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Scommesse, retata nel calcio: 16 arresti

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2011 11:54
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01/06/2011 17:57

Tra i fermati anche Beppe Signori. Indagati pure Doni e Bettarini. Sonnifero ai giocatori per indirizzare una gara


Ritorna l'ombra del calcio-scommesse. Sedici persone, tra cui ex giocatori di serie A, calciatori di serie B e Lega Pro ancora in attività e dirigenti di società di Lega Pro, sono stati arrestati dalla polizia a conclusione di un'indagine sul calcio scommesse condotta dalla squadra mobile di Cremona e coordinata dal Servizio centrale operativo. Dall'inchiesta è emerso che gli arrestati avrebbero fortemente condizionato negli ultimi mesi il risultato di alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro. Nei loro confronti la magistratura di Cremona ha emesso sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e nove agli arresti domiciliari. Per tutti l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode in competizioni sportive. Secondo gli investigatori l'organizzazione criminale si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita. Ma gli illeciti non riguardavano solo partite di B e Lega pro. Nel mirino degli investigatori infatti anche due gare di serie A: Inter-Lecce e Brescia-Bologna.

I FERMATI - Tra gli arrestati vi sono anche titolari di agenzie di scommesse e liberi professionisti, mentre gli indagati a piede libero sono in tutto 28. Gli arresti sono stati eseguiti dagli uomini della polizia a Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara. Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche una serie di perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, in alcune ricevitorie e presso uno studio di commercialisti che avrebbero consentito di acquisire ulteriori elementi utili alle indagini.

GIP - Il gip di Cremona Guido Salvini, nell'ordinanza di custodia cautelare riguardante le partite truccate, spiega che «la frequenza delle manipolazioni è impressionante» e si giunge «a situazioni in cui sono gestite contemporaneamente fino a 5 partite di calcio da manipolare». Dalle intercettazioni, inoltre, emerge «l'esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite». Il gip spiega che l'attività dell'organizzazione «rischia di avere già falsato alcuni dei risultati dei vari campionati: basti pensare che l'Atalanta e il Siena sono state recentemente promosse in serie A e si tratta di due delle squadre coinvolte» nella vicenda che vede la presenza tra gli investitori e scommettitori di alcuni gruppi dai contorni incerti, quale quello degli "zingari", a capo del quale c'era Almir Gegic detto lo zingaro, slovacco arrestato nell'operazione. Inoltre era presente anche un gruppo albanese. Il gip spiega che «sono investiti da questi gruppi per ogni partita truccata capitali dell'ordine delle centinaia di migliaia di euro» di cui non è nota la «provenienza», dunque non si possono «escludere fatti di riciclaggio».

I NOMI - Cominciano intanto a emergere i nomi dei fermati. Tra di loro c''è anche l'ex capitano della Lazio ed ex attaccante della nazionale, Beppe Signori che è stato posto ai domiciliari. Secondo il gip Salvini, Beppe Signori era il «leader indiscusso» dell'organizzazione. Arrestati anche il difensore dell'Ascoli Vittorio Micolucci, il centrocampista della stessa squadra Vincenzo Sommese (finiti ai domiciliari) e Gianfranco Parlato, ex giocatore di serie B e C, attualmente collaboratore del Viareggio calcio (che è in carcere). Nell'ambito dell'inchiesta risulta indagato anche Stefano Bettarini, ex marito della conduttrice tv Simona Ventura e commentatore della trasmissione di Raidue «Quelli che il calcio». Bettarini era stato condannato dalla giustizia sportiva a 5 mesi di squalifica per aver truccato delle partite nel 2004. Indagato anche il capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni che è il vicepresidente del nuovo sindacato dei calciatori (il presidente è Buffon), alternativo all'Aic.
È stato arrestato anche Mauro Bressan ex calciatore di Fiorentina, Genoa, Venezia, Foggia, Bari, Cagliari e Como. Bressan vinse nel 2001 la Coppa Italia con la Fiorentina. In manette anche Antonio Bellavista, ex capitano del Bari. Due arresti anche in Abruzzo. Si tratta di Massimo Erodiani, di Pescara, proprietario di una tabaccheria a San Giovanni Teatino (Chieti) e gestore per interposta persona di due sale scommesse, una a Pescara e l'altra ad Ancona. Con lui in manette anche il portiere del calcio a 5 Cus Chieti Gianluca Tuccella, impegnato anche come allenatore nelle minori del calcio locale. Insieme a Beppe Signori il Gip ha emesso ordinanza di custodia cautelare anche per Francesco Giannone e Manlio Bruni, titolari di uno studio di commercialisti dove il 15 marzo si sarebbe svolto un incontro per pianificare le azioni del gruppo dei bolognesi, tra i quali Signori, Bellavista e Erodiani.
Arrestato anche Marco Paoloni, di 27 anni, originario di Civitavecchia, portiere titolare del Benevento che sta disputando i play off per l'accesso in serie B.

ORGANIZZAZIONE CRIMINALE - I calciatori e gli ex giocatori professionisti arrestati dalla polizia erano, secondo l'accusa, parte integrante di una vera e propria «organizzazione criminale» nella quale ognuno aveva specifici compiti e ruoli, il cui obiettivo era quello di manipolare gli incontri a loro vantaggio. Gli indagati, secondo l'indagine, sarebbero anche riusciti a condizionare alcune partite, attraverso accordi verbali e impegni di carattere pecuniario. Nei confronti dei sedici arrestati, sostengono gli investigatori, ci sono prove «importanti ed inconfutabili». Secondo il capo della mobile di Cremona Sergio Lo Presti nel novembre del 2010 5 giocatori e un massaggiatore della Cremonese sarebbero stati intossicati a causa dell'assunzione di alcune bevande. Per il dirigente della polizia il fatto sarebbe stato intenzionale: si voleva modificare il risultato della partita. Quanto avvenuto in occasione di quell'incontro ha permesso ai poliziotti di cominciare l'indagine allargata poi a diversi soggetti gravitanti nel mondo del calcio che, grazie ai contatti diretti ed indiretti, erano in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all'estero.

CALMANTI AI GIOCATORI - Come detto i risultati degli incontri sarebbero stati truccati anche dando anche dei calmanti ai calciatori, in modo che giocassero al di sotto delle loro possibilità. Un episodio, come spiegato, si sarebbe verificato durante la partita Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010 finita comunque 2-0 per la squadra di casa. Secondo quanto accertato dalle indagini, un calciatore della squadra di casa durante l'intervallo, avrebbe somministrato ai suoi compagni un sedativo per peggiorarne le prestazioni. Cinque di essi sarebbero rimasti intossicati. Uno di questi sarebbe poi uscito di strada con la sua auto, altri due avrebbero avuto malori. Da quell'episodio è partita l'inchiesta.

