Il signor Finocchio chiede di cambiare cognome: OK della Prefettura

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Davide
00lunedì 7 novembre 2016 17:30
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È un cognome molto diffuso in tutta Italia e deriva da un ortaggio, ma a causa di una pratica medievale da sempre è usato con una connotazione fortemente dispregiativa e omofoba.
Stiamo parlando, ovviamente, del cognome Finocchio. Da sempre si presta a battute ironiche, spesso insulti velenosi e talvolta a clamorosi errori. Come quello di un arbitro dilettante che nel 2011 allontanò un allenatore che disse a un proprio giocatore: «Finocchio, mettila fuori». L'arbitro pensò si trattasse di un insulto omofobo, ma in realtà era il vero cognome del calciatore.
Può capitare, quindi, ancora oggi, che un cognome come Finocchio sia un bersaglio facile per battute ironiche ma sempre intrise di omofobia. Per questo motivo un uomo di Bari ha chiesto e ottenuto dalla Prefettura l'autorizzazione a cambiare il cognome all'anagrafe in Fino. Così si legge nel documento della Prefettura: «Il prefetto della Provincia di Bari, vista l'istanza con la quale il signor Finocchio ha chiesto il cambio del proprio cognome da Finocchio a Fino perché considerato ridicolo e vergognoso e ritenuta l'istanza meritevole di considerazione in quanto le motivazioni addotte sono significative e la documentazione risulta adeguata, decreta l'autorizzazione a pubblicare l'avviso».
Il vicepresidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio, ha commentato così la vicenda a Repubblica: «Non mi vergogno del mio cognome, ci sono nato e ci morirò. La prendo a ridere, d'altronde il manifesto con lo slogan 'Finocchio: uno come te', che uso in politica da 25 anni, ha fatto la mia fortuna proprio grazie all'autoironia».

leggo.it

[SM=p1944843]
S.Alessio
00lunedì 7 novembre 2016 20:10
Capisco più il "neo" signor Fino, che l'altro omonimo.
Mia nonna mi racconta di come clienti con cognomi del genere (potete immaginare, non li sto a scrivere XD) andassero con buona frequenza da mio nonno per vedere come si potesse fare per il cambio.

Ora ho un vuoto di memoria, ma ricordo solo la nascita dell'epiteto "ricchione" che è da attribuire ai Napoletani che chiamavano così i marinai spagnoli a causa dei grossi orecchini che portavano...e visto che i marinai per lunghi periodi sono solo tra uomini, bhe fate 2+2.
Davide
00lunedì 7 novembre 2016 21:31
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Nuovo slogan. [IMG]http://i46.tinypic.com/2wf68zl.jpg[/IMG]
S.Alessio
00martedì 8 novembre 2016 00:04
:D

Ecco, ora mi è venuto in mente, era durante la Santa Inquisizione (mi confondevo con l'epoca imperiale romana) in cui si usavano i finocchi per "aromatizzare" l'aria malsana proveniente dalle pire dei sodomiti.

Mi ha sempre incuriosito l'origine non tanto di termini più ovvi, ma di quelli più strani. Ad esempio in Campania, la granita che si compra nei baracchini/spiaggia/gelateria, quella che comunemente a Roma viene chiamata "grattachecca" (anche qui sarebbe da studiare l'etimologia), è definita "cazzimbocchio", visto che ricorda la forma fallica. Molto probabilmente quella dialettale romana è sempre strettamente collegata al ramo sessuale.
UniMarconcino
00mercoledì 9 novembre 2016 23:55
Grazie Alessio dei post interessanti e divertenti. [SM=g1944682]
salvatore @
00domenica 13 novembre 2016 17:08
S.Alessio, 08/11/2016 00.04:


Mi ha sempre incuriosito l'origine non tanto di termini più ovvi, ma di quelli più strani. Ad esempio in Campania, la granita che si compra nei baracchini/spiaggia/gelateria, quella che comunemente a Roma viene chiamata "grattachecca" (anche qui sarebbe da studiare l'etimologia), è definita "cazzimbocchio", visto che ricorda la forma fallica. Molto probabilmente quella dialettale romana è sempre strettamente collegata al ramo sessuale.




Questo è un articolo interessante da leggere sull'etimologia della parola "cazzimbocchio" (Napoli) o "grattachecca" a Roma:

forum.corriere.it/scioglilingua/13-09-2011/la-grattachecca-e-il-cazzimbocchio-per-il-dr-cimino-1874...

P.s. In alcuni paesini del napoletano la parola cazzimbocchio è stata trasformata in CAZZIPOCCHIO [SM=g1944682] da non confondere con "Cazzimma" che significa "sei avaro".
S.Alessio
00domenica 13 novembre 2016 17:59
Cazzimma dalle mie parti è un sinonimo di "cattiveria" sia da intendere in senso buono (la "garra" calcistica), sia più negativa.
salvatore @
00domenica 13 novembre 2016 18:02
Per certi versi anche qui a Napoli. Diciamo che il termina "cazzimma" viene usato dalle mie parti sia per indicare una persona avara che una persona cattiva, che pensa solo a se stessa.
salvatore @
00domenica 13 novembre 2016 18:07
Ah, "cazzimma" non si deve confondere con "cazzera" che ha tutt'altro significato....significa: cerniera dei pantaloni da uomo...E' facile intuire perchè, vero? [SM=p1944843]
Iuzzolino
00mercoledì 16 novembre 2016 02:53
Cazzimma continuo a leggerlo dappertutto visto che il 90% dei social network è composto da napoletani. [SM=g1944682]
salvatore @
00venerdì 18 novembre 2016 16:55
Diciamo che il termine "Cazzimma" è un vocabolo campano, non solo napoletano.
In Campania è stato importato dal Piemonte il termine "Balengo" che credo, significhi scemo, cretino... Chiudo scusa ai piemontesi se tra traduzione non è proprio esatta.
Francischiello
00martedì 4 febbraio 2020 12:38
Re:

Ora ho un vuoto di memoria, ma ricordo solo la nascita dell'epiteto "ricchione" che è da attribuire ai Napoletani che chiamavano così i marinai spagnoli a causa dei grossi orecchini che portavano...e visto che i marinai per lunghi periodi sono solo tra uomini, bhe fate 2+2.


In castigliano «maricón».

[Giuristi Marconiani: "Ho sistemato un quote che non permetteva al topic di essere visualizzato correttamente dalla versione mobile. Prego Francischiello di presentarsi nella cartella apposita, grazie".]
Francischiello
00martedì 4 febbraio 2020 12:40
Re:
Ragazzi, siete completamente fuori strada. La cazzimma in lingua napoletana è lo sperma! Ovviamente si tratta di termine volgare, come quello in italiano che conosciamo tutti. Oggi si è attestato, anche in contesti meno triviali, un uso estensivo del termine, che indica cattiveria, avidità, avarizia, egoismo, e che con i flussi migratorî si è diffuso in altre parti d'Italia.
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