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Rating, Stati Uniti declassati: allerta G7, i mercati tremano

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2011 21:39
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07/08/2011 12:58

CHOC A WASHINGTON. Smacco all'America: è la prima volta. In vista strette di bilancio. A rischio la rielezione di Barack
L'agenzia S&P toglie la tripla A alla superpotenza Il Tesoro accusa l'istituto: errore di 2 mila miliardi Ma Obama: «Trattative sul debito troppo lunghe»


Gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella loro storia il rating di tripla A: a non considerare più i titoli di stato Usa fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor's con una mossa senza precedenti arrivata dopo ore di braccio di ferro con il Tesoro. Perso il rating AAA che l'agenzia gli aveva dato nel 1941, gli Stati Uniti hanno prima accusato S&P di aver sbagliato i calcoli per 2.000 miliardi, ma poi, con lo stesso presidente Obama, hanno ammesso qualche colpa: il processo per giungere all'accordo sul tetto del debito, ha detto il capo della Casa Bianca, è stato «troppo lungo». È la stessa cosa che ha detto in un'intervista John Chambers, presidente del comitato di valutazione di S&P, secondo cui gli Usa avrebbero potuto evitare la retricessione se avessero aumentato prima il tetto del debito, divenuto legge solo martedì scorso. E ancora: secondo S&P il processo politico americano «non è coerente» con il rating di tripla A. E pertanto, la decisione di tagliare il rating «non è stata influenzata dalle modifiche sull' andamento della spesa discrezionale», perché «l'attenzione resta sull'attuale livello del debito, sulla sua traiettoria e sulla mancanza apparente della politica di affrontare le prospettive di bilancio degli Usa».
Indicazioni che la Casa Bianca sembra aver chiaramente recepito. Certo, ha detto Obama, l'accordo per l'aumento del tetto del debito «è un importante passo nella giusta direzione» ma «dobbiamo chiarire al meglio la nostra volontà, abilità e impegno a lavorare insieme per affrontare le sfide economiche e di bilancio». È passata quindi in secondo piano l'accusa del Dipartimento del Tesoro, che dopo aver ricevuto la bozza della decisione dell' agenzia di rating venerdì (quattro ore prima che venisse resa pubblica) aveva replicato affermando che S&P ha commesso un errore da 2.000 miliardi di dollari dovuto a come S&P teneva conto dei dati delle spese discrezionali del Congressional Budget Office, l'organismo indipendente incaricato di fornire analisi agli eletti. Per Washington quanto accaduto è un vero smacco: il Paese che stampa la moneta di riserva internazionale, ora è divenuto un creditore meno affidabile di Germania, Austria, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Australia. Persino Hong Kong sta meglio. La decisione potrebbe avere conseguenze di politica interna, ma anche geopolitiche. Il declassamento arriva alla vigilia della compagna elettorale per le presidenziali del 2012: per Obama, che vuole restare alla Casa Bianca, non è un bel biglietto da visita: per alcuni la sua elezione sarebbe a rischio. Inoltre una nuova, pesante, mazzata si abbatte sulla fiducia dei mercati, anche alla luce degli attacchi speculativi. Il taglio al rating Usa fa scattare di nuovo, per domani, l'allarme per un crollo dei listini e i Paesi del G7 si muovono con colloqui telefonici per fare il punto della situazione. Oggi il Consiglio direttivo della Bce si riunirà, in conference call, con i Governatori delle banche centrali dell'Eurozona.

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