INTER-LECCE - Come emerge dall'ordinanza firmata dal gip di Cremona, Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese attualmente al Benevento, arrestato nell'inchiesta della Procura di Cremona, aveva fatto credere ad altre persone che sarebbe riuscito a contattare alcuni giocatori del Lecce per «combinare» la partita. Tra gli scommettitori nell'ordinanza viene indicato anche Stefano Bettarini. Sulla partita era stato scommesso che l'Inter avrebbe dovuto vincere segnando almeno tre gol, ma il match terminò «con il risultato finale di 1-0». Su questa partita alcuni degli arrestati, fra cui Signori, hanno investito, secondo le indagini, circa 150 mila euro.

FIGC - La Procura federale della Figc ha aperto immediatamente un fascicolo in merito all'indagine. Il procuratore Stefano Palazzi nelle prossime ore prenderà contatto con la magistratura di Cremona e chiederà la trasmissione degli atti. «La Figc - ha detto il direttore generale Antonello Valentini secondo quanto fa sapere la Federcalcio - si costituirà parte civile a tutela dell'immagine del calcio e in difesa della trasparenza e della correttezza dell'organizzazione calcistica».

LEGA PRO - «Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli - si legge in una nota - ha dato mandato ai propri legali di costituirsi parte civile nei confronti di tutti i responsabili per il danno di immagine subito e a tutela della regolarità dei campionati».

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04/06/2011 22:19

Calcioscommesse, si aggrava la posizione dell'Atalanta

Si aggrava la posizione dell'Atalanta nell'inchiesta calcioscommesse. Nelle ultime ore sono, infatti, emersi nuovi indizi che coinvolgerebbero la squadra di Bergamo. La situazione pare essersi aggravata a seguito degli interrogatori di garanzia di Gianfranco Parlato e Giorgio Buffone, direttore sportivo di Ravenna. Da lunedì, ad ogni modo, saranno sentite le persone finite ai domiciliari.

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05/06/2011 19:36

SCOMMESSE, SIENA CHOC: "DATI SOLDI AL SASSUOLO".

FIGC, PRONTO IL GIRO DI VITE


Adesso il Siena rischia seriamente di dover rinunciare alla promozione in Serie A, guadagnata nell'ultimo campionato cadetto. Il Siena avrebbe pagato direttamente i giocatori del Sassuolo per vincere la partita (poi finita 4-0). È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta sul calcio scommesse della procura di Cremona, per la quale sono già finite in carcere 16 persone, tra cui Beppe Signori. Dopo l'Atalanta, la cui posizione si sarebbe aggravata dopo le ammissioni degli indagati nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ora è il Siena che viene chiamato direttamente in causa da uno degli arrestati, quel Massimo Erodiani ritenuto dagli inquirenti una figura centrale dell'intera inchiesta. «Erodiani affermava che il Siena - scrive il Gip Guido Salvini - aveva pagato da parte sua altri giocatori del Sassuolo». Parole contenute nella telefonata che è riportata nelle carte, del 24 marzo 2011, tra Erodiani e Marco Paoloni, in cui quest'ultimo sottolinea che se le cose stanno così è inutile andare avanti nel tentativo di trovare un accordo con i giocatori del Sassuolo e pagarli. Erodiani: «Comunque si vocifera che hanno preso pure i soldi dal Siena eh» Paoloni: «ah si?» Erodiani: «Sì» Paoloni: «addirittura...» Erodiani: «quindi vedi un pò quindi». Paoloni: «allora se è cosi lasciamo perdere, cioè nel senso senza che pure glieli devi dare agli altri». A chiamare il causa la società è anche Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari finito in carcere. «Erodiani chiedeva a Bellavista se avesse sentito anche i giocatori del Siena - scrive il Gip - e questi rispondeva che stava cercando di contattarli. In particolare aveva chiamato Stefano Bettarini affermando che il Siena si era mosso di persona e che al momento i giocatori del Sassuolo d'accordo erano Quadrini, il portiere e il centrale».

PENE PIÙ ASPRE
Inasprimento delle pene per le scommesse e l'illecito sportivo, e soprattutto tolleranza zero contro l'omertà, ovvero i casi di omessa denuncia, con un aumento delle sanzioni. Sono alcune delle misure allo studio della Federcalcio, dopo lo scandalo del calcioscommesse.

ASSE CONI-FIGC
Il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, ha incontrato questa mattina al Foro Italico il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giancarlo Abete, alla presenza del Segretario Generale del CONI, Raffaele Pagnozzi. L'incontro è servito per un'organica riflessione sugli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria della procura della Repubblica di Cremona, anche in vista della riunione della Giunta Nazionale del CONI in programma domani, 6 giugno, con inizio alle 14.30". E' il comunicato diffuso da Coni e Figc al termine dell'incontro di questa mattina per affrontare l'emergenza del Calcioscommesse. L'obiettivo è offrire «più collaborazione con gli organi dello Stato quali presidenza del consiglio dei ministri , monopoli e ministeri dell'Economia, interno e giustizia».

GALANTE SI DIFENDE
Fabio Galante, ex difensore di Torino e Inter, si tira fuori dalle voci che lo vorrebbero coinvolto nello scandalo del calcioscommesse: «Fabio il bello non sono io. Dispiace leggere queste insinuazioni e tutto ciò che sta succedendo. Ci sono delle persone che tirano in ballo nomi di calciatori solo per far vedere di avere conoscenze». Intervistato da Radio Sportiva, Fabio Galante, ex difensore dell'Inter, sottolinea di non essere coinvolto nell'inchiesta della Procura dui Cremona e di non essere lui il personaggio, chiamato appunto 'Fabio il bellò, di cui si parla in alcune intercettazioni. «Io non ho mai scommesso in vita mia - dice ancora Galante -. Fino a due giorni fa non sapevo nemmeno cosa fosse un Under o Over. I soldi vanno sudati, bisogna guadagnarseli con il lavoro». Comunque Galante ammette di conoscere una delle persone coinvolte nell'inchiesta, ed attualmente in carcere, l'odontoiatra di Ancona Marco Pirani. «Lo conosco, lui frequenta il mondo del calcio e tifa Inter - dice Galante -. Ma non avrei mai pensato che si occupasse di tutte queste cose. E da due anni che non lo sento». Poi una divagazione sul calciomercato: «in questo periodo è normale che ci siano tanti movimenti di mercato - dice -. La Juve però dovrebbe muoversi molto bene perchè deve recuperare il gap da Milan e Inter. Servono soprattutto giocatori di qualità».

