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Spiagge ai privati per 90 anni: è polemica

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2011 22:20
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06/05/2011 19:46

Le norme contenute nel decreto sullo sviluppo introducono il «diritto di superficie» su coste e litorali

Insieme all'estate, sulle spiagge italiane sta per arrivare una vera e propria rivoluzione. Secondo il decreto sullo sviluppo varato ieri dal governo, infatti, d'ora in poi i gestori degli stabilimenti balneari avranno il «diritto di superficie» della spiaggia per 90 anni.

Non ci saranno più, dunque, le attuali concessioni, che hanno una durata limitata. Chi ha avuto finora la gestione dei lidi, costruendo chioschi, stabilimenti e alberghi, ne diventa effettivamente il proprietario per 90 anni.

Durante questo periodo di tempo dovrà pagare un canone che sarà diviso tra Regioni, Comuni e Stato. Il decreto prevede anche la possibilità ai privati di ristrutturare gli stabilimenti, ampliarli e costruire nuovi edifici.

«La spiaggia resta pubblica a tutti gli effetti, ma era ora di valorizzare il turismo, soprattutto nelle coste - ha dichiarato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti -. Pensiamo che un diritto di superficie lungo dia una prospettiva di tempo logica per fare davvero gli investimenti e creare lavoro. Ma questo non vuole dire che le spiagge diventano private, sono sempre pubbliche e sarà garantito l'accesso libero al bagnasciuga».

Soddisfatta la Federazione italiana imprese balneari, mentre invece è molto diversa l'opinione delle associazioni ambientaliste, in primis Legambiente.

Il presidente Vittorio Cogliati Dezza ha infatti dichiarato: «Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, facendo un regalo a criminali e speculatori».

Anche l'Unione Europea ha espresso dei dubbi in merito alla nuova normativa e ha chiesto chiarimenti al governo italiano: «Se confermato, il provvedimento non sarebbe conforme alle regole del mercato unico europeo - ha spiegato Chantal Hughes, protavoce del commissario al Mercato interno Michel Barnier -. Quello che ci inquieta, in particolare, è se alla fine del periodo di concessione non ci sia il diritto quasi automatico per il gestore a ottenere il rinnovo. Secondo le norme Ue, le concessioni devono avere una durata appropriata e alla fine del periodo limitato deve essere garantita l'apertura alla concorrenza».

Flavia Parini

www.style.it
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08/05/2011 22:20

Ho l'impressione che qualunque cosa decidano non andrà comunque bene a nessuno [SM=g1944682]
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