasi tutti rintracciabili. Le eccezioni – in un senso e nell’altro – naturalmente esistono ma, appunto sono eccezioni…
Sullo sfondo di questi interrogativi, naturalmente, rimane una questione importante anzi, forse, la questione da risolvere perché la Rete venga, finalmente, presa sul serio: in tutti gli ordinamenti del mondo, libertà fa rima con responsabilità.

Occorre trovare una soluzione perché tale rima funzioni anche in Rete dove, attualmente, troppo spesso si consumano abusi di libertà in assenza di responsabilità e si imputano responsabilità senza riconoscere alcuna libertà.


Guido Scorza è Avvocato, Dottore di ricerca in informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, è docente presso il Master di diritto delle nuove tecnologie della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna, presso il Master in Sicurezza dei sistemi e delle reti informatiche dell'Università La Sapienza di Roma, presso la Scuola Ufficiali dell'Arma dei Carabinieri e presso il Corso di Laurea in tecnologie informatiche dell'Università La Sapienza. E' membro del Consiglio scientifico e del Consiglio dei docenti del Master di diritto delle nuove tecnologie dell'Università degli Studi di Bologna. Tiene lezioni e seminari in numerosi corsi di specializzazione, di laurea e master presso i quali cura prevalentemente l'insegnamento delle materie connesse alla tutela giuridica del software, alla proprietà intellettuale nella società dell'informazione, ai contratti ad oggetto informatico nonché al diritto della concorrenza e dei consumatori in internet.

Fonte: www.wired.it
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