SI DIMETTE IL PRESIDENTE DEL RAVENNA
Il presidente onorario del Ravenna Calcio, Vidmer Mercatali, senatore del Pd ed ex sindaco della città romagnola, ha rassegnato le dimissioni dalla carica che occupava nella società sportiva giallorossa. «Sono dispiaciuto e amareggiato per ciò che sta succedendo al Ravenna Calcio - ha precisato in una lettera -. Stanno emergendo gravi e pesanti responsabilità individuali e personali per reati che, se accertati, dovranno essere perseguiti in modo chiaro e netto. Personalmente ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che il 'marciò verrà fuori nell'interesse del calcio, che è uno sport troppo bello per essere rovinato - ha proseguito -. Mi sono impegnato come volontario nel Ravenna Calcio perchè con Gianni Fabbri», presidente della società e indagato a piede libero nell'ambito dell'inchiesta cremonese, «condivido un rapporto di amicizia e il progetto sportivo del Ravenna Calcio era ed è uno straordinario progetto, che coinvolge tante società e tanti bambini e ragazzi». Anche perchè, ha proseguito Mercatali nella missiva, «sono convinto che tutti i politici debbano, oltre che in politica, impegnarsi nella società se vogliono bene al loro Paese. Spero e mi auguro che il progetto del Ravenna Calcio messo in piedi in questi anni continui anche dopo questo salutare terremoto - ha sottolineato ancora -. Personalmente mi auguro che Gianni Fabbri e la società siano estranei alle vicende sulle quali si sta indagando e auspico si faccia chiarezza al più presto. Con questa mia lettera - cocnclude - rassegno le dimissioni da presidente onorario del Ravenna Calcio con grande amarezza e dolore perchè io al Ravenna Calcio ho voluto e voglio bene». Primo a chiedere le dimissioni di Mercatali già mercoledì scorso poche ore dopo i primi arresti era stato il consigliere comunale del Pdl Maurizio Bucci che ora ha definito la scelta del senatore di «colpevole ritardo». Anche Alvaro Ancisi, capogruppo della lista civica d'opposizione 'Per Ravennà, aveva sollevato perplessità sull'opportunità per Mercatali di rimanere nella società. Ieri infine il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, compagno di partito di Mercatali, in una nota aveva ribadito che l'indagine della Procura di Cremona «è di grande spessore e fa intravedere, per ora, scenari criminali gravissimi. Insomma questa inchiesta è il contrario di una bolla di sapone destinata a finire nel nulla», aveva sottolineato facendo chiaro riferimento alle parole che Mercatali aveva usato subito dopo gli arresti.

CONSORTE: «SPERO CHE NON SIA VERO»
«Spero sinceramente che non sia vero, mi dispiacerebbe. Lo dico perchè il calcio ha già problemi enormi, le squadre hanno livelli di indebitamento molto alti». Questo il commento dell'ex manager di Unipol, ora presidente di Intermedia, Giovanni Consorte, sull'inchiesta del Calcioscommesse. «Il calcio è uno sport popolare - ha detto Consorte all'ANSA - se la gente vede che le cose non sono portate avanti in modo corretto si disinnamora e si allontana». La vicenda su cui indaga la Procura di Cremona sta riguardando la città di Bologna, che pare essere la base di uno dei principali gruppi coinvolti. Proprio sotto le Due Torri l'ingegnere di Chieti, dopo l'uscita da Unipol, ha fondato la sua banca d'affari. E nell'ultimo anno si è occupato proprio di calcio, con il risanamento e il salvataggio finanziario del Bologna Fc. Consorte, interpellato quindi sull'argomento che coinvolge la città, ha premesso di non aver seguito la vicenda nei dettagli: «Non ho elementi. Ma mi pare che Bologna sia il centro soprattutto perch‚ qua c'Š il nome pi— importante (Beppe Signori, che risiede a Bologna, ndr). Ma che ci siano altre città». Lui che da poco si è dimesso da presidente di Bologna 2010, controllante del club rossoblù, ha spiegato di essersi sempre occupato di aspetti «societari e non sportivi». E se la partita con il Brescia, persa per 3-1 dagli uomini di Malesani e finita nelle intercettazioni è tra le gare considerate 'sospettè, il numero uno di Intermedia ha ricordato che «il Bologna ha perso cinque partite di fila, ha rischiato di retrocedere. Mi pare che fossero cotti i giocatori. E il Brescia poi è retrocesso».

IRA DEI TIFOSI ATALANTINI
Sono arrabbiati i tifosi dell' Atalanta, dopo che il nome della loro squadra è finito su tutti i giornali per la nuova inchiesta sul calcioscommesse e per difendere la loro società stanno preparando una mobilitazione. «Per i prossimi giorni a Bergamo - ha spiegato un tifoso storico, l'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti - è in preparazione una mobilitazione dei tifosi che vogliono coinvolgere anche le istituzioni e gli ex giocatori dell' Atalanta». Per spiegare quanto sia tifoso l'assessore leghista, basti dire che ha scritto un libro dal titolo 'Atalanta folle amore nostrò e che nel suo ufficio in Regione ha in bella mostra un ritratto di Cristiano Doni, il capitano della squadra ora indagato. «È un dramma - ha detto -. Ci sono molta preoccupazione, tantissima indignazione e rabbia da parte dei tifosi verso la stampa nazionale che ha già condannato l'Atalanta. Di fronte a telefonate in cui non figura mai Doni hanno titolato tutti che la situazione è peggiorata senza dire perchè». La squadra, neopromossa in serie A, «non è la sola che ha da perdere - ha aggiunto Belotti - ma si sta centrando comunque tutto sull'Atalanta: il rischio è che stia diventando il capro espiatorio di tutti». E che alla fine «più che la giustizia sportiva prevalga quella mediatica» e ai bergamaschi si voglia dare una punizione «esemplare». Ed è per questo che da parte dei tifosi «c'è una difesa a oltranza della società e di Doni e indignazione verso la stampa nazionale».

L'INCHIESTA
L'inchiesta della procura di Cremona sulle partite truccate continua a riservare sorprese. Dagli interrogatori di oggi davanti al Gip Guido Salvini di due degli arrestati sono venute conferme a quelle che erano solo finora ipotesi accusatorie dei fatti che riguardano il capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni, e rischiano di inguaiare la società. Ipotesi già contenute nell'ordinanza con cui sono stati disposti gli arresti per sedici persone. Gianfranco Parlato, collaboratore esterno del Viareggio, e Giorgio Buffone, direttore generale del Ravenna, hanno sostanzialmente confermato i fatti a loro addebitati, compresi gli episodi che vedrebbero protagonisti Doni e in un caso, l'ipotesi di combine tra «due società», come recita il capo di imputazione, l'Atalanta e il Padova.

