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Radiato il giudice anticrocifisso

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2010 17:33
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23/01/2010 01:04

È stato radiato dall'albo Luigi Tosti, il giudice anticrocifisso che si era rifiutato di tenere le udienze sotto il simbolo cristiano da lui definito "discriminatorio" perché l'unico accettato. In passato aveva infatti provato ad esporre la menorah ebraica, ma gli era stato impedito.

La commissione presieduta dall'ex democristiano Nicola Mancino ha emesso la sentenza con questo capo di accusa: "Violazione dei doveri istituzionali e professionali di diligenza e di laboriosità, con grave e reiterata in osservanza delle disposizioni relative alla prestazione del servizio giudiziario". In altre parole, il magistrato di Camerino si sarebbe sottratto all'adempimento del suo lavoro saltando le udienze, anche se con preavviso. "A causa della presenza del crocifisso, non ero stato messo nelle condizioni adatte" aveva affermato Tosti prima dell'udienza. Nelle disposizioni della corte si legge ancora che "ha compromesso la credibilità personale ed il prestigio dell'istituzione giudiziaria". Da parte del magistrato messo alla sbarra, al termine dell'udienza arriva una risposta secca: "Oggi si è scritta una pagina nera per la laicità dello Stato italiano".

Cosa succederà adesso? Il magistrato radiato farà ricorso alla Cassazione e, se anche in questo caso dovesse andare male per lui, si rivolgerà alla Corte Europea per i Diritti Umani. Dalla sua parte c'è un precedente simile, il caso di Soile Lautsi. Nel 2002 una cittadina italiana di origini finlandesi aveva chiesto la rimozione del crocifisso dalle aule della scuola media Vittorino da Feltre di Abano Terme frequentata dai figli. Di fronte al rifiuto del preside, aveva fatto ricorso al Tar del Veneto che, dopo aver cercato di lanciare la patata bollente alla Cassazione, aveva espresso un verdetto contrario. Una volta in Europa, una commissione internazionale composta da nove giudici, dei quali uno italiano, aveva accolto all'unanimità la richiesta della signora Lautsi, screditando così la giustizia italiana, probabilmente ancora troppo influenzata dalle ingerenze della Santa Sede, e scatenando le reazioni scomposte di alcuni esponenti politici di primo piano.

Quello del crocifisso è un tema che, sebbene sia legato storicamente ai rapporti tra il governo mussoliniano degli anni '20 e l'allora papa Pio XII, è ancora molto sentito dai politici odierni. È notizia delle ultime ore che il sotttosegretario alla presidenza del consiglio ha chiesto il rinvio della sentenza della Corte Europea perché, secondo lui, sarebbe "un grave torto alle tradizioni del nostro Paese". E la crociata continua..

Luigi Nervo

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