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La sfida della bocconiana malata di Aids «Mia madre non sa, mi curo in segreto»

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2010 14:48
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08/01/2010 09:47

Il caso che scuote Milano. «Attenti, potrei essere la figlia di chiunque di voi»

«Ho 21 anni e sono sieropositiva». Lo sguardo è fisso su una tazzina di caffè che rigira tra le mani in un bar di via San Marco, nel centro di Milano: piange, ma non vuole stare più zitta lei, coraggiosa studentessa milanese al secondo anno dell’Università Bocconi, una storia d’amore (e di fedeltà) durata quattro anni con un uomo di dieci in più, la scoperta di essere ammalata di Hiv dopo aver fatto il test a 18 anni spinta dal desiderio di donare il sangue. I genitori non immaginano nulla e probabilmente mai sapranno, all’ultimo fidanzato l’ha confessato una settimana dopo il primo bacio: «Lui è rimasto, al contrario di altri che comprensibilmente sono scappati».

Sofia (il nome è di fantasia per rispetto della privacy) lo scorso 4 gennaio ha scritto al Corriere un’email che ha scosso Milano, una città con 22 mila sieropositivi in cura (sui 60 mila a livello italiano) e due nuovi contagi al giorno da Hiv (la stessa incidenza di New York).

«Io non sono una drogata, né una dai facili costumi, né una persona sessualmente ambigua; io sono una ragazza normale che è stata per quattro anni con lo stesso ragazzo, che non lo ha mai tradito, al suo contrario (...). Vorrei tanto che la gente acquisisse consapevolezza e che comprendesse che l’Aids non è poi tanto lontano da ognuno di noi. (...) Il prossimo caso di Hiv potrebbe essere vostro figlio, vostro marito o anche vostra moglie. Ognuno può fare la differenza!».

In poche ore la sua lettera ha scatenato centinaia di risposte al forum del Corriere. Parole di solidarietà, in bocca al lupo, ringraziamenti per il suo coraggio che spinge tutti a riflettere, inviti a mangiare la pizza, esortazioni — anche da chi è costretto a vivere la stessa esperienza— a non rinunciare né ai figli, né alla carriera. La decisione di rompere il muro di silenzio intorno all’Aids, Sofia l’ha presa dopo uno scontro con la sua migliore amica che, conosciuto da poco un giovane, ha avuto rapporti sessuali non protetti: «Ma come, neppure tu che sei al corrente della mia storia usi il preservativo?». La replica della coetanea: «Ma lui non ha la faccia di uno con l’Hiv». Maledetta stupidità!

E, allora, al diavolo la paura di parlare dell’argomento. In jeans, scarpe da tennis, camicia azzurra e pullover sotto un piumino all’ultima moda, Sofia racconta: «Ogni giorno per me è difficile trovare una ragione di vita. Se ci fosse stata più informazione io, forse, oggi non sarei in questa situazione». Quella mattina del maggio 2007, da poco 18enne, Sofia non se la dimenticherà mai. «Ero andata a ritirare il test dell’Hiv insieme con la mia compagna di banco del liceo— dice —. Lei era vergine, io avevo una storia ormai collaudata: entrambe c’eravamo sottoposte all’esame quasi per gioco dopo che i medici dell’ospedale Sacco erano venuti a scuola per una lezione di prevenzione». Il primo brivido le ha percorso la schiena quando, al contrario della sua amica, per consegnarle la busta con i risultati dell’esame l’hanno chiamata da parte.

Le ore, i giorni, i mesi che seguono sono scanditi da notti insonni con la faccia sprofondata nel cuscino per soffocare il pianto, le visite al Sacco, le due pastiglie da prendere ogni giorno nascoste nel cassetto del comodino e lo spazzolino da denti che improvvisamente viene custodito con scrupolo, il tira-e-molla per un anno con il fidanzato storico (e traditore) al quale è stata lei a fare scoprire la malattia, la convinzione di non avere più un futuro davanti, gli sfoghi in un e-diary che ha ancora numerosi contatti quotidiani. Poi, quasi inaspettatamente, la voglia di reagire trovata nello sguardo amorevole di una madre ignara di tutto, ma baricentro affettivo della sua vita, nel test d’ammissione alla Bocconi superato con successo, nel desiderio di diventare manager e, persino, nella speranza di sposarsi e avere figli. «La mia paura più grande non è la malattia, ma quella di restare sola— confessa —. Per fortuna il mio attuale fidanzato non è scappato dopo la mia confessione choc fatta già al secondo appuntamento, perché non sopporto l’idea di ingannarlo».

