I giovani dell'Alma Mater, dopo le dure parole di Dionigi, dipingono un quadro poco lusinghiero dei loro compagni, ma anche dei docenti. Ma qualcuno non ci sta: "Non siamo mica come quelli del Grande Fratello"
«Stiamo andando allo sbaraglio, la mia generazione e quella successiva mancano di educazione e di formazione. A me è capitato di stupirmi più volte in Facoltà: a vent´anni azzeccare i congiuntivi è il minimo. Invece avviene anche di peggio. Mancano le basi. Così se Dionigi dice che siamo semi analfabeti ha ragione. Non mi offende, io mi ritengo un´eccezione». Emanuela ha vent´anni e studia Filosofia. Mangia un panino in piazza Verdi ed è tranchant nella risposta. Come Federica, 22 anni, sua compagna di corso. «E´ vero che non sappiamo scrivere, ma è anche perché al liceo fai dei temini, all´università non scrivi per tre anni poi arrivi alla tesi e sei abbandonato a te stesso. Nessuno ti forma, nessuno ti insegna a scrivere».
Secondo il rettore le matricole sono in condizioni di semi-analfabeti. Ti aspetteresti la rivolta in via Zamboni invece gli studenti sono i primi a riconoscere che qualcosa non va nella loro preparazione. Con responsabilità equamente divise: cattivi scolari, cattivi maestri. «Mettono in cattedra i professori, ma poi non controllano cosa insegnano».
Sotto accusa finisce la scuola. «Nel mio liceo a Urbino c´erano pochi iscritti e per questo promuovevano tutti», «ho perso tre anni alle medie, i prof erano svogliati»; infine Stefania, iscritta a Informatica: «Vengo da ragioneria, ho un approccio matematico. I congiuntivi? Capita di sbagliarli. D´altra parte la mia prof di italiano faceva tutto tranne che lezione».
A Matematica si irritano: «Semi analfabeti? Decisamente eccessivo», replica Enrico. «E´ davvero troppo», aggiunge Valentina, entrambi al terzo anno. «Semmai gli analfabeti sono in altri mondi, come la tv, nei provini del Grande Fratello, non certo in università». Anna e Lisa studiano Lingue: «E´ che la grammatica la fai alle elementari e in prima media, poi più. E se non sappiamo come si scrive un saggio su Dante è perché nessuno ci ha insegnato a scrivere un saggio. Ma i semi analfabeti non siamo noi, sono quelli che fanno i provini del Grande fratello e se il livello è quello c´è da mettersi a piangere». Cristiana aggiunge: «Trovi studenti che parlano in dialetto».
Altre studentesse di Lettere fanno notare che «nei corsi di latino e italiano, non in tutti, passa all´orale anche chi è insufficiente allo scritto ovvero che sono i docenti i primi ad accontentarsi». «Se abbiamo superato il test tanto male non siamo», replicano un po´ seccate Rossella, Daria, Elena e Chiara, primo anno a Medicina. Chiara si scalda: «Dipende anche dalla famiglia, a me hanno sempre insegnato a leggere, ora se non ho un libro per le mani non vado avanti». Francesca e Tiziana, iscritte a Lettere, sorridono: «L´ha detto Dionigi vero? E´ stato il nostro prof, lo ripeteva sempre. Ma lui ha un´idea un po´ élitaria della cultura, preparatissimo a lezione, ogni tanto spaventava. Noi siamo di livello medio, ma la gente che tentenna sull´italiano effettivamente c´è».
Ilaria Venturi
www.repubblica.it[Modificato da Davide 25/11/2009 12:38]