L'avvocato di Buffone, Alfonso Vaccari, si è limitato a spiegare che, durante l'interrogatorio, il suo assistito ha dato «una conferma della prospettazione accusatoria, riguardo la quale ha fornito le proprie spiegazioni». Avrebbe partecipato al giro di scommettitori «per amore della sua squadra», per salvarla dai debiti. «Pensate che si tratta di combine che non sono mai riuscite», ha sottolineato il legale. Buffone, per l'accusa, «manteneva contatti con Santoni Nicola (preparatore dei portieri del Ravenna, ndr) perchè contattasse Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, ai fini della manipolazione di Ascoli-Atalanta. Parlato, invece, è accusato, tra le altre cose, di avere dato disposizioni al calciatore Gervasoni, perchè intrattenesse rapporti con Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, con riferimento ad Atalanta-Piacenza dell'11 Marzo 2011.

Vi è poi il capitolo riguardante Padova-Atalanta relativo ad entrambi. In questo caso, il medico odontoiatra Marco Pirani, «dopo essersi informato presso il Buffone circa l'eventuale manipolazione dell'incontro, comunicava a Massimo Erodiani (uno dei promotori dell'associazione a delinquere) l'esistenza di un accordo tra le due società». «Erodiani - recita il capo di imputazione - confermava a Parlato l'accordo tra le due società, circostanza appresa da un 'uomo di Doni' che avrebbe scommesso 10 mila euro per conto di quest'ultimo». Testimonianze, queste, che pur limitate al contenuto dell'ordinanza di custodia cautelare, fanno dire in ambienti investigativi cremonesi che si è creata una «situazione molto critica per l'Atalanta», almeno sul versante sportivo.

Problemi sarebbero arrivati anche per Beppe Signori dalla testimonianza del commercialista Francesco Giannone (sentito per ultimo quest'oggi) nella stanza dello studio in cui si tenevano, secondo le accuse, le riunioni per preparare le combine delle partite del cosiddetto gruppo dei 'Bolognesi', sono stati trovati assegni per circa 400 mila euro a dimostrazione dello scambio di denaro all'interno del gruppo. Signori, che si trova agli arresti domiciliari, potrebbe essere sentito mercoledì prossimo dal gip, mentre la prossima settimana sarà fitta di interrogatori e si concluderà venerdì con uno dei principali protagonisti della vicenda, il portiere del Benevento, già della Cremonese, Marco Paoloni. Molti degli indagati che in questi due giorni di fuoco hanno risposto alle domande del giudice, hanno già preannunciato istanza di scarcerazione oppure di attenuazione della custodia cautelare: dal carcere ai domiciliari.

QUEI 23 MILIONI SU PADOVA-ATALANTA
Tre partite «combinate», 23 milioni di euro giocati su una sola di queste, il nome del capitano Cristiano Doni sulla bocca di molti degli arrestati: le carte dell'inchiesta sul calcioscommesse sono piene di riferimenti all'Atalanta e le conferme che arriverebbero dagli interrogatori di garanzia sembrerebbero aggravare la posizione della squadra bergamasca appena promossa in A.

ASCOLI-ATALANTA, 12.3.2011
È la prima delle tre partite incriminate e vede protagonista il ds del Ravenna, Giorgio Buffone. «Sfruttava le sue conoscenze - scrive il gip Salvini nell'ordinanza - con altre società sportive o con alcuni giocatori impegnati nelle partite da manipolare. In particolare manteneva contatti con Nicola Santoni perchè contattasse Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, ai fini della manipolazione della partita». Per quell'incontro ha un ruolo importante anche il giocatore dell'Ascoli Vittorio Micolucci (ai domiciliari): è una «pedina stabile - secondo il Gip - del sodalizio, manifestando la sua disponibilità ad influenzare il risultato delle partite dell'Ascoli», in particolare Livorno-Ascoli e, appunto, Ascoli-Atalanta. Micolicci viene intercettato il giorno prima della partita, mentre parla con Marco Pirani (altro degli arrestati) chiedendo quanto gli spetta per l'accordo. Pirani: «Allora tutto come gli accordi...i secondi che abbiamo preso ieri...te me capisci al volo». Micolucci: «sì sì, ok»... Micolucci: ...«certo certo...senti eh quanto verrebbe all'incirca» Pirani: «ventuno, ventidue» Micolucci: «ah per me?» Pirani: «per te quello che mi hai detto ieri...una quindicina» Micolucci: «Ah ok...perfetto va bene».

ATALANTA-PIACENZA, 19.3.2011
La partita finisce 3-0 per i bergamaschi e il risultato coincide perfettamente con le scommesse della «cricca» (che aveva giocato l'over). Ecco cosa scrive il gip: «Gianfranco Parlato prendeva contatti con il capitano dell'Atalanta Doni» mentre «Marco Paoloni prendeva contatti con Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza, informando Erodiani che riferiva al Parlato della disponibilità di questi e di altri giocatori». Nella vicenda entrano anche l'ex capitano del Bari Antonio Bellavista e Beppe Signori. Tanto che, è scritto nell'ordinanza, «Bellavista, Erodiani e Signori si incontravano a Bologna il 15 marzo» per concordare le cifre. Alla fine Signori «metteva a disposizione 60 mila euro». A quel punto, «Parlato dava disposizioni a Gervasoni affinchè, in occasione della partita, andasse incontro a Cristiano Doni a stringergli la mano a suggello dell'accordo».

PADOVA-ATALANTA, 26.3.2011
Anche in questo caso il gruppo scommette sul risultato che poi alla fine si verificherà (1-1). Ed Erodiani «conferma a Parlato - scrive Salvini - l'accordo tra le due società, circostanza appresa da un »uomo di Doni«, che avrebbe scommesso 10 mila euro per conto di quest'ultimo». Su questa partita si concentrano però scommesse per ben 23 milioni di euro, giocati sui siti asiatici: la circostanza emerge da una telefonata tra Bellavista ed Erodiani. Bellavista: «su Padova-Atalanta sono stati giocati in Asia 23 milioni di euro» Erodiani: «veramente?» Bellavista: «si..in Asia...allora se lo senti questo qua...appena lo senti gli devi dire che la quota è bassa quindi non so quanto poi riescono a dare gli 'zingarì eh».

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06/06/2011 10:42

Scommesse, c'è anche il Napoli

Le intercettazioni dei Cannavaro

Il filone napoletano dell'inchiesta sul calcio scommesse mette nel mirino alcune partite del Napoli. Ma i due fratelli Cannavaro, intercettati, sono estranei all'inchiesta. Da Cremona ecco i nomi delle big su cui si indaga: Genoa, Roma, Fiorentina, Cagliari e Lecce. Ma finora rischia solo l'Atalanta. Bufera al Siena: "Pagò il Sassuolo"


Per due volte i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, mentre indagano sui bookmaker della camorra ascoltano la voce di Fabio e Paolo Cannavaro, il primo capitano della nazionale campione del mondo, il secondo del Napoli. In entrambi i casi, i fratelli parlano con il loro procuratore Enrico Fedele, la cui utenza telefonica è stata messa sotto controllo dalla Dda partenopea nell’ambito di una inchiesta sul calcioscommesse gestito dal potente clan degli Scissionisti, inchiesta – è bene ribadirlo – in cui i due fratelli non sono coinvolti. L’informativa dei militari – che contiene anche la trascrizione di numerose telefonate di padrini e guappi che puntano dai 1000 ai 15mila euro sulle partite truccate – è stata consegnata nell’agosto scorso al procuratore federale Stefano Palazzi con l’indicazione di due match molto dubbi (Andria-Real Marcianise ed Empoli-Salernitana) e di sei squadre considerate a rischio: Modena, Ancona, Crotone, Salernitana, Real Marcianise e Andria. Nel dossier dei militari di Castello di Cisterna sono annotate, però, anche tre partite del Napoli (Napoli-Cagliari, Chievo-Napoli e Napoli-Parma) che, pur non presentando alcun profilo di illecito penale, sono state comunque segnalate alla procura federale della Figc per eventuali illeciti sportivi.