Con le sue amiche— solo in due sanno la verità — parla di vestiti come fanno tutte le fashion victim, degli esami da dare all’università e dei ragazzi (quelli dei sogni e quelli reali). «Finché sto con loro mi sento bene— ammette —. Ma la sera, soprattutto prima di addormentarmi, spesso vengo ancora assalita dallo sconforto». Per consolarsi Sofia si ripete mentalmente la frase che Will Smith ha detto al figlio Jaden ne La ricerca della felicità di Gabriele Muccino: «Se hai un sogno, tu lo devi proteggere. Se vuoi qualcosa, vai lì e inseguila».

Simona Ravizza

www.corriere.it
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08/01/2010 14:51

Volevo postarla io questa notizia! [SM=g1944703]
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08/01/2010 14:52

Tu pensa a raccontarci le notizie dalla Cattolica. [SM=g1944682]
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08/01/2010 19:24

Intanto questa è la lettera "originale" scritta dalla ragazza e inviata al Corriere:

"Scrivo questa lettera perché mi sento in dovere di farlo. Ho 21 anni e vivo a Milano, studio all’università Bocconi, sono una ragazza solare e appaio come una ragazza «normale». Eppure c’è un però, sono sieropositiva, e l’ho scoperto qualche mese dopo aver compiuto i miei 18 anni. Sono in cura al Sacco da circa 3 anni, è un’ottima struttura con personale competente, i miei genitori non sono a conoscenza della mia situazione. Vorrei, forse utopicamente, che lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni prendessero seriamente questa pandemia. Si dovrebbe parlare molto più spesso di questa malattia, forse non tanto agli studenti, che sono informati per le sessioni di educazione sessuale fatte a scuola, bensì ai genitori, agli adulti, agli over 30.

Due milanesi al giorno si infettano, e questi non sono ragazzini di 16 anni, ma sono padri di famiglia, che tradiscono le proprie mogli e che le infettano, e che rovinano la vita dei loro familiari. Non credo di essere esagerata nel definire questa malattia una pandemia, io davvero non mi capacito del perché non venga fatta una diffusione a livello nazionale di tali informazioni. Ogni malato come me, viene a costare al servizio sanitario 1.500 euro al mese solo per i medicinali, senza contare le visite mensili ed i vari controlli. Non mi piace l’idea di pesare sugli altri, ma se ci fosse stata una maggiore informazione o una rieducazione sessuale, io probabilmente non avrei fatto sesso non protetto con il mio ragazzo con il quale stavo da 4 anni, se gli uomini smettessero di tradire le proprie mogli e fidanzate, io ora non sarei malata di Hiv, e non sarebbe per me così difficile tante volte trovare una ragione di vita.

A 21 anni è difficile dire ad un proprio coetaneo che si è malati. Si teme l’ignoranza, l’allontanamento... Insomma ho 21 anni e sono malata, vorrei tanto che la gente acquisisse consapevolezza e che comprendesse che l’Aids non è poi tanto lontano da ognuno di noi. Vorrei che nessuno dovesse passare ciò che passo io tutti i giorni. Vorrei che qualcuno finalmente trovasse una cura, e se non è possibile, vorrei almeno che la gente non mi guardasse male per la mia malattia, perché io non sono una drogata, una dai facili costumi, o una persona sessualmente ambigua, io sono una ragazza normale che è stata per 4 anni con lo stesso ragazzo, che non lo ha mai tradito, al suo contrario.

Io penso che sia sbagliato ed immorale che la nostra società venga bombardata da messaggi promozionali che seguono esclusivamente la logica del profitto. Penso che nella nostra società, nel 2010, non sia accettabile che informazioni di vitale importanza, quali quelle sull’Hiv, non vengano diffuse allo stesso livello se non a livello superiore di quelli commerciali. Spero che i media riescano a trovare lo spazio per tali informazioni e per la pubblicità a scopo sociale, in quanto il prossimo caso di Hiv potrebbe essere vostro figlio, vostro marito o anche vostra moglie. Ognuno di noi può fare la differenza! Io ci sto provando, ma sono solo una studentessa di 21 anni, forse voi che avete in mano i mezzi di comunicazione e di informazione potete fare molto più di me!"


Fonte: corriere.it
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08/01/2010 19:33

Ai media non interessa nulla dei malati.
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08/01/2010 20:45

si ma in questo caso c'è anche un tradimento di mezzo, stanno tutti sbavando per ottenere un'intervista...
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08/01/2010 20:57

Davvero vomitronico.
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08/01/2010 22:27

Per carità chi sono io per giudicare ma è una mia impressione o la gioventù italiana si sta autodistruggendo?
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09/01/2010 00:40

Mah lui ai tempi sarà stato quasi un trentenne, non credo che lei si sia voluta autodistruggere... O forse si perché avrebbe dovuto lasciarlo all'istante, altro che tira e molla per un anno.

