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Nella babele della Stazione Centrale tra disagi e viaggiatori smarriti

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2010 18:03
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13/01/2010 19:14

Per la serie: "Come non arrivare a Milano in tempo per l'esame". [SM=g1944682]

Nuova stazione con segnaletica inefficace, guasti ai tapis roulant e poche panchine. E le valigie si incastrano

Si entra ed esce, ci si lotta e perde a testa alta. Nessuna freccia di indicazione sul pavimento; minuscoli, defilati, appiccicati ai lati delle colonne gli annunci ad altezza occhi: e allora, stante la pochezza degli aiuti, non resta che la segnaletica verticale, su in alto. Però così cattivella, ingannevole, truffaldina. Prendiamo l’ingresso principale, direttamente da piazza Duca d’Aosta. Sulla destra, un bel pannello con scritto: «bagagli», «biglietteria», «servizi igienici». Ma per i treni? Dieci metri più avanti, altro pannello. Con scritto: «biglietteria». D’accordo. Ma per i treni? E anche per i bagagli, i servizi igienici?

I servizi igienici sono al piano ammezzato, 1 euro per entrare e l’esperienza sensoriale, unica, dell’acqua siberiana dai rubinetti. Bagni da brividi. In quelli del piano superiore ci sono i finestroni bloccati spalancati come ai tempi delle pulizie di primavera, e infatti la toilette costa meno. Ottanta centesimi da versare in monetine nell’apposita macchinetta, non è accettata la moneta da 1 euro, non si dà resto. Però amen, almeno, dirà qualcheduno, con i bagni un posto per sedersi c’è. In tutta la stazione ci sono quattro panchine al piano terra e tredici panchine al piano dei binari. Le panchine sono da quattro posti. In un giorno, in stazione Centrale, passano almeno 320 mila passeggeri. La maggioranza di chi attende è accasciata, o è seduta in equilibrio sui tubi poggiapiedi lungo i corridoi, oppure avanza e arretra su questi tapis roulant che si alzano, mischiano e intersecano in diagonale, anziché, semplicemente, salire in verticale dall’ingresso dello scalo ai treni.

Qui vien voglia di andar via. Di uscire. Dov’è l’uscita? Provare a scendere da un treno al binario 5. Andate dritto. Troverete un doppio pannello. Miriade di informazioni, tranne, appunto, quella per l’uscita. Di nuovo, a testa alta. Eccola lì, in rosso, a grossi caratteri, una scritta possente: «uscita». Ma conduce alle lunghe scalinate (fatte di 48 gradini) e non ai tapis roulant. Nel dicembre 2008, finito il restauro da 120 milioni, Trenitalia prometteva («È solo il primo passo»), la Regione tranquillizzava quegli antipatici pendolarimai contenti («Miglioreremo tante altre cose») e il sindaco Letizia Moratti passeggiava in spazi «lucenti e rinnovati nell’immagine e anche come punto d’incontro». Quanti incontri tra sconosciuti, tra chi sale e chi scende, con domande così, poste con una tragica teatralità facciale: «Vado bene per i taxi?», «Dov’è il deposito bagagli?», «E la metropolitana? ». Non mancano gli arditi: «Di qui è giusto per il Malpensa shuttle? ».

Su piazza Duca d’Aosta tre varchi conducono alle scale del metrò. Ma questo lo sa chi è pratico del posto. Gli altri, come unica coordinata geografica si ritrovano una minuscola scritta «M», che sta per metrò, sulla sommità di uno dei varchi. Siamo sul lato sinistro dell’ingresso. Quello fortunato. Ha l’orologio, sul muro, che funziona. L’unico nel raggio di metri e metri. Certo, poi, a cosa serviranno gli orologi se tanto non ci sono manco gli orari, o quei pochi che ci sono, sono schiacciati dentro piccoli, davvero piccoli monitor? Bastano due, tre persone davanti per, di fatto, oscurare gli schermi.

Ha detto l’architetto Stefano Boeri che la Centrale «rende difficile l’orientamento e addirittura a volte lo spostamento fisico per chi ha fretta». La fretta, qui, è un atteggiamento da condannare. Non è tollerata. Non si può, non si deve. C’è coda alle biglietterie, il treno parte e si vogliono puntare i pochi secondi a disposizione sulle macchinette automatiche? Delle macchinette, ieri, nel primo pomeriggio, ne abbiamo contate 6 fuori uso; ci sono inoltre quelle che non danno resto superiore ai 9 euro e quelle con la fessura per il bancomat e la carta di credito, e con l’adesivo d’avviso «non attiva la modalità bancomat e carta di credito».

È tutto un avviso, lo scalo. «Il deposito bagagli è stato trasferito all’interno del nuovo asse pedonale». Trovato il deposito, si nota il cartello «fuori uso» sulla macchina che, forse, dovrebbe passare sul nastro trasportatore la valigia e individuare eventuali elementi sospetti all’interno. Attività anti-terrorismo? Comunque, stavamo parlando dei cartelli. Ai binari 20 e 21 il Freccia club annuncia: «Ingresso riservato soci cartafreccia oro e platino». Non ci sono, nella stazione, sale d’attesa per il popolo. C’è un ultimo cartello, in una «edicola e libreria». I giornali ci sono; quanto alla libreria, rimangono le ultime copie tascabili del romanzetto d’amore di Cathy Williams «Volere del destino» e del giallo di Jonathan Nasaw «Incubo senza fine».