Nel primo colloquio (che risale al 25 aprile 2010, in occasione della 35esima giornata di campionato di serie A), è Fabio Cannavaro a contattare Fedele per chiedergli aggiornamenti sulle possibilità per il club azzurro, reduce da uno striminzito pareggio in casa con il Cagliari, di entrare in Europa League. Cannavaro: «Il Napoli come ha giocato?». Fedele: «Eh… si è fatto male Lavezzi dopo 10 minuti, ed è finita, la difesa è bene, Paolo molto bene… ma davanti… Marchetti (portiere del Cagliari, ndr) ha fatto un paio di miracoli, però il Napoli, ha giocato sotto ritmo…». C: «Eh… ma pure noi direttore… un caldo esagerato… il primo tempo…». F: «Tanto meno, la vittoria vi mette un po' di tranquillità». C: «Eh… sì». F: «Il meglio poi, il Napoli, pure pareggiando, ha guadagnato un punto sulla settima…». C: «Sì, sì infatti…». F: «Hai capito, mo' domenica va a Chievo… e già è salvo e penso che le cose vanno in un certo modo». C: «Eh… va bene». F: «Va bene, ciao, ciao».

Poco dopo, Enrico Fedele chiama un amico (i carabinieri non riusciranno, però, a identificarlo) col quale si lascia andare a considerazioni tutt’altro che benevole sulla partita col Cagliari, e cioè la scelta – in apparenza incomprensibile – dell’allenatore azzurro Walter Mazzarri di non schierare in campo il bomber Herwin Hoffer, centravanti della nazionale austriaca a quel tempo in prestito al Napoli, nonostante i grossi problemi in attacco e in considerazione dell’importanza del match nel quale i partenopei si sarebbero giocati l’accesso alla Champions League. Una telefonata particolarmente interessante, per i carabinieri, visto che si parla di «inguacchio». Fedele: «Allora… hai capito… e guarda che la sconfitta, cioè il pareggio di oggi… lascia aperto, cioè ti fa vedere un sacco di cose, noi siamo bravi… a creare dei mostri di qualità… come delle volte a mettere alla incompr… dei giocatori… ma se si vuole andare in Europa, ci vogliono giocatori». Amico: «Certo che ci vogliono i giocatori… ma comunque ti posso dire, al di là di ogni considerazione, ma in Champions è meglio anche a culo, non ci vanno mai, perché se vanno in Champions i tifosi del Napoli piangono». F: «Sì, sì…». A: «Cioè, vanno veramente a fare figure di merda…». F: «Ringraziamo a Dio se vanno settimi, abbiamo guadagnato un punto sul Genoa». A: «Bravo, esatto». F: «Hai capito, mettila così… la partita…». A: «Esatto… se hai visto è stato bello Albino con Mazzarri… perché Mazzarri faceva l'incazzato, e cioè che abbiamo giocato, abbiamo fallito un sacco di goal… porca miseria… sono arrabbiato come un pazzo… dovevamo vincere eccetera… ed Albino faceva la parte dell'allenatore, si però mister… il portiere ha fatto un sacco di parate, ma lei aveva anche tanti infortunati… cioè tutto all'incontrario». F: «Ma perché non ha messo ad Hoffer, poi sulla panchina…». A: «Loro sostengono che… ma a noi non risulta che Hoffer, aveva un problema fisico, ma secondo me…». F: «Mo' chiamo a Paoluccio…». A: «Eh, c'è qualche inguacchio sotto, ma comunque sappiamo che non è così…». F: «Mo' chiamo a Paoluccio». A: «Eh, fammi sapere».

Il «Paoluccio» di cui si parla è Paolo Cannavaro, fratello di Fabio, difensore e capitano del Napoli. Fedele lo contatta subito dopo aver salutato l’amico e gli chiede il perché dell’esclusione dell’attaccante austriaco dalla prima squadra. Enrico Fedele: «Oh…». Paolo Cannavaro: «Direttore». F: «Paoluccio, ma perché Hoffer non è andato sulla panchina?». C: «Direttore, perché il mister non sa a chi deve cacciare ed ha detto metto a questo che tanto non dice niente… il guaglione, hai capito?». F: «Ma stava bene?». C: «Ma non esiste proprio, ma tu tieni una punta e stai in emergenza e non porti nemmeno la punta in panchina…». F: «Bravo…». C: «Che scemità…». F: «Va bene, dai… ok…». C: «Ciao».

Qualche tempo dopo, le intercettazioni si chiudono e l’indagine – nella quale i pm non hanno riscontrato alcun profilo di illecito penale – si esaurisce, passando sotto la competenza della giustizia sportiva. Prima di spegnere i registratori, i militari di Castello di Cisterna fanno però in tempo ad annotare un ultimo sms, definito «ambiguo», che arriva sul telefono cellulare di Enrico Fedele («chiedere indirizzo portiere per invio prosciutti»). Una dimostrazione, l’ennesima, che spesso il mondo pallonaro è popolato da un’umanità così varia e spesso sopra le righe che a volerla catalogare nei rigidi steccati del codice penale si rischia di solo di prendere un palo.

Di tutt’altro tenore, invece, è l’inchiesta Golden Goal che sta facendo luce sui rapporti contaminati tra il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia e frange del calcio professionistico e semi-professionistico. Nell’indagine sono coinvolti l’attaccante sorrentino Cristian Biancone, 33 anni, zingaro del pallone di B e C, e il compagno di squadra Vitangelo Spadavecchia, ex portiere prodigio dell’Under 20; per l’accusa avrebbero aggiustato la partita Juve Stabia-Sorrento (finita 1 a 0 per i padroni di casa) su cui la camorra aveva puntato una gigantesca somma di denaro, garantita sia dai 20mila euro scommessi, a sua volta, da Spadavecchia sulla sconfitta della propria squadra sia dal rapporto d’amicizia e d’affari che legava Biancone a un criminale di Castellammare. Un’amicizia che il bandito spiega così a un amico sott’intercettazione: «Se prende i soldi e poi lo Stabia non vince, dobbiamo solo ucciderlo».