In ogni caso non credo che la gioventù italiana si sta autodistruggendo, ogni "età" ha le sue piaghe. I giovanissimi si sbronzano il sabato sera, i giovani si sbronzano il venerdì, il sabato e ogni altra volta che serve per fare figo, gli adulti (alcuni) si sbronzano 24 ore su 24. I giovani si fanno le canne, gli over40 si fanno di cocaina. L'aids se lo possono prendere tutti, anzi, più si cresce e meno si pensa a certe cose secondo me.

E tutto questo non solo in Italia.
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09/01/2010 17:51

Non voglio fare la figura del pinco di turno che ricorda i "vecchi tempi andati" ogni volta che commenta una sigla dei cartoni animati di Bim Bum Bam su YouTube ma... secondo me i veri valori se ne sono proprio andati.
Per esempio ormai è difficilissimo incontrare un ventenne che abbia realmente capito i veri valori religiosi.
Ormai si atteggiano tutti ad atei e agnostici non solo perché fa figo ma anche perché "Io penso con la mia testa".
Va bene, pensa con la tua testa ma magari la religione è più soggettiva che dovuta ai dogmi della Chiesa.
Magari si può essere persone spirituali senza necessariamente essere cattolici.
Scusate la digressione off topic.
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Post: 2.529
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17/01/2010 14:17

Re:
Davide, 09/01/2010 17.51:

Non voglio fare la figura del pinco di turno che ricorda i "vecchi tempi andati" ogni volta che commenta una sigla dei cartoni animati di Bim Bum Bam su YouTube ma... secondo me i veri valori se ne sono proprio andati..




Questa ce la devi spiegare [SM=g1944682]
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17/01/2010 16:15

In pratica a ogni sigla di vecchi cartoni animati caricata su YouTube c'è sempre il pinco di turno che ricorda i vecchi tempi andati criticando Naruto e gli anime che si vedono negli ultimi tempi.
In realtà non è cambiato molto: ciò che è cambiato principalmente è come si poneva l'individuo da bambino nei confronti del mondo.
E' logico che si tenda ad apprezzare tutto ciò che proviene da un periodo storico in cui si è stati bene mentalmente e fisicamente.
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Post: 23.709
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17/01/2010 18:51


cara bimba, scusa se mi permetto di chiamarti così, ma sono una mamma e quindi spero mi perdonerai le tue parole mi hanno veramente colpita e ho realizzato che effettivamente non si parla più di questo problema forse perchè non parlandone si crede non esista più o forse perchè le cose che interessano oggi sono frivolezze e pettegolezzi; ma invece non è così, come hai detto tu noi da soli non possiamo far molto ma sensibilizzare chi può divulgare la tua esperienza per svegliare piu persone possibile dal sonno che ci ha colpiti ben vega perchè a tutti può capitare e non c’è modo di sapere perchè non si viene marcati a fuoco con un bollino di riconoscimento come gli ebrei con la stella di David e il numero tatuato sul braccio! per quanto riguardo invece quello che senti vorrei parlarti di una persona che conosco un giovane uomo che parecchi anni fa fu contagiato da che ragazza aveva conoscuito e convissuto per diversi anni poi lei lo lasciò lui soffri molto dopo qualche tempo andando al periodico prelievo del sangue in quanto donatore scopri che era stato contagiato ovvianente iniziò un periodo brutto che tu conosci ma con le cure e seguendo una vita sana visto che per lavoro pratica sport sta bene e quattro anni fa si è sposato dicendo subito alla compagna del suo problema e lei lo ha accettato con immenso amore insieme sono andati da uno specialista perchè volevano consigli come poter diventare una famiglia e così ora hanno un bimbo e fra due mesi arriveranno altri due gemelli quindi vedi che non devi credere che al mondo esistono solo persone cattive sicuramente c’è anche per te un giovane uomo che sapra farti sentire amata. Non pensare che quello che ti ho detto e inventato perchè vedo ogni giorno la piccola birba bionda che fa impazzire tutti e credimi non c’è niente dei più bello!!ciao cara un abbraccio forte forte con tutto il cuore e se posso permettermi forse parlarne con la tua mamma non credi possa esserti di aiuto, scusa ovviamente tu sai bene cosa fare
ma noi mamme siamo rocce credimi e possiamo sconfiggere tutto e tutti per i nostri ragazzi ricordati che noi viviamo perchè voi ci siete….

Maria Grazia su www.universita.it

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Post: 2.529
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18/01/2010 12:33

Come ha fatto ad avere un figlio (quasi tre) senza aver contagiato la nuova compagna?

PS. se avesse messo qualche virgola in più non si sarebbe lamentato nessuno credo [SM=g1944739]
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
18/01/2010 14:27

Sempre a criticare!
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Post: 2.529
Sesso: Femminile
18/01/2010 14:43

E tu sempre a spammare [SM=g1944822]
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Post: 23.709
Sesso: Maschile
Admin
19/01/2010 14:48

Io non spammo, intrattengo.
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