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Non più figli e figliastri, un ddl li equipara tutti davanti alla legge

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2010 16:54
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29/10/2010 16:54

ottima legge
Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge delega volto a modificare la disciplina in materia di filiazione con il fine di assicurare una sostanziale equiparazione dei diritti dei figli legittimi con quelli dei figli naturali. «Con l’equiparazione tra figli legittimi e naturali oggi abbiamo cancellato un’odiosa e anacronistica discriminazione che andava a colpire i più piccoli, l’anello più debole di ogni famiglia» ha spiegato il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna.

CARFAGNA - «Grazie ad un testo equilibrato, ponderato e condiviso, da oggi - aggiunge Carfagna - non vi sarà più quel distinguo tra figli di serie A e B, una classifica vissuta e subita dai minori per le scelte dei loro genitori, una distinzione che spesso era utilizzata anche nelle dispute per eredità, penalizzando chi era nato al di fuori del matrimonio. Da oggi - conclude il ministro - con un cambiamento del codice civile che si estende anche a quello lessicale, non si parlerà più di fratelli e fratellastri, di figli e figliastri, come nelle favole. In una società che si evolve e muta, è essenziale che le leggi, le istituzioni e la classe politica diano risposte capaci di tutelare i cittadini e a garantire pari opportunità per tutti».

GIOVANARDI - Anche il sottosegretario alle Politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, ha definito il provvedimento «Una svolta epocale. Dovrà essere modificato il diritto successorio, perchè l’eredità a parità di trattamento viene come diritto del figlio nato nel matrimonio e di quello fuori, ma tutti i figli hanno ora lo stesso status giuridico. Non solo: all’interno del progetto di legge ci sono principi innovativi sulla potestà dei genitori e sul diritto del figlio ad essere ascoltato sulle scelte che riguarderanno il suo futuro. Era stato anche proposto, oltre al diritto ad essere assistito moralmente, il "diritto ad essere amato", ma questa parte è stata tolta dal consiglio dei ministri perchè è un diritto non esigibile dal punto di vista giuridico. Il Parlamento dovrà ora approvare questo ddl per poi stilare i regolamenti attuativi che daranno sostanza a quanto scritto nella norma», ha concluso Giovanardi.

Fonte: Corriere.it





in claris non fit interpretatio
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