Gian Marco Chiocci - Simone Di Meo

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07/06/2011 20:46

SCOMMESSE, PIRANI CHOC: "TRUCCATE TRENTA PARTITE".

PM: COINVOLTE SOCIETÀ DI 'A'


Dopo gli elementi venuti fuori negli ultimi due giorni, potrebbe essere aperto un nuovo fascicolo sull'incontro di calcio Napoli-Parma, risalente all'aprile 2010. In particolare, l'attenzione dei pm della Procura di Napoli si è concentrata sulle foto, pubblicate dall'Ansa, di Antonio Lo Russo, nipote di un boss pentito della camorra ed esponente dell'omonimo clan del quartiere Milano, a bordo campo allo stadio San Paolo.
E' verosimile che la Procura disponga accertamenti sull'immagine, scattata dal fotografo Ciro Fusco: la delega ai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Il precedente fascicolo, aperto dal pm Luigi Alberto Cannavale sulla base delle dichiarazioni del boss pentito Salvatore Lo Russo, zio di Antonio, era stato invece inviato nel luglio dello scorso anno alla Procura della Federcalcio, perchè non erano emersi elementi sufficienti a sostenere accuse penali.

PIRANI: "30 PARTITE TRUCCATE"
Marco Pirani, il dentista arrestato nell'ambito dell'inchiesta cremonese sulle partite truccate, nell'interrogatorio davanti al procuratore di Cremona ha parlato di «una trentina di partite truccate». Diciotto di queste erano già note nell'inchiesta, le altre no. Tra le novità una vecchia partita di serie A e due di B. Lo si è appreso a conclusione del suo interrogatorio. Pirani, nell'interrogatorio, avrebbe spiegato che gli episodi di manipolazione delle partite gli erano riferiti sostanzialmente da Massimo Erodiani, un altro dei principali arrestati nell'ambito dell'inchiesta, e di essersi sentito talvolta «isolato» dal gruppo dei «bolognesi» e degli «zingari» in presenza di forti scommesse. La vecchia partita di serie A della quale ha riferito non farebbe parte del gruppo di partite attualmente oggetto dell'inchiesta cremonese.

MONOPOLI DI STATO: "37 GARE SOSPETTE"
I Monopoli di Stato hanno inviato alla Procura di Cremona il dossier con le 37 partite con scommesse anomale già segnalate, nel corso della stagione calcistica 2010-2011, alla Procura Federale della Federcalcio. Nel fascicolo, secondo quanto riferisce Agipronews, ci sono cinque partite di serie A, dodici di serie B e venti di Lega Pro.

PM: "INCONTRI TRUCCATI IN SERIE A"
Il procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, titolare dell'inchiesta sulle partite truccate, ha «la sensazione che ci siano grossi problemi in serie A, che ci siano incontri truccati». «È una sensazione - ha precisato il magistrato - e una sensazione senza riscontri non è una prova». «La sensazione è, però - ha proseguito - che in serie A le combine non siano fra i giocatori ma fra le società»

FIGC: ATTI DA NOI ENTRO IL FINE SETTIMANA
«Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell'inchiesta». È questo il senso di una telefonata che il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha fatto di nuovo (dopo quella susseguente allo scoppio dello scandalo) poco fa al pubblico ministero di Cremona, Roberto Di Martino. La risposta del magistrato è stata collaborativa: ha infatti preannunciato l'arrivo delle prime carte entro fine settimana. È escluso quindi, si fa presente in ambienti federali, l'arrivo di parte della documentazione per oggi, come invece era dato per quasi certo.

MILAN-BARI NELLE TELEFONATE
Ci sarebbe anche Milan-Bari nel mirino dei pm che stanno indagando sullo scandalo del calcioscommesse. La gara, che terminò 1-1 con gol di Rudolf e Cassano, sarebbe infatti citata in un'intercettazione dell'ex capitano barese, Antonio Bellavista, che al telefono si giustificava con alcuni scommettitori sui motivi del pari tra rossoneri e pugliesi: la presunta 'combine' prevedeva infatti che la partita finisse con un "over", e Bellavista si sarebbe giustificato al telefono dicendo che i giocatori del Bari avevano "avuto paura di essere scoperti dalla società" e si erano quindi tirati indietro. Per gli inquirenti, che non comprendono la partita tra quelle indagate, le dichiarazioni nelle intercettazioni di Bellavista sarebbero però millanterie, ma chiederanno conto allo stesso ex capitano del Bari, arrestato venerdì, delle sue parole, nell'interrogatorio in programma oggi.

GIOCHI REGOLARI SU TRE PARTITE INDICATE DA PIRANI
Nessuna anomalia nei flussi di gioco giunti ai concessionari autorizzati dai Monopoli di Stato per le tre partite di Serie A indicate dall'odontoiatra Pirani negli interrogatori alla Procura di Cremona. L'analisi di Agipronews delle giocate raccolte nelle agenzie e nei siti legali conferma che il gioco fu regolare e senza scossoni. Genoa-Lecce: la partita finì 4-2 ma i flussi delle giocate -confermano i bookmaker italiani- furono regolari. In una situazione in cui il Lecce era a rischio retrocessione e il Genoa senza particolari motivazioni di classifica, il 51 per cento delle puntate si concentrò sul «2» (pagato 4,20), il 41 sulla vittoria della squadra di casa (2,10) e appena il 7 sul pareggio, ritenuto evidentemente improbabile malgrado una quota non elevatissima (2,35). Fiorentina-Roma: è il match (terminato 2-2) in cui Totti, con una doppietta, tocca quota 201 gol. Fiorentina favorita in lavagna (2,45 la quota) e 62% delle giocate sul successo viola, 24% sul colpaccio giallorosso (3 contro 1) e solo il 13% sul pareggio, pagato 3,20 in agenzia, vale a dire il risultato con il quale si concluse la partita. Lecce-Cagliari: una pacchia per il «banco»: le giocate erano divise tra vittoria del Lecce (1,50, poi scesa rapidamente prima della partita), scelta dal 39% degli scommettitori, e quella del Cagliari: la quota per il «2» rossoblù era talmente alta (8 contro 1 in apertura) da attirare addirittura il 51% delle scommesse. Niente di fatto: la partita finì con un rocambolesco 3-3, su cui aveva giocato solo il 10% dei giocatori.