In Centrale i tapis roulant hanno una coppia di pali all’inizio, i bagagli si incagliano; la farmacia è preceduta da una scaletta che si avvita e scoraggia solo a guardarla; in un punto, per raggiungere la biglietteria ti fanno fare una scalata-discesa sui tapis roulant inutile, la biglietteria dista trenta passi. Per la cronaca, dalla biglietteria ai binari, con i tapis roulant si impiega non meno di un minuto e 48 secondi. Parecchio. Ci sono delle targhette, in giro. Comunicano che per proteste e apprezzamenti c’è un numero cui è possibile inviare un sms. E che si scriva «bravi» o «è una vergogna», a messaggio inoltrato la risposta che torna indietro non cambia. Sempre «il Gruppo Ferrovie dello Stato ringrazia per le segnalazioni ». Cosa importa, tanto l’sms (del viaggiatore) è a pagamento.

Andrea Galli

www.corriere.it

Solo due considerazioni su dei commenti che alcuni lettori del Corriere hanno fatto.


Un altro paio di considerazioni: La prima è ch la gente, continua a pensare che la Stazione Centrale sia rimasta un qualcosa di pubblico quando invece è gestita da Grandistazioni di Benetton e quindi, come spa, ha un unico obbiettivo: il profitto. La seconda è che questo sistema potrà piacere o no, ma ha portato le ferrovie, gestite dall'AD MORETTI al bilancio in pareggio, cosa fino ad oggi mai vista. Andreotti sovente diceva: " ci sono due tipi di pazzi. Quelli che si credono Napoleone e quelli che pensano di risanare le ferrovie". Sarà ma io preferivo la Ferrovia pubblica.

Vinz64



Ebbravo Vinz. [SM=g1944682]


Parliamo anche dei tabelloni partenze/arrivi. Nella vecchia Centrale c'erano quelli a caratteri mobili, grandi e visibili da lontano. Tanto per fare un esempio, il viaggiatore in arrivo con una coincidenza stretta riusciva a individuare il binario dell'eventuale treno in coincidenza solo alzando gli occhi e senza necessità di fermarsi (molo utile per coincidenze strette). Adesso ci sono i tabelloni ipertecnologici digitali. Lo schermo presenta caratteri a fosfori arancioni (belli sfarfallanti e perciò confusi), visibili solo da vicino e da angolazione ridotta. Ci sono pure delle colonnine con schermi più piccoli, ma in questo caso bisogna andare a cercarle. Come si vede un passo indietro ... in nome del progresso!!! In compenso una dovizia di schermi pubblicitari che obbligano il viaggiatore a sorbirsi spot chiassosi e insulsi! Conclusione: la tecnologia è una bella cosa, ma se usata con intelligenza...

soyombo



Veramente io non ci capivo niente con quelli vecchi. [SM=g1944682]
Quelli nuovi sono chiarissimi, inoltre tutte le fermate sono scritte anche sul binario e sovente addirittura sul treno stesso! [SM=g1944682]
Insomma aprire gli occhi male non fa. [SM=g1944682]
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Post: 3.375
Città: MILANO
Età: 46
Sesso: Maschile
14/01/2010 21:43

Non ho riscontrato particolari disfunzioni in centrale!
Proprio vero che in Italia lo sport preferito è lamentarsi.
Il Corriere sempre peggio dopo l'articolo senza fonti contro le università telematiche di Corinna De Cesare!
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
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15/01/2010 00:00

Penso che quell'articolo passerà alla storia come il peggiore di una grande testata nazionale.
Davvero poco obiettivo e senza fonti.
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Post: 2.529
Sesso: Femminile
17/01/2010 14:15

«In sei mesi cambieremo la Centrale»
L'ad Battaggia: subito nuove panchine e segnaletica più efficiente. In arrivo altri 70 negozi



MILANO - «Fissiamo una data. Tra un mese. Ecco, tra un mese ci incontriamo in Centrale, e spero sia il primo incontro di una lunga serie, per vedere, dal vivo, l’avanzamento dei lavori, gli interventi eseguiti, le migliorie approntate». E così sia, data fissata; però, prima, dottor Battaggia, di questa stazione dobbiamo parlare. «C’è il problema di pochi posti a sedere? Abbiamo previsto 232 nuove sedute. La segnaletica è carente? Abbiamo chiesto di modificare i caratteri delle indicazioni, che seguono parametri comuni in tutte le stazioni e che invece qui saranno più grandi». E poi? «E poi, siamo a un passo dal traguardo. Manca un trimestre alla chiusura del cantiere».