INDAGINI SU NAPOLI-PARMA
Chi ha consentito che Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore, guardasse da bordo campo la partita Napoli-Parma del 10 aprile 2010? È questa la domanda che potrebbe indurre i pm napoletani ad aprire un nuovo fascicolo sul controverso incontro di calcio dello scorso campionato, dopo l'invio del primo incartamento alla Procura della Federcalcio avvenuto quasi un anno fa quando gli inquirenti ritennero la mancanza di elementi idonei a sostenere l'accusa nell'ambito del procedimento penale. La foto di Lo Russo, scattata dal fotografo dell'Ansa Ciro Fusco, che documenta la presenza del figlio del boss ai margini del rettangolo di gioco, sarà con ogni probabilità oggetto di approfondimento da parte dei carabinieri di Castello di Cisterna, cui nei prossimi giorni potrebbe arrivare una delega di indagine. Nel giorno di Napoli-Parma Lo Russo era ancora in libertà, ma di lì a pochi giorni sarebbe diventato - e lo è tuttora - latitante in seguito a un'ordinanza di custodia per droga nei confronti di vari esponenti del clan. L'altro elemento da approfondire è il flusso anomalo di scommesse fatte nel secondo tempo della partita sulla vittoria fuori casa del Parma: il primo tempo, infatti, era terminato uno a zero per il Napoli grazie a un gol di Quagliarella. Il sospetto è che quelle scommesse tanto numerose siano state fatte da affiliati ai clan camorristici dei Lo Russo e degli «Scissionisti» che avevano truccato la partita, anche se dalle indagini fatte fino al luglio dello scorso anno non erano arrivate conferme. «Mi meraviglio che la società calcio Napoli permetta a certa gente di stare a bordo campo. Il calcio deve cambiare, ci sono troppi soldi che girano attorno a quel mondo. Ne parlerò domani con De Laurentiis», ha commentato il sindaco Luigi De Magistris. I flussi anomali di scommesse sono al centro anche dell'altra inchiesta avviata da tempo dalla Dda napoletana, quella sugli affari del clan camorristico D'Alessandro di Castellammare di Stabia che lo scorso ottobre portò all'arresto dell'attaccante Cristian Biancone e all'iscrizione nel registro degli indagati del portiere Vitangelo Spadavecchia. Nell'ambito di tale indagine oggi il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo si è recato a Roma per interrogare un testimone. L'obiettivo di Cantelmo, che segue le indagini assieme ai sostituti della Dda Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, è comprendere meglio i meccanismi con cui avvengono le giocate e il sistema dei flussi. I magistrati, infatti, intendono incrociare i dati degli incontri sospetti - quelli su cui convergono molte puntate rispetto agli altri in programma nella stessa giornata - con le informazioni ricavate attraverso le intercettazioni telefoniche, e in particolare l'incremento delle puntate nei secondi tempi e nelle fasi conclusive degli incontri. Per fare questo hanno dunque bisogno di dettagliate informazioni tecniche. L'ipotesi investigativa è che il clan D'Alessandro, anche corrompendo alcuni calciatori, sia riuscito a pilotare l'esito di incontri di calcio; l'attenzione è focalizzata su diversi incontri delle serie minori, ma anche su qualcuno di serie A.

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14/06/2011 13:00

ma non era Moggi il male del calcio?





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15/06/2011 14:05

Anche. [SM=g1944725]
Sentiamo Steve che è uno juventino!
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15/06/2011 19:20

Moggi ha fatto cose ignobili e su questo non si discute, ma le combine fatte da un pò tutti sono abbastanza palesi, solo un idiota non se ne renderebbe conto. [SM=g1944682]
Colgo occasione per salutare il mitico Steve. [SM=g1944814]
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15/06/2011 19:34

Hanno radiato Moggi... che buffonata colossale!





in claris non fit interpretatio
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15/06/2011 20:39

MOGGI E GIRAUDO RADIATI.

CALCIOPOLI, NIENTE SCONTI


La commissione disciplinare della Federcalcio presieduta da Sergio Artico non ha fatto sconti e ha stabilito come pena la «preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc» per Luciano Moggi, ex dg della Juve, Antonio Giraudo, ex ad bianconero, e Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente federale Mazzini. Sono state dunque accolte le richieste del procuratore federale per i tre dirigenti, squalificati per i fatti di Calciopoli per cinque anni, con proposta di radiazione.

"MOGGI HA PROVOCATO CONSEGUENZE ABERRANTI"
La radiazione di Luciano Moggi è «del tutto proporzionata ai fatti commessi, tenuto conto della loro intrinseca gravità e delle aberranti conseguenze che hanno determinato». La Commissione Disciplinare della Figc motiva così il provvedimento della «preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc» adottata nei confronti dell'ex direttore generale della Juventus, che nel 2006 era stato sospeso per 5 anni nei procedimenti legati allo scandalo di calciopoli. «Tali profili rendono del tutto attuale l'interesse dell'Ordinamento federale alla irrogazione della sanzione della preclusione, non rilevando in proposito il fatto che comportamenti altrettanto gravi possano eventualmente essere stati tenuti da altri tesserati», si legge nella decisione del collegio presieduto dall'avvocato Sergio Artico. Secondo la Disciplinare, «il fatto che altri soggetti obbligati all'osservanza della normativa federale possano aver tenuto, in ipotesi tutt'ora da accertare, condotte analoghe a quelle acclarate nei confronti del Moggi dalle »sentenze rese«, non fa venir meno la gravità di quanto contestato al deferito, nè incide sulla valutazione demandata alla Commissione ai fini dell'irrogazione della sanzione della preclusione in questo procedimento». In sostanza, eventuali violazioni commesse da altri soggetti non possono alleggerire la posizione dell'ex dg della Juventus.

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15/06/2011 22:54

Re:
Renton., 15/06/2011 19.34:

Hanno radiato Moggi... che buffonata colossale!



Direi che è il minimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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16/06/2011 00:43

Re:
Iuzzolino, 15/06/2011 19.20:

Moggi ha fatto cose ignobili e su questo non si discute, ma le combine fatte da un pò tutti sono abbastanza palesi, solo un idiota non se ne renderebbe conto. [SM=g1944682]
Colgo occasione per salutare il mitico Steve. [SM=g1944814]



saluti a te Iuzzo [SM=g1944681]

Su Moggi ho un'idea totalmente diversa, ma non perchè sono juventino. E' una buffonata, quindi compresa la radiazione, dice bene Renton. Precisando che le prove sono per nulla solide (intercettazioni in cui non abbiamo pressioni sul pilotare gli arbitraggi in favore della juventus), basti pensare alla squalifica del solo De Santis, con cui nel famigerato 2004/05 perdemmo due partite, un pareggio e due vittorie (assurdo eh?). Nel complesso penalizzazione eccessiva per il club, pagata fino ad oggi.
C'erano e ci sono pressioni e potere di tutti i grandi club, è tutt'ora un mare in cui gli squali più forti prevalvano sui più deboli. Nel dopo calciopoli ha prevalso l'inter che ha avuto una quantità di favoritismi arbitrali non inferiori a quelli contestati alla juve nell'era Moggi.

Il marcio venuto fuori recenteente è di ben altra natura. Qui non si tratta di mezzi e pressioni per far vincere la propria squadra, ma di perdere apposta in partite inutili. Da fessi, vedi Doni, compromettendo una promozione. Se tutto verrà confermato.
Non c'è più nemmeno "spirito competitivo", solo arrivismo e avidità personale.
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16/06/2011 11:03

Ragazzi, svegliamoci!
Il solo parlare di "grandi club" è uno schifo, vuol dire accettare le logiche di mercato anche quando sono antisportive.
Non vi siete un pò vergognati dopo dichiarazioni come queste?
Per i diritti televisivi mi pare che una volta le "grandi" prendessero 6 volte le piccole mentre in altri paesi come l'Inghilterra e la Spagna c'era un rapporto di 2 a 1 o di 3 a 1.
Per forza abbiamo sempre quelle 4 squadre lì sopra! Non c'è la possibilità economica di batterle e quindi neanche sul campo!
Bello sport dei miei lucenti c......i!!!!!!!!!!!
Quindi la logica di mercato mi fa dire "con la mia squadra continuo a perdere o non ne ho una importante, passo a un'altra", grazie a Dio sono veronese e l'Hellas è in grado di portare più di 23.000 tifosi allo stadio in serie C.
Su Moggi non raccontiamoci favolette per favore: capisco essere juventini, ma da lì a santificarlo ne passa, vero??????? [SM=g1944682]

www.publiweb.com/nel_web/moggi_arbitri_intercettazioni.html
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19/06/2011 11:54

“Anche le società vendono le partite, i risultati sono decisi un mese prima”

Parole molto pericolose nei verbali del calcioscommesse. E Doni è sempre più nei guai


Gli interrogatori dei protagonisti della cricca del pallone rischiano di inguaiare ancora di più le società di calcio, e di portare alla radiazione qualche calciatore. Marco Mensurati e Giuliano Foschini su Repubblica ce ne raccontano di tutti i colori, soprattutto su alcuni protagonisti:

LE ACCUSE AL CHIEVO
Gip: «Il Chievo è mai stato coinvolto in queste cose, che lei sappia? ». Pirani: «L’ultima giornata dello scorso campionato ero a vedere Inter-Chievo, secondo me il Chievo lì da solo si sono fatti la partita sull’Over 3 e mezzo, perché la partita è finita 4-3, ma a vedere dal campo come hanno preso i gol e come li facevano, dopo il 4 — 3 si sono fermati (…) Un mese fa mi telefona Parlato e mi dice che. .. il Chievo avrebbe dato la partita alla Juventus (…) Parlato a suo dire io non l’ho mai visto che ci parla, però è amico di Pellissier (…) L’unica informazione che mi ha dato del Chievo due anni fa me l’ha data spaccata, giusta, due anni fa mi ha detto “Napoli-Chievo finisce 1 primo tempo, 1 finale” dopo 15 minuti il Napoli vinceva 3-0, e la partita si è fermata. Quindi, era l’ultima giornata di campionato… Però, lui nella fattispecie del caso di Juventus- Chievo, mi ha detto che il Chievo avrebbe dato la partita alla Juventus, io gli faccio “Gianfranco sei sicuro?” mi ha detto “al 100% perché me l’hanno detto i miei di Chievo che gli danno la partita”(…) A quel punto la partita è finita 2-2 invece. Per cui io Gianfranco l’ho chiamato il giorno dopo, gli ho detto «ma che cazzi di notizie mi dai” (…) e lui, “non l’hai vista la partita, gli juventini non si reggevano in piedi, dice che uno del Chievo volutamente a tre minuti dalla fine ha sbagliato il goal del 3- 2 solo davanti al portiere».
L’ATALANTA ORGANIZZAVA
Pirani: «Benevento-Cosenza era organizzata da Paoloni. Ascoli- Atalanta non ho investito nulla, perché la partita veniva pagata dall’Atalanta (…) Più sincero di così non posso essere. Impiccatemi!».
DONI FA LE PARTITE
Pirani: «Doni è uno che fa partite, non a livello di Paoloni, ma quando c’è da fare una partita o le società, o le squadre avversarie o i giocatori si rivolgono a lui. (…) È disponibile… non solo è disponibile, bisogna passare tramite lui». In un altro punto del verbale, sempre Pirani spiega che a quanto gli risulta, il capitano dell’Atalanta «indipendentemente che vinceva o perdeva lui voleva la cosiddetta pagnotta».
ACCORDI SUL CAMPO
A parlare è il difensore dell’Ascoli Micolucci: «Parlando così, in mezzo al campo, Manfredini mi dice “oh, dai, Vitto’ che dici, oggi facciamo pari, che va bene a tutti e due?”. E io gli ho detto “guarda, Manfre’, credimi, io qui non conto niente” (…) girava voce che io dovevo… Dovevo vendermi delle partite per far recuperare altre persone (…) Invece si sapeva che Sommese si vendeva le partite».
QUELLO CHE VIENE È BURRO
Gip: «Che significa una partita organizzata?». Pirani: «Vuol dire che i giocatori prendono i soldi (…) O da chi la fa, l’organizzazione grossa che la fa tipo i “bolognesi” che investono 400mila euro, investendo 400mila euro tu in una partita che viene data a 2 ne hai 400mila di utile, 150 li puoi dare ai giocatori e 250 se li prende l’organizzazione, ecco come funziona. Nell’altro caso, quando la partita viene fatta dalla società chiaramente l’organizzazione non paga perché paga la società (…) le organizzazioni hanno ampia facoltà di puntare perché tutto quello che viene è burro».
LE MANI SULLA BUNDESLIGA
A parlare è il commercialista di Signori, Giannone: «Gli zingari e gli albanesi si sa che comprano le squadre. Pare che questo Ismet abbia in mano 30, 40 agenzie diffuse per l’Europa e che praticamente comanda il campionato tedesco».
IL LECCE UN MESE PRIMA Il gip e Pirani discutono dell’ipotesi che il contatto con Corvia non esista e che sia Paoloni che si spaccia per lui. Pirani: «Fatto sta che lui ad un certo punto mi ha detto che “Lecce-Genoa e Lecce-Cagliari, mi ha detto adesso il mio amico finiscono Over le facciamo?”. Lecce- Cagliari e Lecce-Genoa sono finite veramente Over, io lo sapevo un mese prima! Io lo sapevo un mese prima!»
CORVIA E TOTTI
Pirani: «Erodiani mi ha detto: “Mi è giunta anche voce che Roma- Fiorentina finisce Over”. (…) Ed è finita 2-2». Di Martino: «Da chi è giunta voce? » P.: «Io faccio due più due, chi è che ha amici nella Roma? Paoloni è di Roma, Paoloni è amico di Corvia. Corvia parla con Totti, come io parlo con i colleghi miei…».

Niccolò Carosio

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