Fabio Battaggia, ad di Grandi StazioniFabio Battaggia, amministratore delegato di Grandi Stazioni (la società che gestisce la Centrale), interviene dopo la denuncia, mercoledì, del Corriere. Un senso di disorientamento nel percorso dagli ingressi alla biglietteria ai treni, un percorso dalla biglietteria ai treni di un minuto e 48 secondi sui tapis roulant, queste maledette macchinette automatiche dei biglietti spesso rotte, la gente che si perde e chiede indicazioni per uscire, andare ai taxi, scendere in metrò... Apriamo una parentesi. Nell’articolo a questo link potete leggere le parole del progettista della riqualificazione, l’architetto Marco Tamino; i lavori non li ha diretti lui, ma l’ingegner Antonio Acerbo, che è anche il dirigente del settore Lavori pubblici del Comune. Acerbo dice che il cantiere è in corso, e che il progetto originale, firmato da Tamino, è del 2000, e «da allora molto è cambiato, per esempio non c’era l’Alta velocità, e dunque sono stati necessari cambiamenti». Parentesi chiusa.

Torniamo alla cronaca. L’altro ieri, Battaggia, con altri due dirigenti, da Roma è salito a Milano per un sopralluogo in Centrale. «Volevo esaminare problema per problema». E allora, di posti a sedere e segnaletica già abbiamo parlato. Altre criticità: acqua gelida dai rubinetti dei bagni. «Un guasto alla rete di distribuzione dell’acqua. Abbiamo risolto». All’inizio di ogni tapis roulant ci sono due paletti; capita che i bagagli si incaglino dentro. «I paletti rispondono al rispetto delle norme sulla sicurezza. A causa dei paletti non passano nemmeno le carrozzine dei diversamente abili? Vero. Ma, per loro, ci sono gli ascensori. Faremo in modo di segnalarne meglio la posizione». Battaggia si sofferma sulla presenza, nello scalo, di «260 telecamere», sugli «oltre 50 pannelli con l’orario dei treni», sul fatto che i due nuovi ingressi laterali abbiano migliorato anche la vivibilità delle relative piazze, cioè quelle piazze Luigi di Savoia e Quattro Novembre flagellate per anni da bivacchi, risse, rapine, sbronze e oggi, a detta di chi ci lavora— i grandi hotel soprattutto — piazze rinate.

Introduce poi, Battaggia, il discorso dei negozi. «Entro fine estate, quasi tutti i 108 negozi previsti saranno aperti». Intervenire sulla stazione Centrale, osserva l’ad, è stato un qualcosa di «complesso e monumentale» date le dimensioni e l’afflusso quotidiano di treni e passeggeri nello scalo. Per di più, dice, «tenga presente che operiamo a cuore aperto. Interveniamo con i lavori senza chiudere la stazione o limitarne l’operatività». Qualche coda di disagio, insomma, può starci, può scapparci. Tanto, garantisce Battaggia, sarà momentanea. A Grandi Stazioni sono stracerti che, a breve, la Centrale riceverà solo complimenti». Nell’attesa, qualche dubbio-domanda più che lecito: ci sono tutti i finanziamenti per portare a termine la riqualificazione senza tagli a scapito della qualità? Il cantiere incontrerà ritardi? Battaggia dice che «a noi non piacciono i proclami, non è nel nostro stile. Preferiamo far parlare i fatti». Appunto. Arrivederci al prossimo mese.

Andrea Galli


Fonte: corriere.it
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
17/01/2010 16:27

Ripeto che secondo me i tabelloni sono perfetti.
Tutto il resto è vero: mancano i posti a sedere... per meglio dire: ci sono ma pochini... e nascosti!
Per trovarli basta seguire l'immagine di Edward in "Twilight". [SM=g1944682]
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Post: 2.529
Sesso: Femminile
18/01/2010 12:27

Bè la storia delle barriere prima dei tapis roulant è verissima. Voglio dire, se li mettono per i bagagli e bagagli non riescono a passare sono inutili, se non sono fatti per i bagagli allora tanto vale mettere delle scale mobili che vanno anche più veloci. E dire "A causa dei paletti non passano nemmeno le carrozzine dei diversamente abili? Vero. Ma, per loro, ci sono gli ascensori." secondo me è una cosa a dir poco vergognosa.
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
18/01/2010 14:24

Ma se ci passo io che sono superciccione!
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Post: 2.529
Sesso: Femminile
18/01/2010 14:42

Si prova a passarci di profilo e vedrai che ti incastri pure tu [SM=g1944840]
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Post: 23.709
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19/01/2010 22:14

Ecco perché l'ultima volta sono tornato con un paletto in mezzo alle chiappe...
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Post: 2.529
Sesso: Femminile
20/01/2010 13:08

Vedi, a tutto c'è una spiegazione [SM=g1944682]
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Post: 23.709
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Admin
27/03/2010 18:03

Ieri ho dato un'occhiata a questa famigerata nuova segnaletica.
Praticamente è un tabellone un po' più piccolo all'entrata/uscita vicino ai treni.
Gli altri tabelloni sono rimasti uguali negli stessi posti.
Sono state aggiunte poche panchine grigie all'entrata/uscita che dà sulla piazza.
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